Il 13 agosto 2007 Chiara Poggi fu uccisa nella sua casa di Garlasco, uno degli omicidi più discussi nella provincia di Pavia. Ora la procura locale ha riaperto il caso, concentrandosi su indagini collegate a una vicenda di ricatto a sfondo sessuale che coinvolge don Gregorio Vitali, ex rettore del santuario della Bozzola. La nuova fase investigativa potrebbe aggiungere dettagli inediti alle indagini sul delitto, puntando a chiarire sospetti che legano vittima e protagonisti di quella storia.
La vicenda del ricatto a don gregorio vitali e i protagonisti
Don Gregorio Vitali è un sacerdote noto nel territorio pavese. Nel corso degli anni scorsi è stato vittima di un ricatto costruito da due cittadini di origine romena, Flavius Savu e Florin Tanasie. Questi ultimi, secondo quanto accertato, avevano approfittato della posizione del religioso per registrare video a contenuto sessuale, allo scopo di richiedere denaro per non diffonderli. Lo stratagemma prendeva di mira la reputazione pubblica di don Vitali, un punto delicato dato il ruolo religioso e sociale ricoperto.
Le minacce iniziarono subito dopo la sottrazione delle immagini compromettenti, con i malviventi che pretendevano pagamenti per mantenere segreto il materiale. Don Vitali scelse di denunciare la situazione, portando le autorità a intervenire e avviare le indagini. La scelta di non tacere attirò l’attenzione mediatica, vista la riservatezza e il peso morale della questione.
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Il procedimento giudiziario e la fuga dei responsabili
La procura di Pavia avviò un procedimento per estorsione aggravata nei confronti di Savu e Tanasie. Nel 2014 il tribunale locale sentenziò la condanna per entrambi. Purtroppo, i due imputati erano già spariti: avevano fatto perdere le loro tracce da tempo e risulta tuttora attivo un mandato di cattura internazionale. La latitanza dei due ha rallentato gli ulteriori approfondimenti e rimane un nodo non risolto.
Questa fuga ha complicato la gestione del caso e ha posto nuovi interrogativi sulla rete di rapporti intorno al santuario e ai protagonisti della vicenda. L’assenza fisica degli imputati lascia aperti molti spazi di dubbio, tanto che l’inchiesta segue altre piste parallele.
Ipotesi di collegamento tra il ricatto e l’omicidio di chiara poggi
Un aggiornamento importante arriva dal legale di Andrea Sempio, una delle persone indagate nel nuovo filone sull’omicidio di Chiara Poggi. L’avvocato Massimo Lovati ha riferito di un presunto “segreto” che la giovane avrebbe scoperto. Questo segreto riguarderebbe episodi a sfondo sessuale accaduti proprio al santuario, collegati al caso di don Vitali. Secondo lui, Chiara potrebbe essere stata uccisa per impedire che rivelasse queste informazioni.
Il collegamento tra il ricatto ai danni di don Gregorio e l’omicidio aggiunge una dimensione nuova al processo investigativo, aprendo a scenari più complessi rispetto alla ricostruzione fino a oggi emersa. La villa di via Pascoli, teatro dell’omicidio, diventa così un luogo che potrebbe essere legato a fatti ancora oscuri.
Prelievo del dna e accertamenti tecnici in vista dell’incidente probatorio
Un altro sviluppo rilevante riguarda il prelievo di campioni di dna da diverse persone coinvolte. La polizia scientifica ha programmato per il 17 giugno l’inizio dell’incidente probatorio. Questi esami si terranno in una clinica di Milano e coinvolgeranno numerosi soggetti, per chiarire eventuali tracce biologiche.
Saranno sottoposte a test le gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara Poggi, un amico della vittima di nome Marco Panzarasa, e Alberto Stasi, amico di Marco Poggi, fratello di Chiara. Anche il medico legale che ispezionò la scena del crimine e alcuni investigatori saranno coinvolti per monitorare ogni possibile contaminazione. Il giudice Daniela Garlaschelli ha lasciato aperta la porta all’inserimento di altri nomi, qualora consulenti e avvocati ne facessero richiesta.
Prospettive di evoluzione della nuova indagine a pavia
La nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi si concentra su aspetti ancora poco esplorati, mettendo in relazione fatti apparentemente distanti tra loro. L’acquisizione degli atti relativi al ricatto a don Gregorio Vitali apre la strada a possibili riscontri con l’omicidio, senza però al momento certezze definitive.
Il coinvolgimento di persone legate sia alla vittima che alla vicenda del santuario lascia immaginare un’inchiesta complessa, mai conclusa del tutto. Le operazioni scientifiche predisposte per giugno potrebbero contribuire a chiarire alcune questioni rimaste sospese da anni. La procura di Pavia mantiene in mano il filo in un caso che continua a tenere alta l’attenzione pubblica e giudiziaria.