L’Unicef ha diffuso nuovi dati drammatici sulle conseguenze del conflitto nella striscia di Gaza, focalizzandosi sulle vittime tra i minori. Dal 18 marzo, data di fine del cessate il fuoco, oltre 1300 bambini sono morti e quasi 3700 sono rimasti feriti. Il bilancio complessivo dall’inizio dell’escalation nel novembre 2023 supera i 50 mila bambini tra morti e feriti. Questi numeri fanno emergere una realtà che da mesi pesa sulla popolazione civile, tra cui molte famiglie con minori.
Aggiornamento sulle vittime infantili dopo il cessate il fuoco
Il rapporto recente indica che dal 18 marzo, quando è terminato il cessate il fuoco, la striscia di Gaza ha visto un nuovo intensificarsi delle violenze con 1309 bambini uccisi e 3738 feriti. Questi dati vengono raccolti da fonti sul campo, tra cui le organizzazioni umanitarie impegnate a monitorare la situazione. La percentuale di danni subiti da minori rimane molto alta, proprio perché i bombardamenti colpiscono zone densamente abitate. Spesso, le infrastrutture civili o le abitazioni di famiglie con bambini subiscono danni diretti, aumentando la probabilità di vittime infantili.
Condizioni di accesso alle cure mediche
Le ferite riportate richiedono trattamenti medici specialistici, ma l’accesso alle cure è frequentemente ostacolato dalla situazione sul territorio. Molti ospedali sono sovraffollati o hanno difficoltà a ricevere forniture essenziali a causa delle restrizioni imposte. Il numero elevato di feriti sottolinea anche la gravità degli attacchi e la vulnerabilità dei bambini nei contesti di guerra urbana.
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Impatto complessivo del conflitto sui minori: più di 50 mila vittime da ottobre 2023
Dal mese di ottobre 2023, da quando la regione ha visto un’escalation significativa del conflitto, più di 50 mila bambini sono stati sia uccisi che feriti a Gaza. Questo dato comprende vittime dirette colpite durante gli attacchi e quelle che si trovano coinvolte nell’emergenza umanitaria più ampia. La violenza prolungata ha minato la sicurezza e la stabilità per intere generazioni, con conseguenze dirette sulla salute fisica e mentale dei minori.
I bambini rimasti coinvolti nel conflitto spesso sperimentano traumi profondi, dovuti alla perdita di familiari, distruzione delle abitazioni e ha mancanza di accesso a servizi educativi e sanitari di base. Includendo le ferite e le morti, si osserva una cifra che rappresenta di fatto un’emergenza in campo umanitario con ripercussioni che dureranno anni.
Appello unicef per la protezione dei civili e la sospensione delle violenze
L’Unicef ha reiterato un appello urgente a tutte le parti coinvolte nel conflitto. L’organizzazione chiede di fermare le violenze per evitare che altri bambini rimangano vittime. “L’esortazione comprende anche il rispetto del diritto internazionale umanitario e delle norme sui diritti umani, garantendo così la protezione delle persone civili in aree di guerra.”
Viene inoltre chiesto di facilitare il passaggio immediato degli aiuti umanitari, fondamentali per le cure mediche, il sostegno psicologico e la fornitura di beni essenziali alle famiglie. L’Unicef rimarca la necessità di liberare gli ostaggi, molti dei quali sono minori, per salvaguardarne la vita e la sicurezza.
Situazione critica e ruolo della comunità internazionale
La situazione resta critica, con numerosi ostacoli alla consegna degli aiuti e alle iniziative di protezione della popolazione civile. La comunità internazionale guarda con attenzione agli sviluppi, consapevole del costo umano di questo conflitto sulle fasce più vulnerabili.