L’analisi delle onde sismiche sul pianeta rosso ha cambiato la visione tradizionale della sua struttura interna. Dati raccolti dal lander InSight tra il 2018 e il 2022 mostrano che il mantello di Marte non è stratificato e regolare come si pensava. È invece popolato da frammenti di grandi dimensioni, frutto di colossali collisioni avvenute nelle prime fasi della storia del pianeta. Questi elementi, larghi fino a quattro chilometri, raccontano di un passato violento e immutato nel tempo, rendendo l’interno di Marte un luogo complesso e irregolare, molto diverso dalla Terra.
Il mantello di Marte: un ammasso di rocce frammentate e non stratificate
I dati sismici raccolti dal lander InSight hanno permesso di osservare il comportamento delle onde generate da terremoti marziani. Un gruppo di ricerca dell’Imperial College di Londra ha studiato gli otto eventi sismici più intensi registrati tra il 2018 e il 2022. L’analisi ha svelato modelli di interferenza nelle onde che indicano un mantello ricco di materiale frammentato. Al contrario di quanto si pensava, il mantello non appare organizzato in strati omogenei e lisci ma assomiglia piuttosto a un biscotto roccioso, spesso irregolare e punteggiato da grandi fragili detriti. Questi pezzi intrappolati nel mantello raggiungono estensioni fino a quattro chilometri, una dimensione che testimonia la violenza degli eventi originari.
Lo scenario dipinto osservando queste onde sismiche si discosta nettamente dalla struttura ordinata osservata in altri corpi planetari con attività interna più dinamica. La presenza di questi frammenti rocciosi rende l’interno di Marte un mosaico caotico, quasi congelato in questa condizione dall’assenza di processi simili alla tettonica terrestre.
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Gli impatti primordiali che hanno plasmato Marte
Il team londinese propone che questi grandi frammenti trovati nel mantello siano residui delle fasi iniziali della formazione di Marte, quando la superficie del pianeta fu colpita da impatti giganteschi. Quegli scontri con corpi di dimensioni planetarie forti abbastanza da sciogliere ampie porzioni della crosta creando enormi oceani di magma. Questo processo ha modificato profondamente la struttura interna. Quando quegli oceani di magma si sono raffreddati, i vari elementi hanno iniziato a cristallizzare separatamente, lasciando un insieme composito di materiali diversi.
La teoria è che proprio questa disposizione frammentata di rocce e materiali cristallizzati, residuo degli oceani di magma, sia rimasta intrappolata nelle profondità del pianeta. Secondo il dottor Constantinos Charalambous, principale autore della ricerca, “quello che oggi si osserva nel mantello marziano è in gran parte ciò che resta di quei potenti impatti e del processo di raffreddamento avvenuto oltre 4 miliardi di anni fa.”
Come Marte differisce dalla Terra nel suo interno
Il confronto con la Terra aiuta a capire perché il mantello di Marte si sia mantenuto intatto e frantumato invece di rimescolarsi nel tempo. La tettonica a placche della Terra ricicla costantemente la crosta trasformandola nelle profondità del mantello tramite processi di subduzione. Questo rimescolamento contribuisce a creare una struttura interna più uniforme e in movimento costante.
Su Marte, invece, dopo gli impatti iniziali la crosta si è solidificata rapidamente in una sorta di coperchio stabile e stagnante, che sigilla il mantello sottostante. Questo ha intrappolato le prime strutture interne, preservandole come una capsula del tempo. I dati sismici interpretati dagli scienziati offrono un’occasione unica per osservare l’interno di un pianeta praticamente immutato dalla sua nascita, spiegando come Marte riveli oggi un passato che sulla Terra è stato cancellato dai processi geologici attivi.
Questa scoperta apre nuove strade per comprendere la storia primordiale non solo di Marte, ma dei corpi planetari in generale, descrivendo un pianeta che conserva ancora profonde tracce del suo passato tumultuoso.