Nuove tensioni sui dazi Usa per Parmigiano Reggiano e Grana Padano, l’Italia corre ai ripari

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Dazi Usa minacciano Parmigiano e Grana, l’Italia reagisce. - Gaeta.it

Marco Mintillo

28 Agosto 2025

L’aumento delle tariffe doganali negli Stati Uniti sul Parmigiano Reggiano e il Grana Padano sta mettendo in crisi le esportazioni italiane. Dopo un accordo tra Ue e Stati Uniti ad agosto 2025, che fissava i dazi al 15%, alcune dogane americane hanno però adottato un’interpretazione diversa, raddoppiando le tariffe. La Farnesina è intervenuta per far rispettare le condizioni previste e tutelare i prodotti italiani sul mercato Usa.

Dazi Usa sui formaggi Dop: un sistema complicato e gli ultimi sviluppi

Da tempo l’ingresso di Parmigiano Reggiano e Grana Padano negli Usa è tassato con dazi che, fino agli anni ’60, si aggiravano intorno al 15%. Nel 2025, però, le autorità americane hanno aggiunto un ulteriore 10%, portando il totale al 25% per questi formaggi Dop. Il 7 agosto 2025, dopo un’intesa tra Ue e Stati Uniti, si è tornati a un dazio unico del 15% per quantità entro certi limiti di importazione.

L’accordo consente a una quota limitata di formaggio europeo di entrare negli Usa pagando il 15%. Per le quantità che superano questo tetto, scatta un dazio extra fisso di 2,2 euro al chilo. Un sistema già complesso, che però ha creato confusione tra le dogane di New York e New Jersey.

Il caso del 27 agosto 2025: dazi raddoppiati, un’interpretazione contestata

Il 27 agosto, le dogane di New York e New Jersey hanno applicato un dazio più alto rispetto a quanto previsto. Hanno imposto un ulteriore 15% sulle quantità già tassate con il dazio fisso di 2,2 euro/kg. Per importatori e produttori, questo ha significato un aumento dei costi che quasi raddoppia la tariffa complessiva rispetto all’accordo tra Ue e Usa.

Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, ha spiegato che “questo dazio aggiuntivo non rispetta l’intesa, che prevede un’unica aliquota totale del 15%. In pratica, o si applica il dazio del 15% o quello fisso, ma non entrambi insieme.” Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano, ha denunciato come “in alcuni casi i costi doganali salgano fino a 5 dollari al chilo, quasi il 30% del prezzo finale del formaggio.”

Italia in prima linea: il ministero degli Esteri chiede chiarimenti immediati

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha preso posizione contro questi errori nell’applicazione dei dazi. Ha chiesto alla Task Force Dazi della Farnesina di intervenire subito per chiarire e correggere la situazione. Le autorità italiane hanno già avviato contatti con l’ambasciata Usa a Roma e con la Commissione Europea, per far rispettare le condizioni stabilite.

Con questi interventi diplomatici e amministrativi si punta a contenere i danni commerciali causati da questa interpretazione penalizzante. La questione è importante, visto che oltre il 35% delle esportazioni di Parmigiano Reggiano e Grana Padano verso gli Stati Uniti supera le quote di licenza, corrispondenti a circa 200.000 forme da 40 kg ciascuna.

I rischi per i produttori italiani negli Usa e le prospettive future

Questi problemi con i dazi mettono sotto pressione vendite e margini dei produttori italiani di formaggi Dop negli Stati Uniti, uno dei mercati chiave per questi prodotti. L’aumento inatteso dei costi doganali rischia di tagliare la competitività delle specialità italiane, già soggette a regole molto rigide.

I consorzi di tutela stanno lavorando per fare chiarezza sulle procedure doganali e sottolineano come errori nell’interpretazione degli accordi possano mettere a rischio rapporti commerciali consolidati da decenni. Toccherà alla diplomazia italiana ed europea evitare che questo malinteso si trasformi in un danno economico e di immagine duraturo. Nel frattempo, il sistema doganale Usa resta sotto stretta osservazione, per evitare che si ripetano episodi simili.