Nuove scoperte sulla memoria epigenetica del tessuto adiposo dopo la chirurgia bariatrica

Nuove scoperte sulla memoria epigenetica del tessuto adiposo dopo la chirurgia bariatrica

uno studio pubblicato su Nature evidenzia come la chirurgia bariatrica modifichi il tessuto adiposo in soggetti con obesità, ma le alterazioni epigenetiche persistono e influenzano la memoria metabolica e il mantenimento del peso.
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Uno studio pubblicato su *Nature* evidenzia come la chirurgia bariatrica non elimini completamente le alterazioni epigenetiche nel tessuto adiposo dei soggetti obesi, spiegando la difficoltà nel mantenimento della perdita di peso nel lungo termine e suggerendo la necessità di terapie personalizzate. - Gaeta.it

Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature apre una discussione importante sulle possibilità reali di perdita di peso nei soggetti con obesità. La ricerca ha analizzato cambiamenti cellulari e genetici nel tessuto adiposo di persone obese prima e dopo un intervento di chirurgia bariatrica, mettendo in luce meccanismi che influenzano il mantenimento del peso nel lungo periodo.

Analisi tissutale e campionamento prima e dopo l’intervento chirurgico

Il gruppo di ricerca si è concentrato su dieci soggetti, di cui cinque magri e cinque obesi senza diabete diagnosticato. I cinque obesi, così come i magri, includevano uomini e donne per garantire un confronto equilibrato. Nei pazienti obesi, i ricercatori hanno prelevato campioni di tessuto adiposo sottocutaneo e omentale, prima e due anni dopo l’intervento di chirurgia bariatrica.

Dettagli sul campionamento

Questa scelta di campioni ha permesso di verificare gli effetti a livello cellulare e molecolare, osservando come la perdita di peso influenzasse non soltanto gli adipociti, cioè le cellule deputate all’accumulo di grasso, ma anche altre cellule presenti nel tessuto adiposo. Sono state analizzate cellule progenitrici degli adipociti, cellule del mesotelio, componenti del sistema immunitario e cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni.

L’obiettivo era verificare eventuali modifiche del DNA e capire se la chirurgia bariatrica potesse riportare queste cellule a uno stato comparabile a quello degli individui magri. Il campionamento ripetuto dopo due anni ha fornito informazioni su come il tessuto risponde al dimagramento a lungo termine.

Alterazioni nel tessuto adiposo e memoria metabolica

Dall’analisi dei campioni è emersa una chiara alterazione nel funzionamento di specifici geni nel tessuto adiposo dei soggetti obesi, che persisteva anche a distanza di due anni dall’intervento. Questi cambiamenti risultavano significativamente diversi da quelli riscontrati nei soggetti magri.

Secondo l’articolo, il tessuto adiposo non forma cellule con una composizione completamente nuova quando si ingrassa, ma subisce modifiche epigenetiche, cioè cambiamenti nella regolazione dei geni che rimangono stabili nel tempo. Anche dopo aver perso peso con la chirurgia, queste modifiche non si annullano completamente.

La memoria epigenetica

Questo fenomeno è noto come “memoria epigenetica” e spiega in parte perché difficilmente si mantiene la perdita di peso stabile. Lo studio ha confermato l’esistenza di una sorta di memoria metabolica nel tessuto adiposo, che potrebbe essere responsabile del cosiddetto effetto yo-yo, dove il peso tende a tornare dopo una prima fase di dimagrimento.

Riflessioni sulle terapie per l’obesità

Il risultato dello studio solleva dubbi sul successo degli interventi volti alla perdita di peso, specie quelli basati esclusivamente su diete o interventi chirurgici. La persistenza di alterazioni genetiche nei tessuti significa che ingrassare e dimagrire non portano mai a condizioni metaboliche identiche.

Questa scoperta impone di ripensare le strategie di cura dell’obesità, puntando a trattamenti che tengano conto dei cambiamenti epigenetici nel tessuto adiposo. Spiega anche perché molte persone, pur raggiungendo un calo di peso significativo, faticano a consolidarlo nel tempo.

Dal punto di vista medico, lo studio suggerisce che un monitoraggio a lungo termine e approcci personalizzati saranno fondamentali per gestire l’obesità. Restano aperte domande sulla possibilità di intervenire sulle modifiche epigenetiche, aprendo la strada a futuri studi sulle terapie mirate.

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