Oltre 650 firme raccolte nello appello dal riformista per sostenere israel e contrastare l’antisemitismo in italia

Oltre 650 firme raccolte nello appello dal riformista per sostenere israel e contrastare l’antisemitismo in italia

Oltre 650 firme su Il Riformista per un appello che difende Israele e la sicurezza degli ebrei, denunciando il rischio di antisemitismo nelle manifestazioni del 6 e 7 giugno in Italia.
Oltre 650 Firme Raccolte Nello Oltre 650 Firme Raccolte Nello
Oltre 650 persone hanno firmato un appello su Il Riformista per difendere Israele e contrastare l’antisemitismo in vista delle manifestazioni del 6 e 7 giugno, sottolineando l’urgenza di proteggere la sicurezza degli ebrei in un clima di crescente tensione internazionale. - Gaeta.it

In vista delle manifestazioni previste per i giorni 6 e 7 giugno, un gruppo di oltre 650 persone ha sottoscritto un appello pubblicato su Il Riformista per difendere Israele e la sicurezza degli ebrei, ponendo l’accento sulla necessità di fermare l’odio antisemita. Questa iniziativa nasce in un momento segnato da una forte tensione internazionale intorno al conflitto israelo-palestinese, rendendo urgenti riflessioni e prese di posizione contro le manifestazioni che, secondo i firmatari, rischiano di alimentare l’antisemitismo in Italia e nel mondo. L’appello, nato da un gruppo eterogeneo, ha raccolto adesioni da ambiti diversi, dalla politica alla cultura, passando per il giornalismo e le associazioni di amicizia tra Italia e Israele.

Il contesto dell’appello e le ragioni del sostegno a israele

L’appello “Dalla parte di Israele” prende forma in un momento difficilissimo per Israele e per gli ebrei della diaspora, in particolare dopo gli eventi del 7 ottobre 2023, quando un attacco terroristico di 5000 miliziani palestinesi ha colpito il territorio israeliano. I promotori sottolineano come l’assalto non sia stato solo un episodio violento, ma una dichiarazione che ha sconvolto la sicurezza degli ebrei nel mondo. L’iniziativa valuta che molte delle manifestazioni annunciate contro la guerra a Gaza e contro Israele rischino di diventare terreno fertile per la diffusione di manifestazioni antisemite che mettono in pericolo i diritti, la sicurezza e la libertà delle persone di fede ebraica ovunque.

Attenzione al clima di ostilità

I firmatari denunciano come questo clima di ostilità, alimentato da un’interpretazione distorta del conflitto, possa legittimare azioni e ideologie che vogliono l’eliminazione non solo dello Stato di Israele, ma di tutti gli ebrei. Questa distinzione, ribadita nel testo, contrasta con le semplificazioni troppo spesso adottate negli ambienti occidentali, dove si tende a confondere la critica politica a Israele con l’odio verso gli ebrei in generale. L’appello mette in guardia da questa deriva e chiede che le manifestazioni di giugno evitino di alimentare questa spirale di violenza e odio che, in certe zone europee, ha già prodotto conseguenze tangibili e preoccupanti.

I promotori e le associazioni coinvolte nell’iniziativa

L’appello è stato promosso da un gruppo di amici di Israele che si definisce “Punto su Israele“, formato da giornalisti, filosofi, imprenditori e avvocati. Tra i nomi si riconoscono figure come Fiamma Nirenstein, già editorialista del Giornale e membro del Jerusalem Center for Foreign Affairs, Giancarlo Loquenzi, Nicoletta Tiliacos, il filosofo Niram Ferretti e l’imprenditore Bruno Spinazzola. A loro si sono aggiunti altri soggetti e associazioni: l’Associazione Setteottobre, i cattolici pro Israele come Massimo De Angelis e Paolo Sorbi, la Federazione Associazioni Italia-Israele guidata da Bruno Gazzo, il gruppo Reim, Udai emergenza 7 ottobre, e altri ancora.

