Aumento dei danni causati dagli elateridi mette a rischio la pataticoltura in emilia-romagna

Aumento dei danni causati dagli elateridi mette a rischio la pataticoltura in emilia-romagna

La pataticoltura in Emilia-Romagna è minacciata dagli elateridi a causa dei cambiamenti climatici; il progetto EM.E.PA.CLIMA, con Ri.Nova e le università di Bologna e Ferrara, sviluppa strategie sostenibili per proteggere le colture.
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Il progetto EM.E.PA.CLIMA in Emilia-Romagna affronta l’aumento dei danni da elateridi nelle coltivazioni di patate, legati ai cambiamenti climatici, proponendo strategie sostenibili e innovative per proteggere la produzione agricola regionale. - Gaeta.it

La pataticoltura in Emilia-Romagna affronta un problema crescente a causa degli elateridi, insetti noti come “ferretti” che hanno aumentato i danni alle colture negli ultimi anni. Questo fenomeno si lega strettamente ai cambiamenti climatici che hanno modificato il clima e l’ambiente agricolo della regione, influenzando la diffusione di questi parassiti. Il progetto EM.E.PA.CLIMA, avviato da Ri.Nova in collaborazione con l’Università di Bologna e Ferrara, si propone di offrire risposte concrete agli agricoltori tramite strategie di difesa sostenibili, in grado di contenere l’impatto degli elateridi sulla produzione di patate.

L’impatto degli elateridi sulla produzione pataticola in emilia-romagna

Negli ultimi anni la presenza degli elateridi si è intensificata in Emilia-Romagna, con danni rilevanti nelle principali zone di coltivazione di patate. Questi insetti terricoli, che si conoscono anche come “ferretti”, erano un problema stagionale ma limitato ai periodi finali della campagna. Ora invece il loro ciclo biologico si è anticipato e questo comporta un aumento dei danni fin dalle fasi iniziali della coltura, causando perdite notevoli, soprattutto nei campi dedicati alla patata da industria.

Il cambiamento climatico ha reso l’ambiente più favorevole alla diffusione di queste specie. Temperature più alte e piogge irregolari, alternate a periodi di siccità e picchi di calore prolungati, hanno modificato il ritmo di crescita e maturazione degli elateridi. Questo mutamento ha spinto le larve a svilupparsi precocemente e le ha rese più aggressive nello attaccare i tuberi. Di conseguenza, la pataticoltura regionale ha subito un duro colpo, vedendo non solo una riduzione quantitativa del raccolto, ma anche una qualità inferiore del prodotto, difficile da recuperare senza interventi mirati.

Il progetto em.e.pa.clima: una risposta multifrontale al danno degli elateridi

Per contrastare questo problema è nato il progetto EM.E.PA.CLIMA, guidato da Ri.Nova con il coinvolgimento delle università di Bologna e Ferrara insieme ad aziende agricole locali. Il progetto ha una durata triennale e mira a introdurre strumenti pratici e strategie di gestione del terreno per mitigare gli effetti negativi degli elateridi, adattandosi alle nuove condizioni climatiche.

EM.E.PA.CLIMA accompagna gli agricoltori attraverso metodi che vanno dall’ottimizzazione delle rotazioni colturali fino a tecniche di difesa integrata caratterizzate da un basso impatto ambientale. Inoltre, prevede una sistematica sperimentazione sul campo, coinvolgendo direttamente chi lavora nella filiera pataticola regionale con attività formative e dimostrative. Lo scopo principale è assicurare una produzione sostenibile e proteggere le colture riducendo il ricorso a sostanze chimiche aggressive, mantenendo la resa e la qualità delle patate.

Strategie agronomiche e gestione delle risorse idriche per ridurre i danni

Un punto focale del progetto riguarda le strategie agronomiche per rendere le colture meno vulnerabili all’attacco degli elateridi. Gli esperti puntano su rotazioni colturali calibrate e lavorazioni specifiche del terreno, volte a disturbare lo sviluppo delle larve nel momento in cui sono più sensibili. Anticipare la raccolta è un altro metodo adottato per diminuire il periodo di esposizione delle patate a questi parassiti.

Un aspetto fondamentale riguarda la gestione dell’acqua in campo, tema diventato cruciale con le continue variazioni climatiche. Secondo gli studi condotti nell’ambito di EM.E.PA.CLIMA diverse tecniche irrigue saranno testate per trovare soluzioni che ostacolino lo sviluppo delle larve mantenendo un uso contenuto e responsabile delle risorse idriche. L’obiettivo è pareggiare le rese senza aumentare consumi idrici e pesticidi.

Utilizzo di geo-insetticidi e tecniche di attrazione mirata

Oltre a queste pratiche, il progetto guarda all’uso di geo-insetticidi naturali applicati con precisione nelle zone più colpite nel terreno, combinati a sostanze che attirino le larve. Questa tecnica chiamata “attract-and-kill” cerca di colpire il parassita in modo mirato, riducendo gli effetti sugli organismi utili e limitando l’impiego di prodotti chimici. Questi trattamenti sono progettati per concentrare l’azione nel periodo di massima virulenza degli elateridi, incrementando la protezione senza sacrificare la sostenibilità.

Monitoraggio, formazione e cooperazione per salvare la pataticoltura regionale

Non solo interventi concreti sul campo, ma anche attività di formazione e sensibilizzazione rappresentano il cuore del progetto EM.E.PA.CLIMA. Agricoltori, tecnici e operatoti commerciali della regione partecipano a corsi e dimostrazioni, aggiornandosi sulle soluzioni più adatte e condividendo esperienze preziose per la gestione dei rischi legati agli elateridi.

Il partenariato che muove questa iniziativa è ampio e comprende enti pubblici e privati, università, centri di ricerca e numerose aziende agricole locali. Tra queste spiccano realtà come Orogel Fresco e Apofruit Italia, insieme a molti produttori che operano quotidianamente nel settore pataticolo dell’Emilia-Romagna. La collaborazione punta a restituire competitività e sicurezza economica al comparto, riducendo le perdite e sostenendo chi lavora la terra.

L’interesse suscitato dalle difficoltà sul fronte fitosanitario conferma l’urgenza di rispondere ai mutamenti climatici con strumenti adatti e legati alla realtà produttiva. EM.E.PA.CLIMA si pone quindi come un modello di intervento diretto, basato su dati e azioni concrete, in un contesto dove la pataticoltura rischia di perdere terreno senza cambiamenti profondi.

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