Nuova analisi con laser scanner nella villetta di garlasco per il delitto di chiara poggi

Nuova analisi con laser scanner nella villetta di garlasco per il delitto di chiara poggi

Il caso di Chiara Poggi a Garlasco viene riesaminato con il laser scanner e la bloodstain pattern analysis per ricostruire la scena del delitto, analizzare tracce ematiche, impronta papillare 33 e dna.
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Il caso di Chiara Poggi a Garlasco viene rianalizzato con il laser scanner e la bloodstain pattern analysis per ricostruire con precisione la scena del delitto e chiarire dinamiche finora oscure. - Gaeta.it

Il caso di chiara poggi, uccisa nella sua abitazione di garlasco il 13 agosto 2007, torna al centro di attente verifiche scientifiche grazie all’uso del laser scanner, una tecnologia che permette una ricostruzione dettagliata della scena del delitto. Questa tecnica, utilizzata per rilevare ogni minimo aspetto dell’ambiente in tre dimensioni, consente di approfondire gli elementi chiave rimasti irrisolti nelle indagini, soprattutto riguardo alle tracce ematiche e alla posizione dell’aggressore. Il nuovo approccio scientifico potrebbe fornire un contributo importante per chiarire dettagli finora poco chiari.

Il laser scanner e la sua funzione nella ricostruzione della scena del delitto

Il laser scanner è uno strumento ormai diffuso nelle indagini scientifiche, anche se la sua applicazione nel caso di garlasco rappresenta una nuova fase delle analisi investigative. Questo dispositivo, che costa alcune migliaia di euro, viene sistemato su un treppiede al centro dell’ambiente d’interesse. Ruotando completamente su se stesso, rileva ogni dettaglio della scena in modo preciso e in 3D. Ciò include non solo la misurazione degli oggetti presenti, ma anche delle tracce microscopiche come schizzi di sangue.

Questa tecnologia offre una rappresentazione tridimensionale puntuale della scena del crimine. Ogni distanza, ogni angolo e la posizione esatta di materiali e indizi si possono esaminare successivamente con grande fedeltà, anche a distanza di tempo. È uno strumento che in pratica “fotografa” la scena sotto un punto di vista molto accurato, permettendo di analizzare elementi che in passato potevano essere valutati solo in modo parziale o bidimensionale.

Nei contesti forensi, specialmente in casi complessi come quello di garlasco, questa metodica facilita il confronto tra le tracce ematiche trovate nella villetta e la traiettoria dei corpi o degli oggetti coinvolti, dando così una base concreta per ricostruire dinamiche e movimenti avvenuti.

La bloodstain pattern analysis: capire la scena attraverso le tracce di sangue

Al centro delle nuove ricostruzioni c’è la bloodstain pattern analysis, ovvero lo studio delle macchie di sangue per determinare come si sono generate, da quale angolazione e in che ordine temporale. Questa tecnica fornisce indicazioni preziose per decifrare eventi violenti e i movimenti delle persone coinvolte.

Nel caso di chiara poggi, questa analisi si concentra sulle numerose tracce ematiche che coprivano pavimento, muri, telefono, divano, porte e altri oggetti della villetta. Grazie al laser scanner, le dimensioni e le distanze tra queste macchie si possono studiare con precisione unica, offrendo una mappa dettagliata della scena e suggerendo percorsi e posizioni degli attori durante l’aggressione.

I dati raccolti saranno incrociati con l’ipotesi della procura che colloca l’aggressore sulle scale verso la cantina, proprio dove fu trovato il corpo di chiara poggi. La pattern analysis stabilisce se la posizione e l’orientamento delle macchie di sangue sono compatibili con chi si sarebbe mosso o fermato in quel punto. Questo dettaglio potrebbe aiutare a chiarire come sono andati esattamente i fatti.

Il ruolo dell’impronta papillare 33 e delle altre evidenze biologiche

Tra le prove che la procura di pavia ritiene cruciali c’è l’impronta “papillare 33”, scoperta sulla parete destra delle scale verso la cantina. Si tratta dell’impronta del palmo di una mano che, secondo una nuova consulenza, apparterrebbe a stefano sempionato , sospettato e indagato per l’omicidio.

Questa traccia si trova proprio all’inizio delle scale e suggerisce, sempre secondo la procura, che chi l’ha lasciata non è sceso ma si sarebbe spostato solo fino a quella posizione, appoggiando la mano al muro. Tale ipotesi combacia con un altro dato importante: sulle scale non risultano impronte insanguinate di scarpe o altro.

Il fatto che sul posto del delitto siano stati rilevati anche frammenti di dna sulle unghie di chiara porta consolidate conferme scientifiche a questa linea investigativa. Le relazioni tra dna, impronte e lettura delle macchie di sangue resteranno elementi chiave per la nuova inchiesta.

Questo intervento tecnico-rilevativo, se da un lato conferma dettagli istintivamente noti dalle indagini iniziali, dall’altro offre nuove prospettive che potrebbero cambiare l’interpretazione di precise dinamiche.

Ogni elemento preso singolarmente ha un peso, ma è nell’insieme, combinando posizione, forma e natura delle tracce, che si potranno evidenziare aspetti finora sfuggiti e spiegare meglio le circostanze del gesto.

I risultati di questa fase porteranno quindi nuove informazioni alle autorità giudiziarie, contribuendo alla ricerca della verità su un caso tra i più discussi nel territorio pavese.

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