Oltre 9 bandiere blu sulla costa ionica calabrese, Mazza invita a unire forze per un turismo integrato e sostenibile

Oltre 9 bandiere blu sulla costa ionica calabrese, Mazza invita a unire forze per un turismo integrato e sostenibile

Nove bandiere blu premiano la qualità delle acque tra Sibaritide e Crotonese, ma Domenico Mazza del comitato Magna Grecia invita a un progetto turistico integrato e sostenibile per valorizzare ambiente, agroalimentare e industria.
Oltre 9 Bandiere Blu Sulla Cos Oltre 9 Bandiere Blu Sulla Cos
La costa ionica calabrese tra Sibaritide e Crotonese vanta nove bandiere blu, ma serve una strategia integrata che unisca turismo, agroalimentare e rigenerazione industriale, garantendo sviluppo sostenibile e tutela ambientale. - Gaeta.it

Tra la Sibaritide e il Crotonese si contano nove bandiere blu assegnate per la qualità delle acque e delle spiagge. Domenico Mazza, del comitato Magna Grecia, riconosce i meriti di questi riconoscimenti ma chiede di guardare oltre i confini comunali. Secondo lui, serve una strategia che trasformi questi successi in un progetto turistico unitario, capace di valorizzare anche l’agroalimentare e la rigenerazione industriale, senza compromettere l’ambiente.

I risultati delle bandiere blu fra sibaritide e crotonese

Nel 2025, le località della costa ionica calabrese tra Sibaritide e Crotonese hanno ottenuto nove bandiere blu. Questi premi riconoscono la qualità delle acque e delle spiagge, un segnale positivo sul piano ambientale e turistico. I 23 comuni calabresi premiati dimostrano l’impegno delle amministrazioni locali a mantenere standard elevati sul territorio. Mazza sottolinea però che, pur apprezzando i singoli successi, manca ancora una visione collettiva su come questi risultati possano favorire l’intero comprensorio. Il fatto che oltre il 60% della costa ionica calabrese sia rappresentato in queste statistiche indica un potenziale turistico non ancora pienamente sfruttato.

Rivalità e mancata sinergia locale

Secondo Mazza, resta evidente un clima di rivalità tra comuni e realtà locali che non aiuta a costruire un’offerta turistica integrata. Le denominazioni separate tendono a perdere incisività quando manca una coordinazione tra i territori. È un freno per il riconoscimento dell’area come destinazione di livello nazionale o internazionale. L’assenza di sinergie limita la forza di attirare flussi turistici stabili e ampliare le stagioni di visita.

Le minacce ambientali a fronte della vocazione turistica

Un nodo delicato per la costa jonica calabrese riguarda le contraddizioni tra sviluppo turistico e politiche ambientali. Mazza denuncia alcune scelte che appaiono poco coerenti con la valorizzazione sostenibile del territorio. La realizzazione di nuovi impianti di termovalorizzazione e rigassificazione e le politiche adottate per la gestione dei rifiuti industriali fanno emergere un conflitto con la naturale vocazione turistica della zona.

Rischi per l’ambiente e il patrimonio

Ci sono preoccupazioni legate all’insediamento di impianti potenzialmente inquinanti in aree vicine alle località balneari, rischiando di compromettere un patrimonio ambientale apprezzato dai visitatori. La presenza di siti contaminati come il SIN Crotone-Cassano-Cerchiara aggrava il quadro, soprattutto se non si procede a un reale trasferimento dei rifiuti pericolosi verso depositi nazionali idonei.

Mazza ricorda che il turismo raramente convive con uno sfruttamento invasivo e massiccio del territorio. La crescita del settore deve invece andare di pari passo con politiche attente che evitino ricadute ambientali negative. Senza un cambiamento nelle scelte in tema di industrializzazione e smaltimento dei rifiuti, si rischia di mettere a repentaglio la credibilità delle località e la loro capacità attrattiva.

La proposta di sistema jonico per un’offerta turistica integrata

Per superare questi limiti, Mazza propone di mettere insieme i successi di tutti i comuni in un progetto integrato, da chiamare “sistema jonico del golfo di Taranto”. L’idea è di sviluppare una rete che comprenda agricoltura, turismo e rigenerazione industriale, in modo connesso e coordinato.

Valorizzare l’agroalimentare e il turismo

Nel settore agricolo, si punta a replicare modelli già adottati in altre zone, come in Emilia, dove cooperative e industrie di trasformazione agroalimentare lavorano insieme per la valorizzazione del prodotto locale. Questo potrebbe dare slancio all’economia e alimentare un turismo enogastronomico che resti ancorato al territorio.

Sul turismo, serve un’azione collettiva tra le comunità rivierasche. Creare consorzi e collaborazioni permetterebbe di offrire pacchetti unici che comprendano ricettività, diporto e attrazioni naturalistiche. Il progetto bisserebbe così un brand condiviso, più forte e riconoscibile rispetto alle singole realtà atomizzate. I consorzi migliorerebbero la gestione delle risorse, la promozione e la capacità attrattiva esterna.

Rigenerazione industriale e smaltimento rifiuti

Per l’industria è indispensabile procedere a una rigenerazione vera, uscire cioè da interventi solo di facciata. Mazza insiste sulla necessità di spostare rifiuti pericolosi da zone inquinate, evitando che l’area jonica diventi deposito di scorie. Proposte serie di rilancio industriale devono rispettare questo principio, puntando a un equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale.

Una chiamata alla collaborazione fra regioni joniche per lo sviluppo sostenibile

Mazza rivolge un appello a superare campanilismi e personalismi. Il futuro del territorio jonico calabrese passa da un’alleanza concreta con altre regioni affacciate sullo Jonio, come Puglia e Basilicata. Solo un’azione coordinata potrebbe trasformare questo tratto di costa in un modello di sviluppo durevole che capitalizzi su tutte le risorse, senza compromessi dannosi.

L’idea è di fondare un’area di collaborazione aperta che stimoli crescita culturale, economica e ambientale. Una strategia condivisa, a scala interregionale, porterebbe a una migliore promozione, a investimenti più mirati e a più attenzione sull’impatto reale delle scelte di sviluppo.

Questo sistema jonico potrebbe costruire un’identità forte e unitaria e, contemporaneamente, proteggere il territorio da rischi ambientali e industriali. Anche per evitare di perdere occasioni fondamentali sul piano turistico e di immagine nazionale e internazionale. In questa prospettiva, l’attenzione all’ambiente, all’agroalimentare e alla rigenerazione va coniugata in modo da lasciare al territorio slancio e sostenibilità.

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