Oltre 25mila giovani spagnoli in piazza san pietro per il giubileo: messa e testimonianze

Oltre 25mila giovani spagnoli in piazza san pietro per il giubileo: messa e testimonianze

Oltre 25mila giovani spagnoli si sono riuniti a piazza San Pietro per il giubileo dei giovani, guidati dall’arcivescovo Luis Javier Argüello García, tra preghiera, testimonianze e un messaggio di comunione e accoglienza.
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Il 1 agosto, oltre 25mila giovani spagnoli si sono riuniti in piazza San Pietro per il Giubileo dei Giovani, un evento di preghiera, testimonianze e celebrazione guidato dall’arcivescovo Luis Javier Argüello, che ha sottolineato l’importanza di comunione, accoglienza e fede viva. - Gaeta.it

La sera del 1 agosto piazza san pietro ha accolto una folla di giovani spagnoli per un incontro legato al giubileo dei giovani. Un evento che ha unito preghiera, canti e testimonianze davanti alla basilica vaticana, sotto la guida dell’arcivescovo di Valladolid Luis Javier Argüello García. La giornata è stata ricca di momenti intensi, con un messaggio chiaro rivolto ai ragazzi: vivere la fede in comunione e accoglienza.

La partecipazione di 25mila giovani spagnoli a piazza san pietro

In un pomeriggio di festa e fede, più di 25mila ragazzi provenienti da tutta la penisola iberica si sono radunati a roma, in piazza san pietro, per un evento giubilare dedicato proprio a loro. Fin dalle 18 la piazza si è animata tra bandiere colorate e canti che hanno accompagnato i momenti di preghiera e i racconti di fede. L’atmosfera era carica di entusiasmo, con i giovani che continuavano a scandire a gran voce «questa è la gioventù del papa!». È stata una giornata pensata per offrire uno spazio di unità dove poter esprimere la propria fede senza barriere. Poco prima delle 20, là sul sagrato della basilica, è iniziata la celebrazione eucaristica officiata da monsignor Luis Javier Argüello, che ha radunato attorno a sé vescovi e sacerdoti spagnoli per guidare questa celebrazione collettiva.

L’omelia di monsignor argüello: la chiesa come scuola di comunione e accoglienza

Durante la messa, l’arcivescovo di Valladolid ha basato il suo intervento sulla lettera di san paolo ai romani, sottolineando il dono dell’amore di dio impresso nel cuore di ognuno. Ha invitato i giovani a vivere questa presenza divina come base per costruire una fraternità che supera ideologie e divisioni. Per monsignor argüello la chiesa è un luogo dove si impara la comunione e l’accoglienza vera, e questo messaggio va offerto alle nuove generazioni come una forma concreta di speranza. Ha spronato i partecipanti a fare del giubileo un momento per stringere un’alleanza fraterna che guardi al futuro. La sua parola ha raggiunto la piazza con forza quando, al termine della funzione, ha guidato un grido corale dei giovani per chiedere pace nel mondo e la forza di diventare strumenti di riconciliazione.

Le testimonianze: vite segnate dalla fede, dal perdono e dall’amore nel matrimonio

Prima della messa, si sono susseguite testimonianze ispirate a esperienze di vita vissute profondamente nella fede. Il primo intervento ha riguardato “il dono della vita”, con María Tagarro, giovane della diocesi di Astorga. Ha raccontato la sua crescita nell’ambito della fede, passando per una crisi in adolescenza vissuta come una fase di purificazione e un momento chiave per trovare nuove amicizie nella comunità ecclesiale. Le sue parole hanno evidenziato come la fede si intrecci con la vita reale, fatta di dubbi e relazioni vere. Successivamente, nella sezione dedicata a “la gioia del perdono”, José Tomás Cebrián ha espresso come, dopo anni passati lontano dalla fede, abbia riscoperto il perdono durante un ritiro spirituale, descrivendo questa esperienza come la guarigione di un cuore spezzato. A chiudere le testimonianze, il blocco “io sono la porta che ti apre alla felicità” ha visto le parole di Quique Mira e María Lorenzo, marito e moglie impegnati in un progetto di evangelizzazione. Hanno raccontato un’esperienza di matrimonio inteso non solo come rito ma come impegno quotidiano basato sull’amore reciproco che supera le difficoltà e la superficialità del mondo attuale. Hanno invitato i giovani a non temere di entrare nella “porta del buon pastore”, dove si trova la vera felicità.

Le impressioni dei ragazzi presenti e il significato dell’incontro

Tra la folla di giovani, alcuni hanno condiviso le loro emozioni a voce alta prima dell’inizio dell’evento. Una ragazza ha detto di aver percepito una chiesa viva, giovane e aperta al mondo, mentre un altro giovane ha commentato quanto lo sorprenda vedere così tanti coetanei orgogliosi della propria fede. Un loro amico ha espresso la voglia di “fare un bel chiasso”, nella scia delle parole di papa francesco sul bisogno di una testimonianza gioiosa e coraggiosa dei giovani in chiesa. Questi interventi riflettono il senso di appartenenza e la voglia di mettersi in gioco che ha contraddistinto l’intera giornata. L’incontro ha offerto un’occasione di confronto e di rinvigorimento della fede, consolidando i legami tra i partecipanti e rilanciando il messaggio di comunione e speranza da portare ai propri territori d’origine.

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