Nuovi sviluppi nei gialli di Simonetta Cesaroni e Serena Mollicone: intervista a Carmelo Lavorino

Nuovi sviluppi nei gialli di Simonetta Cesaroni e Serena Mollicone: intervista a Carmelo Lavorino

Carmelo Lavorino, criminologo esperto, discute i casi irrisolti di Simonetta Cesaroni e Serena Mollicone, evidenziando errori investigativi e la necessità di un approccio collaborativo per risolverli.
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Nuovi sviluppi nei gialli di Simonetta Cesaroni e Serena Mollicone: intervista a Carmelo Lavorino - Gaeta.it

I gialli di Via Carlo Poma e Arce continuano a monopolizzare l’attenzione del pubblico e degli esperti. La tragica morte della 21enne Simonetta Cesaroni nel 1990 e quella dell’18enne Serena Mollicone nel 2001 sono entrambi casi irrisolti, che animano dibattiti e conferenze da decenni. Carmelo Lavorino, noto perito criminologo e autore di diverse inchieste sui due delitti, ha recentemente condiviso con noi dettagli delle sue esperienze e le ultime novità relative a questi casi.

La battaglia legale e le querele: un caso personale

Durante la nostra conversazione, Lavorino ha rivelato di aver intrapreso diverse azioni legali contro persone che ritiene abbiano attaccato la sua integrità professionale. Secondo lui, queste persone hanno fatto di questa vicenda una questione personale, alimentata da rancore nei suoi confronti. “Le mie querele sono state una reazione necessaria a un clima di odio che si è creato attorno a me”, ha spiegato.

Il criminologo ha inoltre espresso la sua perplessità per la mancanza di sostegno da parte delle autorità locali, in particolare del Sindaco di Cassino, dopo che lui e il suo team sono stati aggrediti da una folla infuriata. Questo episodio ha aumentato la sua sensazione di isolamento e di battaglia impari contro un sistema che però, a suo avviso, sarebbe determinato a mantenere le proprie convinzioni, nonostante la sua lunga carriera e le importanti scoperte fatte.

Un ulteriore punto di contesa è rappresentato dai suoi libri, ritenuti problematici da alcuni personaggi pubblici. “La mia opera non è stata ben vista da chi preferirebbe mantenere il silenzio su questioni molto scottanti”, ha affermato, sottolineando come le sue indagini abbiano svelato negli anni errori e contraddizioni fatali nelle indagini ufficiali.

Gli sviluppi sul caso di Serena Mollicone

Passando al caso di Serena Mollicone, Lavorino ha confermato che i risultati delle indagini non sono incoraggianti. “Le incertezze continuano a prevalere”, ha detto. I dettagli delle inchieste precedenti, a suo avviso, evidenziano errori strategici da parte degli inquirenti. La focalizzazione su persone poi risultate innocenti ha solo rallentato il progresso della verità.

Sottolinea che la prossima udienza del 11 marzo 2025 presso la Cassazione sarà cruciale solo per stabilire la legittimità delle precedenti sentenze. Nel frattempo, se gli inquirenti non si mostrano aperti a un’alleanza con lui, Lavorino teme che la situazione rimarrà stagnante. La mancanza di un approccio collaborativo è vista da lui come un rischio non solo per le indagini, ma anche per l’attività della giustizia stessa.

Il cold case di Simonetta Cesaroni: ultimatum alle indagini

Nel caso di Simonetta Cesaroni, il criminologo ha lanciato l’allerta. Secondo lui, ci si trova all’“ultima chance” di risolvere questa drammatica vicenda. Grazie a un’ordinanza del Gip Giulia Arcieri, le indagini sono state riaperte, mettendo in evidenza sei esposti presentati negli anni. Lavorino ha riferito che il suo esposto, unitamente al suo libro “Via Poma – Inganno Strutturale Tre”, ha fornito spunti inediti e dossier utili per l’esame del caso.

All’interno del suo lavoro, Lavorino ha elencato una serie di elementi da approfondire, come la particolarità delle ferite inflitte alla Cesaroni e il profilo dell’assassino. Tra le sue affermazioni, risalta che l’arma del delitto sarebbe un tagliacarte e che l’assassino abbia colpito utilizzando la mano sinistra, ipotesi che, se confermata, restringerebbe notevolmente il cerchio degli indiziati.

La questione dei depistaggi e la connessione ai servizi segreti

Infine, il criminologo ha affrontato la questione di eventuali depistaggi nelle indagini, accennando a un possibile coinvolgimento dei servizi segreti. Sebbene neghi che questi abbiano partecipato direttamente all’omicidio, Lavorino ha affermato che il loro attivismo nella gestione della scena del crimine potrebbe aver alterato alcuni elementi fondamentali delle indagini. Secondo lui, ci sono stati casi di manipolazione delle prove e degli indizi all’interno della struttura investigativa, atti a proteggere la riservatezza dell’intero ambito.

Questi temi scottanti rimangono nel dibattito pubblico mentre nuove informazioni continuano a emergere. La speranza è che sia possibile arrivare finalmente a una soluzione chiara, nell’interesse della giustizia e della memoria delle vittime.

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