La Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha ufficialmente approvato la nomina di Lorenzo Viviani a presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Con un voto favorevole che si è espresso a maggioranza, si attende ora solo un decreto formale per concludere il processo. Questa decisione segue il via libera del Parlamento e rappresenta un punto significativo nella gestione e tutela di uno dei patrimoni naturali più celebrati d’Italia. La figura di Viviani, già deputato della Lega nella scorsa legislatura, solleva interrogativi e speranze in merito alla direzione futura del parco.
Lorenzo Viviani: un professionista con radici sul territorio
Lorenzo Viviani, biologo poco più che quarantenne, è considerato una figura di riferimento per la sua conoscenza approfondita del territorio delle Cinque Terre. Durante le audizioni al Senato e alla Camera, ha enfatizzato l’urgenza di tutelare il territorio, migliorare la qualità delle acque, comprese quelle reflue, e sostenere attività fondamentali come la pesca e l’agricoltura locale. Tali questioni sono state al centro del dibattito politico, sottolineando il bisogno di un approccio olistico ed integrato nella gestione del parco.
Il viceministro e segretario ligure della Lega, Edoardo Rixi, ha così commentato la nomina: “Con la scelta di Viviani, il Parco delle Cinque Terre sarà nelle mani di un professionista profondamente legato al territorio e impegnato nel dialogo con le comunità locali.” Rixi ha espresso fiducia nella capacità di Viviani di guidare il parco verso un futuro di sostenibilità e valorizzazione, evidenziando l’importanza della sua esperienza e competenza.
Critiche e preoccupazioni dalla opposizione
Nonostante il sostegno della Lega e degli alleati, la nomina di Lorenzo Viviani ha suscitato critiche da parte dei deputati dell’opposizione, in particolare da membri del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle. Marco Simiani e Valentina Ghio del PD, insieme a Ilaria Fontana e Roberto Traversi del M5S, hanno espresso il loro disappunto in merito alla tempistica e al metodo di selezione del nuovo presidente, non partecipando al voto in commissione.
Le critiche si concentrano sull’accusa che la nomina rappresenti una mera “occupazione di poltrone”, sminuendo il valore intrinseco della gestione di un parco nazionale. Gli oppositori hanno sollevato preoccupazioni sulla necessità che le comunità locali e la Regione siano maggiormente coinvolte nei progetti di gestione e tutela. “Questa è una forzatura da parte del centrodestra,” hanno detto, “che teme di perdere le elezioni regionali.” È emersa la speranza che si possa incoraggiare una maggiore collaborazione tra le istituzioni e la società civile, affinché il patrimonio naturalistico e culturale delle Cinque Terre venga effettivamente preservato e valorizzato.
Prospettive future per il Parco nazionale delle Cinque Terre
La nomina di Lorenzo Viviani segna un momento decisivo per il futuro del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Con il crescente interesse per la sostenibilità e la preservazione ambientale, la leadership di Viviani potrebbe avviare iniziative cruciali per migliorare la gestione delle risorse naturali e la cooperazione con le comunità locali. Le aspettative sono alte, dato l’importanza ecologica e turistica delle Cinque Terre, che vengono visitate ogni anno da milioni di turisti e rappresentano un’eccellenza del patrimonio naturale italiano.
Le sfide non mancano: dal controllo del flusso turistico alla gestione dei rifiuti, passando per la salvaguardia della biodiversità. Lorenzo Viviani avrà il compito di bilanciare le esigenze economiche della regione con la necessità di tutela ambientale. Attraverso un dialogo attivo con i diversi stakeholders, si spera che si possano sviluppare strategie efficaci per affrontare queste problematiche, garantendo un futuro sostenibile per il parco.