L’incontro svoltosi di recente al ministero delle Imprese e del Made in Italy ha portato aggiornamenti importanti sulla situazione degli stabilimenti Electrolux in Italia. Al centro della discussione ci sono stati soprattutto i cinque siti produttivi italiani, compreso l’impianto di Cerreto D’Esi, in provincia di Ancona, dove si concentrano alcune criticità legate alla produzione e all’occupazione. Le trattative cercano di mantenere l’attività senza ricorrere a licenziamenti, attraverso soluzioni temporanee e un’attenzione costante allo stato produttivo e finanziario delle fabbriche.
La situazione di electrolux a cerreto d’esi e gli accordi sindacali in vigore
Lo stabilimento di Cerreto D’Esi coinvolge attualmente 172 dipendenti che lavorano secondo un regime di sei ore al giorno, distribuite su turni, grazie a contratti di solidarietà che sono stati confermati per tutto il 2025. Questo strumento, negoziato con le organizzazioni sindacali, serve a evitare tagli nel personale permettendo però di ridurre l’orario di lavoro. L’obiettivo finale è mantenere tutti occupati, facendo “lavorare meno per lavorare tutti”. La produzione prevista per quest’anno si attesta sulle 80mila cappe aspiranti per cucina, un numero similare a quello dell’anno precedente. La gran parte di questi apparecchi è destinata all’uso interno piuttosto che alla vendita esterna, mantenendo così un certo equilibrio nel ciclo produttivo locale.
La produzione e i volumi negli altri stabilimenti italiani
Per gli altri quattro stabilimenti Electrolux nelle regioni italiane la prospettiva è leggermente diversa, con un aumento dei volumi di produzione previsto per il 2025. Questo rappresenta un dato da monitorare rispetto al quadro generale dell’azienda, che sottolinea però la situazione di Cerreto d’Esi come particolare e delicata. La celebre azienda ha confermato durante l’incontro di voler investire complessivamente 72 milioni di euro nel territorio nazionale, con una quota di 1,4 milioni destinata proprio alla fabbrica delle Marche. Questi fondi dovrebbero servire a supportare la produzione, la ricerca e sviluppo, e l’efficientamento generale degli impianti. È chiaro che l’azienda punta a migliorare alcuni aspetti chiave tra cui i costi energetici e l’adeguamento alle normative europee, aspetti che incidono pesantemente sulla gestione operativa.
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Le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali e la situazione del personale
Il rappresentante della Fiom, Pierpaolo Pullini, ha espresso preoccupazione per lo stabilimento di Cerreto d’Esi, evidenziando come la mancanza di aumento di produzione nel 2025 rischi di compromettere la stabilità futura del sito. Pullini ha ribadito che nessuno stabilimento, per ora, è a rischio chiusura, ma ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un controllo continuo sulla situazione. Un dato che emerge è la riduzione del numero di dipendenti causata soprattutto dalle uscite incentiviate, passate da un numero precedente a 172 unità attuali. Questi dati si combinano con un numero di ore di lavoro che non aumenta, esponendo lo stabilimento a possibili problematiche in termini di carico e produttività nelle prossime mensilità. La preoccupazione dunque si concentra sull’equilibrio tra occupazione e volume di lavoro previsto, dove ogni variazione potrebbe avere ripercussioni negative.
Investimenti e fattori critici per la produttività secondo la direzione aziendale
Durante il vertice ministeriale la direzione di Electrolux ha specificato alcuni fattori che ritiene fondamentali per il buon funzionamento degli stabilimenti nel prossimo futuro. Tra questi c’è il costante bisogno di migliorare l’efficienza produttiva, un punto cruciale per mantenere competitività in un mercato caratterizzato da alti costi nei materiali e nell’energia. La direzione ha inoltre citato il sostegno alla ricerca e sviluppo, indispensabile per innovare la gamma di prodotti e mantenere attrattività sul mercato. Il contenimento del costo dell’energia rimane una voce importante nel bilancio aziendale, soprattutto alla luce delle oscillazioni nei prezzi recenti. Infine, è stata evidenziata la complessità nell’adeguarsi ai regolamenti europei, ritenuti a volte pesanti e capaci di incidere sulle decisioni produttive e di investimento. Questi aspetti rappresentano grandi sfide da affrontare nel breve e medio termine.
Anche se la situazione attuale non evidenzia cambiamenti drastici, la realtà a Cerreto d’Esi richiede una vigilanza costante. L’equilibrio tra le esigenze produttive dell’azienda e la salvaguardia dell’occupazione del territorio resta un nodo da sciogliere, soprattutto nei mesi futuri. Il quadro disegnato da questo nuovo incontro ospitato al ministero mostra una realtà complessa, fatta di numeri e strategie ma anche di tensioni sociali che chiedono risposte rapide e concrete.