Nuovo spot di fondazione una nessuna centomila riprende una molestia avvenuta al concerto del primo maggio a roma

Nuovo spot di fondazione una nessuna centomila riprende una molestia avvenuta al concerto del primo maggio a roma

Il laboratorio della fondazione Una Nessuna Centomila lancia uno spot diretto da Anna Foglietta contro le molestie durante eventi pubblici, ispirato a un episodio reale al concerto del Primo maggio a Roma.
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La fondazione Una Nessuna Centomila ha realizzato uno spot, girato anche durante il concerto del Primo maggio a Roma, per denunciare le molestie nei luoghi pubblici e sensibilizzare sull’insicurezza vissuta quotidianamente da molte donne. - Gaeta.it

Il laboratorio artistico della fondazione Una Nessuna Centomila ha lanciato un video che affronta il tema delle molestie durante eventi pubblici. Lo spot è stato girato in parte durante il concerto del Primo maggio a Roma, proprio mentre si verificava un episodio di molestia reale tra il pubblico. La scelta del titolo “È come sembra” vuole sottolineare come la finzione raccontata nella clip rifletta una realtà quotidiana, spesso ignorata, anche nei grandi concerti organizzati dal circuito di AssoConcerti.

La realizzazione dello spot e l’episodio accaduto al concerto del primo maggio

Le riprese dello spot sono iniziate durante il concerto romano del Primo maggio, uno degli eventi musicali più seguiti in Italia. Mentre la troupe guidata da Anna Foglietta lavorava alla creazione di una scena drammatica, sullo sfondo si è verificata una molestia ai danni di una ragazza da parte di tre coetanei. L’episodio, poi denunciato, si è svolto proprio tra la folla che assisteva al concerto. Foglietta, che ha diretto la clip, ha rimarcato questa dissonanza spaventosa: “durante la finzione sul set una persona stava subendo una violenza vera.”

Protagonisti e cast dello spot

Lo spot mostra quattro giovani – interpretati da Sofia Iacuitto, Nicole Rossi, Vittorio Magazzù e Lorenzo Zurzolo – alle prese con situazioni difficili e malintesi, mentre compaiono anche attrici e scrittrici come Michela Cescon, Cristina Donadio, Maria Chiara Giannetta e altre. Il progetto è nato con poche ore di preparazione il 29 aprile, per veicolare un messaggio forte e urgente, nella cornice reale di qualcosa che accade ogni giorno nelle strade e nei luoghi pubblici.

Il messaggio rivolto agli uomini e la rappresentazione della quotidianità

Anna Foglietta ha voluto rivolgere un messaggio che prende di mira in modo diretto chi molesta: uomini definiti “sfigati” per il loro comportamento. Non si tratta però solo di attaccare un gruppo, ma di rappresentare la sensazione diffusa di dover essere sempre vigili. Nel video infatti emerge chiaramente quanto le donne siano costrette a controllare l’ambiente intorno a loro anche in luoghi dove si aspettano sicurezza e divertimento.

La clausura quotidiana vissuta da molte donne

Il tema richiama una condizione di clausura che molte ragazze vivono quotidianamente, messe sotto pressione da comportamenti molesti e dalla paura di incorrere in situazioni pericolose. Nel racconto non manca la denuncia esplicita di questa realtà come una costrizione che limita la libertà personale, una libertà che molti pensano di poter conquistare solo in futuro o in certe condizioni favorevoli.

Le testimonianze delle protagoniste e l’impatto emotivo delle riprese

Sofia Iacuitto, una delle interpreti principali, ha raccontato come sul set ci fosse una tensione palpabile, nonostante la troupe fosse presente. Lei e Nicole Rossi si controllavano a vicenda in modo quasi istintivo, un comportamento che riflette quel senso di allerta che le donne portano con sé. L’amarezza di questa sensazione è evidente quando si immagina un futuro in cui una figlia possa muoversi nel mondo senza mettere in gioco il coraggio per gesti semplici.

Nicole Rossi ha espresso la rabbia che ha provato dopo le prime molestie subite da adolescente. Quel sentimento di frustrazione oggi la spinge a insistere su un messaggio educativo e di denuncia per trasformare quelle esperienze dolorose in un impegno concreto. Il video diventa così una piattaforma per sensibilizzare, invitare a riflettere e far emergere quanto spesso la realtà superi la finzione in gravità e urgenza.

Lo spot come strumento di sensibilizzazione

Il documentario breve si propone di mettere in luce un tema delicato con immagini e volti noti, creando connessioni immediate con chi guarda. Lo spot sarà proiettato soprattutto negli eventi musicali dove, però, accade ancora troppo spesso che donne e ragazze si sentano insicure o minacciate. La scelta di fondere le riprese con il reale episodio accaduto quella sera rende la testimonianza ancora più concreta e difficile da ignorare.

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