Nuova fase della 'ndrangheta: maxi blitz smantella sistema piramidale e alleanze criminali in Italia

Nuova fase della ‘ndrangheta: maxi blitz smantella sistema piramidale e alleanze criminali in Italia

Un’operazione antimafia coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria smantella una rete piramidale della ‘ndrangheta con ramificazioni tra nord e sud Italia, traffico di droga e infiltrazioni politiche.
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Un’operazione antimafia ha smantellato una rete organizzata della ‘ndrangheta con ramificazioni tra nord e sud Italia, rivelando un sistema criminale sofisticato e influenze politiche estese. - Gaeta.it

Un’operazione antimafia di grande entità ha colpito alle prime luci dell’alba alcune delle più importanti cosche della ‘ndrangheta, smascherando una struttura organizzata con legami forti e ramificazioni estese tra nord e sud Italia. L’inchiesta ha messo in luce l’esistenza di una rete ben organizzata, dove singole famiglie si sono unite per dominare il traffico di droga e influenzare il territorio attraverso un meccanismo gerarchico e integrato.

Un sistema organizzato che supera il confine delle singole cosche

L’indagine guidata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha svelato una nuova configurazione della ‘ndrangheta. Non si tratta più di gruppi autonomi ma di un sistema piramidale, che funziona come una holding criminale. Questa evoluzione è emersa chiaramente dalle prove raccolte: novantasette persone, con volti e ruoli precisi, sono state coinvolte in una rete che gestisce traffici illeciti, estorsioni e rapporti con la politica.

Le famiglie mafiose della provincia reggina hanno stretto un’alleanza ritenuta “sovraordinata” rispetto ai singoli clan, capace di coordinare il narcotraffico con una gestione centralizzata e impatti sulle economie lecite. Il modello ricorda un’organizzazione multinazionale più che le antiche lotte fra cosche. Le intercettazioni, i conti bancari esaminati e l’analisi delle comunicazioni hanno confermato la capacità di questa rete di muovere capitali, armi e influenze.

Il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo ha evidenziato che l’organizzazione si è adattata in modo da rispondere alle sfide moderne. Questa nuova fase segna un salto di qualità per la ‘ndrangheta, che mira a consolidare il proprio dominio non solo attraverso azioni violente ma anche con alleanze strategiche. Il blitz ha dimostrato la complessità e la brutalità del sistema, mettendo in luce una criminalità sofisticata e ben radicata.

L’operazione millenium: un impegno coordinato su scala nazionale

L’azione denominata “Millenium” si è svolta in contemporanea in diverse città italiane; si è mobilitato un ampio dispiegamento di forze: carabinieri del comando provinciale, Ros, “Cacciatori” di Calabria e Sicilia, il 14º Battaglione Calabria e unità specializzate come il nucleo cinofili e i reparti aerei. L’Interpol ha seguito gli aspetti internazionali tramite l’unità Ican, sottolineando anche la dimensione globale della rete criminale.

Le località coinvolte spaziano da Reggio Calabria a Milano, passando per Monza, Pavia, Nuoro, Bologna, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Roma, Rimini, Verona, Agrigento e Torino. Questa vasta copertura territoriale riflette la diffusione dell’organizzazione e la sua capacità di operare al di fuori della regione di origine.

Durante il blitz si sono registrati numerosi arresti, che riguardano capi e gregari, ma anche sequestri di società legate al sistema criminale. Due imprese attive nella ristorazione e nell’edilizia sono state bloccate, ritenute usate per riciclare denaro proveniente da attività illecite. Questi elementi dimostrano come il denaro ricavato dal traffico di droga e dalle estorsioni venga reinserito nell’economia legale per mascherare l’origine.

Le nuove alleanze e l’influenza politica oltre la calabria

Uno degli aspetti più rilevanti dell’indagine riguarda il cosiddetto scambio elettorale politico-mafioso. Non è un fenomeno nuovo, ma qui si registra una diffusione che supera i confini calabresi. L’ipotesi è che la ‘ndrangheta abbia infiltrato amministrazioni al nord, influenzando le elezioni locali attraverso minacce e mosse strategiche per controllare voti e ottenere appalti.

Le denunce parlano di un sistema che combina intimidazioni e accordi tra politici e criminali. La ‘ndrangheta si propone non solo come forza criminale ma anche come attore capace di condizionare le istituzioni. I voti scambiati con favori e protezioni segnalano un livello di penetrazione più profondo rispetto al passato.

Questa influenza elettorale mostra come il gruppo non si limiti più a gestire attività illegali ma voglia dirigere la scena politica, assicurandosi la possibilità di agire senza limitazioni sul territorio. L’inchiesta, dunque, evidenzia un cambiamento nel modo in cui il potere mafioso si esercita, passando da un controllo tradizionale al tentativo di guidare direttamente le decisioni pubbliche.

La portata dell’inchiesta e le prospettive investigative

L’indagine “Millenium” ha richiesto mesi di lavoro intenso, con approfondimenti sulle conversazioni intercettate, verifiche su movimenti bancari e sorveglianza degli indagati. Il quadro che emerge è quello di una rete capace di reggere a lungo ed espandersi ben oltre i confini originari.

La conferenza stampa ufficiale degli investigatori è stata fissata nell’aula magna della scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria. Le autorità coinvolte sottolineano che questa operazione rappresenta un punto di svolta nella lotta contro la ‘ndrangheta.

Il blitz colpisce non solo esecutori e spacciatori ma anche chi organizza, media e comanda quel sistema. Si tratta di un approccio mirato a smantellare i livelli più alti dell’organizzazione, in modo da ridurre la sua capacità operativa a lungo termine.

L’azione dimostra che la magistratura calabrese intende affrontare il fenomeno con strumenti adeguati alla nuova realtà criminale, lavorando per tagliare le radici di un sistema strutturato che da decenni ha cambiato i suoi strumenti e metodi. Il contrasto a questa rete richiede uno sforzo continuo e sinergico tra forze dell’ordine e istituzioni per fermare un meccanismo che si proietta verso il futuro con obiettivi espansi.

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