Nuovi sviluppi nella villetta dei poggi: sopralluogo ris e l’impronta palmare ormai illeggibile

Nuovi sviluppi nella villetta dei poggi: sopralluogo ris e l’impronta palmare ormai illeggibile

Le indagini sulla morte di Chiara Poggi riprendono con un nuovo sopralluogo del RIS in via Jannacci, ma il deterioramento dell’impronta palmare numero 33 complica l’analisi delle prove chiave.
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Le indagini sulla morte di Chiara Poggi riprendono con un nuovo sopralluogo nella villetta di via Jannacci, ma il deterioramento dell’impronta palmare numero 33 complica l’analisi delle prove chiave. - Gaeta.it

L’indagine sulla morte di Chiara Poggi riprende slancio dopo un nuovo sopralluogo del reparto investigazioni scientifiche nella villetta di via Jannacci. Le indagini cercano di fare luce sugli ultimi momenti vissuti dalla giovane. Emersa una nuova difficoltà nell’analisi di una traccia palmare chiave, l’impronta numero 33, ormai compromessa a causa del deterioramento dell’intonaco. Le novità spingono gli inquirenti a rimettere mano ad alcuni elementi considerati fondamentali nelle fasi iniziali dell’inchiesta.

Un controllo approfondito nella villetta di via Jannacci

Nei giorni scorsi, una squadra del ris è tornata nella villetta di via Jannacci, teatro della tragedia. Il sopralluogo ha l’obiettivo di verificare nuovamente le condizioni dell’ambiente e degli oggetti presenti al momento del decesso di Chiara Poggi. L’intervento è stato guidato da tecnici dell’Arma con esperienza nelle analisi di scena del crimine. Questo passaggio serve a riscontrare elementi mai pienamente valutati o rivalutare dettagli emersi nella prima fase delle indagini.

Durante il sonoro lavoro di controllo in casa, gli esperti del ris hanno osservato particolari sullo stato delle pareti, in particolare in corrispondenza dell’intonaco dove era stata individuata una traccia palmare che poteva mettere a fuoco possibili movimenti o presenze nel momento fatale. Vengono riportati dettagli precisi, fino alle condizioni dell’intonaco che, con il passare del tempo e l’esposizione a diversi fattori ambientali e manomissioni accidentali, si è deteriorato.

Rivalutazione delle prove e nuove analisi forensic

Insieme al sopralluogo, i carabinieri stanno rivedendo tutte le prove raccolte in passato, con l’idea di effettuare un confronto più aggiornato e, eventualmente, di procedere con nuove analisi forensic riguardanti le evidenze emerse in quel periodo. Il caso di Chiara Poggi mantiene alto l’interesse per la complessità della scena e le molteplici ombre sul quadro processuale.

Un impronta palmare chiave: la numero 33

Tra gli elementi più importanti segnalati in questa nuova fase investigativa vi è l’impronta palmare etichettata come numero 33. Quest’ultima è stata considerata un punto potenzialmente decisivo perché avrebbe potuto indicare la presenza di una o più persone nella stanza, nel momento più vicino al fatto di sangue.

Durante le indagini precedenti, i ripetuti esami su questa impronta non avevano rilevato tracce di sangue o fluidi biologici che potessero renderla analizzabile o attribuibile in modo certo. In effetti, l’assenza di queste tracce aveva già reso complicato sfruttare quell’indice come prova chiave.

Ora, l’intonaco su cui era impressa l’impronta palmare risulta consumato, a tal punto da compromettere la lettura della stessa. Questo fenomeno può derivare da condizioni di umidità, sbalzi di temperatura e operazioni di pulizia o spostamenti fatti nel tempo dalla prima raccolta delle prove fino al nuovo sopralluogo. In pratica, l’impronta non è più leggibile e non può essere recuperata per ulteriori test o affinamenti tecnici.

Un ostacolo per le investigazioni

Il deterioramento di quest’impronta rappresenta un impaccio notevole per gli investigatori, impegnati ora a ricostruire la dinamica senza poter contare più su questo indizio che aveva acceso diverse discussioni nella comunità degli esperti.

Riflessioni sull’importanza delle tracce nella scena del crimine

La vicenda della villetta dei Poggi dimostra come la conservazione delle prove sia fondamentale per lo svolgimento di indagini di polizia scientifica. Elementi come impronte o tracce biologiche possono deteriorarsi anche in breve tempo, se non protetti in modo adeguato. Nel caso di Chiara Poggi, qualche incertezza iniziale sulle tracce rilevate ha indotto una revisione del materiale raccolto per tentare di colmare i vuoti investigativi.

Il fatto che le analisi iniziali non abbiano mostrato presenza di sangue sull’impronta palmare numero 33 complica la ricostruzione di quel che è avvenuto immediatamente prima o dopo il fatto di sangue. I riscontri dovranno basarsi su altri dettagli, dalla posizione degli oggetti agli elementi raccolti sui corpi o nell’ambiente, già analizzati nel corso dell’inchiesta.

Difficoltà tecniche e variabili ambientali

Questo caso si collega anche alle difficoltà tecniche e alle variabili che possono influire sull’esito delle prove raccolte, come la gestione dei sopralluoghi, le condizioni dell’ambiente, o azioni involontarie di terzi che possono danneggiare la scena.

Per ora, le investigazioni proseguono guardando con attenzione ai documenti, alle fotografie e ai nuovi accertamenti che i ris potranno effettuare anche su altri reperti ancora disponibili, per smussare le lacune suscitate dal deterioramento di tracce strategiche.

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