Una svolta decisiva, finalmente, che riguarda la salute degli italiani e che porta l’Italia al primato, gli altri stati non ci hanno ancora pensato.
Ci sono decisioni nel mondo della politica, che segnano un punto di svolta non solo per chi le prende ma anche per l’intera società. Cambiamenti che ci costringono a ripensare al presente, a interrogarci sul futuro e a guardare in faccia problemi spesso ignorati e banalizzati.
Si tratta di primi passi nella giusta direzione, per rimette al centro dell’attenzione il valore della salute umana e della qualità di vita. Una direzione concreta che guarda a un futuro migliore per chi ne ha adesso bisogno e per chi potrebbe usufruirne nei prossimi anni.
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Finalmente un aiuto concreto contro l’obesità
L’Italia, come dicevamo, è pronta a diventare il primo Paese al mondo a riconoscere ufficialmente l’obesità come una malattia vera e propria nella sua legislatura. Una patologia progressiva e recidivante, che non va sminuita come un semplice abuso di cibo, ma che sottostà a fattori ben più gravi e complessi.

Un atto che segna un cambio radicale nel paradigma comune, non più responsabilità individuale e colpevolizzazione ma problema sanitario collettivo a cui prestare attenzione. Non quindi solo un gesto simbolico, ma una vera svolta che porterà con sé cure gratuite, previste dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
È l’inizio di un sistema più giusto, che riconosce l’obesità come una condizione cronica, complessa e non riducibile semplicemente a uno stile di vita scorretto. Attualmente, sono circa sei milioni gli italiani che ne soffrono, un numero enorme, specialmente se si pensa che include un bambino su cinque in sovrappeso.
Una realtà che pesa, letteralmente, anche a livello economico, costando al Servizio Sanitario Nazionale oltre 13 miliardi di euro ogni anno. Solo per curare le conseguenze dell’obesità, come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e tumori, per citare le più comuni che portano i costi alle stelle.
Accanto alle cure, infatti la legge prevede anche una forte azione di prevenzione, con campagne di informazione e sensibilizzazione per adulti e bambini. Anche le scuole diventeranno luoghi strategici per educare a stili di vita più sani e consapevoli, perché la salute comincia da piccoli.
A preoccupare di più sono proprio i dati che riguardano i più giovani, con numeri spaventosamente in aumento per patologie in comorbidità. Sono negli ultimi 20 anni, i casi di tumore nei bambini tra i 10 e i 14 anni di età sono quintuplicati.
Il legame tra alimentazione scorretta e aumento di patologie croniche è ormai chiaro, ignorarlo significa pagare un prezzo altissimo in termini di salute pubblica. Ma serve un cambiamento culturale che smetta di puntare il dito e inizi a comprendere, che offra strumenti concreti, supporto medico e prevenzione.