L’universo del vino si intreccia spesso con storie di territori, persone e tradizioni che attraversano valli e regioni. Serena Gusmeri, con un’esperienza maturata in Campania, oggi guida Vecchie Terre di Montefili in Toscana. La sua avventura ha l’obiettivo di rinnovare l’immagine del Chianti, vino dal grande passato ma percepito come distante dalle nuove generazioni. A Napoli, in un incontro con operatori del settore, ha illustrato come la conoscenza delle vigne e la gestione del cambiamento climatico giocheranno un ruolo decisivo nel futuro del vino toscano.
Da campania a toscana, un percorso tra radici e passioni enologiche
Serena Gusmeri ha trascorso sei anni in un’azienda vitivinicola campana, esperienza che ha formato la sua visione sul legame profondo tra territorio e prodotto. La Campania, terra ricca di aziende storiche che hanno esportato i propri vini nel mondo, ha lasciato un’impronta nelle sue competenze agronomiche ed enologiche. Il trasferimento in Toscana non è solo un cambio di regione, ma l’occasione di portare know-how e sensibilità nuove in un contesto anch’esso storico e ricco di peculiarità. Lei stessa sottolinea come molte realtà locali, anche in Toscana, abbiano ancora storie da raccontare e potenzialità da esprimere, specialmente in zone meno conosciute.
L’incontro tra culture vitivinicole diverse
Il binomio fra cultura campana e toscana rende il suo lavoro originale. In questa nuova avventura Gusmeri si confronta con varietà e terroir differenti. Il Chianti, con il suo profilo tradizionale e riconosciuto, appare come una sfida: mantenere intatta la sua caratteristica mentre la domanda cambia, con nuove esigenze legate a gusti e condizioni ambientali. La sua esperienza nel Sud Italia stimola un approccio più ampio, che prende in considerazione anche la sostenibilità della produzione e l’adattamento al clima.
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Il chianti tra tradizione e percezione generazionale
Il Chianti è uno dei vini simbolo della Toscana. Viene associato a una tradizione radicata e un’identità forte nei ristoranti di livello. Eppure, oggi si trova spesso lontano dal centro dell’interesse dei consumatori più giovani. La percezione dominante lo lega al passato, a un target generazionale che richiama spesso la fascia “boomer“. Questo rappresenta un ostacolo alla sua diffusione più ampia nei mercati contemporanei, soprattutto in un momento in cui i light drink, vini biologici o prodotti meno strutturati conquistano spazio.
L’obiettivo di Vecchie Terre di Montefili è proprio invertire questa tendenza, proponendo il Chianti come prodotto capace di rinnovarsi senza perdere i propri valori. Gusmeri sostiene che una conoscenza approfondita delle vigne sia essenziale per individuare come evolvere il profilo del vino. “Non si tratta solo di una questione di marketing ma di capire come la vite risponde ai mutamenti climatici, quali modifiche portare in vigna per non rompere con la tradizione e valorizzare il senso di appartenenza al territorio.”
Tra enoteche e ristoranti
Nel mercato regionale, la sfida è delicata. Occorre un equilibrio tra la proposta ai ristoranti e quella sui banchi delle enoteche. Il Chianti mantiene il suo ruolo nella ristorazione di qualità, ma deve crescere la domanda diretta dei consumatori. In questo impegno si inserisce la figura di Gusmeri, che avvicina l’enologia e l’agronomia ad approcci meno convenzionali, anche grazie alla sua storia fuori dalla Toscana.
L’impatto del cambiamento climatico e il futuro della viticoltura toscana
Il clima è un fattore sempre più centrale nelle strategie viticole. Serena Gusmeri lo ha ribadito durante l’incontro a Napoli con gli operatori, osservando come la conoscenza del comportamento delle viti diventerà la base per la sopravvivenza e il successo del settore. Cambiamenti nelle temperature, variazioni delle precipitazioni e nuovi parassiti obbligano i produttori a ripensare metodi tradizionali consolidati.
Una sfida per il chianti
In Toscana, terreno vocato alla coltivazione del Chianti, questa sfida è particolarmente critica. Le condizioni naturali influenzano i tempi di maturazione dell’uva, la qualità dell’estratto e quindi il gusto finale. Saper interpretare come la vite si adatta a queste variazioni consente di selezionare pratiche colturali più adatte e vigne con caratteristiche migliori per il futuro.
Gusmeri contribuisce a questo scambio di informazioni e conoscenze tra regioni. Da campana, porta un’attenzione diversa alle condizioni microclimatiche e ai metodi agronomici che possono integrarsi con la cultura toscana. Con questo approccio, Vecchie Terre di Montefili prova a mantenere vivo il cuore del Chianti, modificandolo solo dove serve per affrontare le nuove sfide.
L’offerta di vecchie terre di montefili tra radici toscane e mercati campani
Il progetto enologico di Vecchie Terre di Montefili si concentra su etichette che raccontano il Chianti Classico in tutta la sua essenza. Non solo la tradizione, ma la volontà di rinnovare la presenza su mercati diversi, partendo proprio da quelli regionali come la Campania. Qui, infatti, il vino toscano può trovare consumatori in cerca di prodotti di qualità, anche se meno noti.
Vino e cultura locale
Il lavoro di Serena Gusmeri si declina anche nell’attenzione verso una distribuzione che rafforzi il legame tra vino e cultura locale. Propone scelte produttive che evidenziano le caratteristiche territoriali. Le bottiglie rappresentano un patrimonio da condividere, da riscoprire nella sua autenticità.
A Campania, con la sua storia e vocazione al vino, il Chianti di Montefili vuole farsi strada superando pregiudizi e differenze geografiche. Un mercato meno consueto per il Chianti ma ricco di potenzialità, specialmente se affrontato con la cura e la conoscenza di chi rappresenta due territori così importanti per le rispettive culture vitivinicole.
Lo scenario oggi mostra un settore che guarda al passato senza rinunciare a guardare avanti, dove professionisti come Serena Gusmeri portano consapevolezza vitale per mantenere viva la tradizione del vino, adattandola al domani.