Novita 2025 sul bonus taglio del cuneo fiscale: come cambiano calcolo e gestione in azienda

Novita 2025 sul bonus taglio del cuneo fiscale: come cambiano calcolo e gestione in azienda

Il bonus sul taglio del cuneo fiscale 2025 cambia modalità: per i lavoratori dipendenti fino a 20.000 euro è un aumento in busta paga, mentre tra 20.000 e 40.000 euro diventa una detrazione fiscale decrescente.
Novita 2025 Sul Bonus Taglio D Novita 2025 Sul Bonus Taglio D
Nel 2025 il bonus per il taglio del cuneo fiscale ai lavoratori dipendenti viene erogato direttamente in busta paga o come detrazione fiscale, a seconda del reddito, con nuove regole definite dall’Agenzia delle Entrate. - Gaeta.it

Il 2025 ha portato cambiamenti concreti nell’erogazione del bonus legato al taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti. Le regole sono state dettagliate dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 4/E/2025. Aziende e consulenti devono adeguare le procedure per il calcolo e il riconoscimento del beneficio, che agisce ora direttamente sulla retribuzione piuttosto che sui contributi previdenziali. Vediamo come funziona.

Dal taglio contributivo al bonus fiscale: cosa cambia per i lavoratori

Dal primo gennaio 2025 la modulazione del bonus sul cuneo fiscale ha subito una trasformazione significativa. Non si tratta più di uno sconto sui contributi da versare, ma di un importo inserito in busta paga come somma o detrazione, a seconda del reddito percepito dal dipendente.

La misura riguarda esclusivamente lavoratori con un reddito complessivo fino a 40.000 euro annui. Per chi percepisce fino a 20.000 euro, il bonus si traduce in un aumento netto della retribuzione, senza effetti sul reddito dichiarato. Tra 20.000 e 40.000 euro il sostegno si manifesta invece come una detrazione fiscale decrescente. Queste due modalità coesistono e si distinguono in base a precisi scaglioni di reddito.

Chi guadagna meno di 20.000 euro riceve il bonus direttamente in busta, una somma aggiuntiva calcolata in percentuale sul reddito annuo teorico. Chi si colloca sopra questa soglia può contare su una riduzione dell’imposta lorda, contenuta nella certificazione unica , che riduce l’imposta complessiva da pagare.

L’Agenzia delle Entrate ha specificato che la modalità di riconoscimento del beneficio deriva da una riforma contenuta nella Legge di Bilancio 2025. Per i datori di lavoro e i consulenti fiscali la novità richiede una revisione nel trattamento dei dati reddituali e nella gestione del conguaglio fiscale di fine anno.

Come si calcola il bonus per redditi fino a 20.000 euro

Per chi ha un reddito annuo da lavoro dipendente non superiore a 20.000 euro, il bonus viene erogato in busta paga come somma aggiuntiva, non imponibile in termini di reddito. L’importo varia in base a fasce precise del reddito:

  • 7,1% del reddito annuo, se compreso fino a 8.500 euro
  • 5,3% per redditi superiori a 8.500 euro ma non oltre 15.000 euro
  • 4,8% per redditi tra 15.001 e 20.000 euro

L’erogazione della somma è automatica da parte dell’azienda e non richiede una richiesta da parte dei lavoratori. Esiste la possibilità di rinunciare al bonus tramite apposita comunicazione.

Nel caso di rapporto di lavoro non durato tutto l’anno, il calcolo si basa su una procedura articolata che considera un reddito annuo teorico. Si determina prima il reddito che il dipendente avrebbe percepito se avesse lavorato tutto l’anno, quindi si applica la percentuale corrispondente e infine si riproporziona in base ai mesi o giorni effettivamente lavorati.

I lavoratori con più redditi da lavoro dipendente nello stesso anno devono tenere conto che i giorni di attività concomitante si conteggiano una sola volta nel calcolo del reddito teorico. Questa regola evita duplicazioni nel conteggio complessivo.

Detrazioni extra per i redditi oltre 20.000 euro fino a 40.000 euro

Chi ha un reddito superiore a 20.000 euro fino a un massimo di 40.000 euro riceve il bonus sotto forma di detrazione fiscale aggiuntiva. Si tratta di una riduzione dell’imposta sul reddito che si calcola in modo decrescente, annullandosi al raggiungimento della soglia massima di 40.000 euro.

Il meccanismo prevede:

  • una detrazione fissa di 1.000 euro per redditi da 20.001 a 32.000 euro
  • una detrazione calcolata proporzionalmente tra 32.001 e 40.000 euro, soggetta a riduzione

La detrazione viene aggiunta alle altre spettanze e il totale riduce l’imposta lorda dell’anno fiscale, entro la capienza disponibile.

Per il computo del reddito complessivo rilevano anche elementi esenti come le quote previste dal regime fiscale per impatriati. Non si considerano, invece, redditi derivanti dalla casa principale e relative pertinenze.

Ruoli e adempimenti di aziende e consulenti nella gestione del bonus

La circolare 4/E/2025 mette a fuoco gli obblighi specifici di datori di lavoro e consulenti fiscali. Essi devono valutare accuratamente il reddito previsionale dei dipendenti, consultando sia dati attuali sia le certificazioni uniche rilasciate da precedenti datori nel medesimo anno.

Gestire i lavoratori con più rapporti di lavoro rappresenta una sfida. Nel caso di contratti successivi, il datore corrente deve raccogliere le CU precedenti per effettuare un conguaglio corretto. Se questi documenti non sono disponibili, si fa riferimento ai dati noti, che possono portare a calcoli approssimativi.

La situazione è più complessa quando sono in essere contratti part-time simultanei con diversi datori. In questi casi spetta al dipendente indicare un solo sostituto d’imposta beneficiario del bonus, fornendo tutta la documentazione utile sugli altri rapporti e comunicando agli altri datori l’assenza di erogazione del bonus.

Il datore di lavoro deve conservare tutta la documentazione delle comunicazioni effettuate per poter agevolare eventuali controlli futuri da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Conguagli di fine anno: verifiche, recuperi e modalità di restituzione

Le operazioni di conguaglio a fine anno chiariscono la spettanza reale del bonus o della detrazione fiscale. Se emerge che il dipendente ha ricevuto somme o benefici non dovuti, il datore deve procedere al recupero dei fondi.

Nel caso in cui l’ammontare da restituire superi 60 euro, la restituzione può essere rateizzata in 10 quote uguali. L’eventuale staffetta tra bonus ad aggiunta e detrazione viene gestita al netto delle detrazioni spettanti.

Se il rapporto di lavoro termina prima del conguaglio, l’azienda è tenuta a recuperare in un’unica soluzione gli importi non spettanti, indipendentemente dall’ammontare.

In caso di incapienza del salario a trattenere le somme, il lavoratore riceve comunicazione dell’importo residuo e deve provvedere alla restituzione direttamente, entro il 15 gennaio dell’anno successivo, oppure in occasione della dichiarazione dei redditi dell’anno di riferimento.

Queste procedure garantiscono che il beneficio fiscale venga distribuito correttamente e che, a consuntivo, non rimangano importi indebiti erogati senza copertura normativa.

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