Rete nazionale di sostegno

Questo intreccio di soggetti evidenzia come l’iniziativa non nasca in isolamento ma si collochi all’interno di una rete ampia, che anima diverse sensibilità ma converge su un punto comune: la difesa della sicurezza degli ebrei e di Israele nel momento più delicato. Anche associazioni regionali, come il gruppo sardo Chenàbura-Sardos pro Israele e il Gruppo Panem et circenses, hanno aderito, ampliando l’appello a tutto il territorio nazionale. Il sostegno coinvolge quindi non solo personalità nazionali ma anche realtà locali, attente alle dinamiche del rapporto tra culture e comunità in un clima di crescente tensione.

La critica alle manifestazioni del 6 e 7 giugno e il richiamo alla sicurezza degli ebrei

Il fulcro dell’appello riguarda la contestazione di alcune manifestazioni previste per giugno, definite dai firmatari “irresponsabili” perché rischiano di fornire spazio all’antisemitismo e di ledere il diritto di Israele a difendersi da chi vuole distruggerlo. L’attacco terroristico del 7 ottobre viene indicato come un evento decisivo che ha segnato l’inizio di una nuova stagione di pericolo per gli ebrei. L’appello afferma che il fondamentalismo islamico e l’Iran conducono una guerra non soltanto contro lo Stato di Israele ma contro la sopravvivenza stessa degli ebrei.

Distinzione tra critica e odio

La differenza tra l’essere contro la politica israeliana e il rischio di promuovere odio antiebraico è messa al centro della riflessione. Gli organizzatori insistono che, se Hamas si arrendesse, i palestinesi avrebbero protezione, ma gli ebrei resterebbero comunque minacciati in quanto tali. La campagna di delegittimazione e diffamazione verso Israele rischia quindi di trasformarsi in un’arma molto pericolosa, amplificando il clima ostile in Europa, che ancora porta le cicatrici della Shoah. Viene lanciato un monito diretto ai manifestanti e ai loro sostenitori, affinché evitino di cadere in una spirale di incomprensioni dalla quale possono emergere effetti dannosi per tutta la comunità ebraica.

Le personalità che hanno aderito e il peso pubblico dell’appello

La mobilitazione ha raccolto rapidamente adesioni inusuali per quantità e qualità. Oltre 650 firme testimoniano la preoccupazione di uomini e donne appartenenti a campi differenti. Dal giornalismo alla politica, dall’università all’imprenditoria. Tra i firmatari figurano anche numerosi giornalisti noti, come Giuliano Ferrara e Giulio Meotti del Foglio, Paolo Liguori e Mario Sechi. Non mancano commentatori come Pierluigi Battista, Stefano Folli e Mirella Serri.

Adesione trasversale nel mondo politico e culturale

Nel campo politico, partecipano all’appello personaggi come Daniele Capezzone, Fabrizio Cicchitto, Margherita Boniver e Carlo Giovanardi. L’adesione di accademici, intellettuali e artisti completa l’insieme: da Paolo Macry a Giulio Sapelli, da Daniela Santus a Sergio Scalpelli, fino al generale Leonardo Tricarico e al professor Ugo Volli. Anche attivisti per diritti civili e rappresentanti di associazioni culturali sono presenti, a conferma della pluralità dei soggetti che si riconoscono nella richiesta di tutelare Israele e contrastare l’antisemitismo nel dibattito pubblico italiano.

Questa ampia partecipazione conferisce un peso significativo all’appello, chiamato a circolare in edicola con la pubblicazione sul Riformista del 3 giugno. La presenza di firme da diversi contesti aiuta a portare attenzione sul delicato tema del conflitto israelo-palestinese e sulle conseguenze interne alle società europee, dove il rischio di amplificare l’odio non deve essere sottovalutato. La richiesta è chiara: proteggere le comunità ebraiche da attacchi e discriminazioni in un momento in cui la tensione cresce a livello internazionale.

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