Nuovi sviluppi Sull’inchiesta per l’esplosione al deposito Eni Di Calenzano: coinvolto nuovo indagato

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Inchiesta esplosione Eni a Calenzano, spunta un nuovo indagato - Gaeta.it

Sara Gatti

18 Settembre 2025

L’inchiesta della procura di Prato sull’esplosione avvenuta nel deposito Eni di Calenzano si arricchisce di un nuovo capitolo con l’iscrizione di una persona nel registro degli indagati. Il procedimento, già complesso, mira a chiarire le responsabilità dietro un evento che ha causato molteplici conseguenze gravi, ed è attualmente interessato da un incidente probatorio in corso.

Notificato un nuovo avviso di garanzia a Andrea Strafelini per omicidio colposo e disastro colposo

La procura ha ufficialmente notificato l’avviso di garanzia ad Andrea Strafelini, che ricopre il ruolo di coordinatore operativo giornaliero e preposto presso il deposito di Calenzano. Le accuse a suo carico includono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali colpose. Questo nuovo inserimento nel fascicolo d’indagine deriva in parte dalle dichiarazioni di un altro imputato, Enrico Cerbino, che ha fornito elementi giudicati rilevanti dagli inquirenti.

Strafelini è chiamato a rispondere dunque di eventi legati alla gestione operativa del sito, che hanno avuto un risvolto tragico. La posizione di coordinatore operativo, infatti, comporta responsabilità dirette sul controllo e sulla sicurezza quotidiana delle attività svolte, aspetti cruciali nel contesto di un impianto di stoccaggio di sostanze pericolose come quello di Calenzano. L’iscrizione nel registro degli indagati conferma la volontà della procura di approfondire ogni elemento disponibile per individuare eventuali omissioni o negligenze.

Estensione dell’incidente probatorio e calendario dell’udienza fissata

Gli inquirenti hanno chiesto al giudice per le indagini preliminari di estendere l’incidente probatorio anche a Strafelini. Questa misura, adottata per acquisire testimonianze e prove in modo vincolante, è parte del percorso giudiziario finalizzato a preservare elementi di prova fondamentali prima dell’eventuale apertura di un processo. L’udienza in cui si discuterà tale richiesta è stata fissata per il 3 ottobre.

L’incidente probatorio coinvolge già altri indagati e rappresenta una fase delicata dell’inchiesta, in cui la procura cerca di consolidare la ricostruzione dei fatti. Ora si conta in totale dieci persone indagate, oltre al coinvolgimento formale della società Eni, che gestisce il deposito. La procedura testimonia la complessità della vicenda e l’attenzione delle autorità nel garantire un trattamento rigoroso delle responsabilità.

Le prossime settimane saranno decisive per chiarire il quadro investigativo, con l’obiettivo di fare chiarezza sulle cause dell’esplosione e le eventuali mancanze nella gestione della sicurezza all’interno dell’impianto. La magistratura intende approfondire ogni possibile rilievo che potrebbe emergere dall’accertamento probatorio in corso, coinvolgendo i soggetti direttamente interessati.

Il contesto dell’esplosione e le implicazioni giudiziarie attuali

L’esplosione nel deposito Eni di Calenzano ha aperto un’indagine complessa, evidenziando la necessità di stabilire responsabilità precise in tema di sicurezza sul lavoro e gestione degli impianti industriali pericolosi. Il procedimento penale prende in considerazione non solo il danno materiale e umano causato, ma anche le condizioni di controllo e vigilanza che avrebbero potuto impedire il disastro.

La presenza di molteplici indagati sottolinea il tentativo della procura di analizzare il ruolo di diversi livelli gerarchici e funzioni operative, per capire se ci siano state omissioni o carenze che hanno contribuito al tragico evento. Il nuovo avviso a Strafelini segna una fase ulteriore dell’indagine, con possibili ripercussioni anche sulle modalità di supervisione e coordinamento del sito.

La partecipazione diretta di Eni come parte coinvolta rafforza la dimensione più ampia dell’inchiesta, che guarda non solo ai singoli responsabili ma anche alla responsabilità aziendale. Nel frattempo, i procedimenti in corso mantengono alta l’attenzione sulle misure di sicurezza industriale e sull’urgenza di garantire ambienti di lavoro protetti, specie in realtà a rischio elevato.