Dal 1° febbraio 2025, il panorama cinematografico italiano si arricchisce di una nuova classificazione per i film, fissata dal ministero della Cultura e destinata a influenzare le scelte di visione delle famiglie. La nuova categoria, denominata “Opere non adatte ai minori di anni 10“, introduce un sistema di valutazione con un’icona distintiva per avvertire i genitori riguardo contenuti sensibili e potenzialmente inappropriati per i bambini. Questa novità si colloca in un contesto più ampio di attenzione verso la tutela dei minori e il loro accesso ai media.
La classe di età e le nuove regole
La nuova classificazione si affianca a quelle già esistenti, che includono opere per tutti, film non adatti ai minori di anni 6, opere vietate ai minori di anni 14 e 18. La Commissione apposita si occupa di esaminare i contenuti dei film sulla base di parametri specifici, come la presenza di elementi di violenza, sesso, comportamenti devianti, uso di linguaggio offensivo e discriminazione. Ogni film viene quindi valutato per stabilire la sua idoneità a diverse fasce di età.
Una delle caratteristiche principali della nuova categoria è che, nonostante i film siano sconsigliati per il pubblico sotto i 10 anni, la responsabilità della visione resta in capo ai genitori. Saranno questi ultimi a decidere se mostrare o meno il film ai propri figli, basandosi sulla propria valutazione individuale.
Le reazioni del settore cinematografico
L’introduzione della nuova disciplina ha trovato un’accoglienza positiva da parte degli operatori del settore, compreso Rai Cinema. Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, ha espresso entusiasmo per l’iniziativa, sottolineando che questo passaggio rappresenta un’importante evoluzione per l’industria cinematografica. La categorizzazione, secondo )Del Brocco, offre la possibilità di tutelare una fascia di pubblico vulnerabile, che si trova in una fase cruciale di sviluppo.
Questa nuova classificazione è vista come un tentativo di rispondere a esigenze di mercato e di sensibilità sociale. L’introduzione della categoria permette, infatti, di identificare opere che non necessitano di un divieto assoluto ma che potrebbero non essere adatte a una porzione specifica della giovane audienzia.
L’importanza della tutela dei minori
Con l’approvazione del decreto-legge n. 201 del 27 dicembre 2024, la questione della protezione dei minori nel consumo di contenuti audiovisivi si fa sempre più attuale. Gli studi dimostrano che i bambini e i ragazzi sono particolarmente impressionabili e il tipo di contenuto a cui vengono esposti può influenzare il loro sviluppo emotivo e sociale.
La Commissione di classificazione, guidata da Luigi Carbone, si impegna a coniugare l’attività di valutazione con le peculiarità artistiche e culturali dei film. Questa volontà di proteggere i giovani spettatori va a braccetto con la necessità di garantire anche l’accesso a opere che, pur avendo contenuti delicati, non influiscono negativamente sullo sviluppo psico-emotivo.
Database consultabile e risorse per le famiglie
Il ministero della Cultura ha messo a disposizione anche un database online consultabile sul sito del MIC, per consentire ai genitori di informarsi su specifici titoli e sui contenuti classificati. Questo strumento è fondamentale per favorire una scelta consapevole delle opere da condividere con i bambini, agevolando anche il compito dei genitori nel monitorare cosa i propri figli guardano.
Con l’avvento di questa nuova categoria, le famiglie italiane possono letteralmente “navigare” nel mondo del cinema con maggiore sicurezza, avendo a disposizione strumenti che facilitano il discernimento tra contenuti adatti e quelli da evitare. Le nuove regole rappresentano dunque una sinergia tra l’industria cinematografica e la famiglia, adeguando l’offerta a esigenze specifiche di tutela e crescita dei più giovani.