Nel cesenate nasce ricerche per limitare l’uso di pesticidi nella frutticoltura regionale

Nel cesenate nasce ricerche per limitare l’uso di pesticidi nella frutticoltura regionale

Il cambiamento climatico in Emilia Romagna aumenta le minacce fitosanitarie su melo, pero e actinidia; il progetto Riduci sviluppa metodi sostenibili e innovativi per ridurre l’uso di pesticidi chimici.
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Il progetto Riduci in Emilia Romagna sviluppa metodi sostenibili per proteggere la frutticoltura da parassiti e malattie, riducendo l’uso di pesticidi chimici in risposta ai cambiamenti climatici e alle restrizioni europee. - Gaeta.it

Il cambiamento climatico sta cambiando le condizioni di coltivazione in emilia romagna, creando nuove sfide per la frutticoltura regionale. Avversità come afidi sul melo, antracnosi, cecidomia e cocciniglia sull’actinidia si sono diffuse con più frequenza. Il ricorso crescente a prodotti chimici ha portato a problemi ambientali, mentre l’Europa ha deciso di revocare molte sostanze fitosanitarie. In questo contesto nasce il progetto riduci, che cerca di trovare metodi più sostenibili per proteggere pomacee e actinidia riducendo l’uso di pesticidi chimici.

Il clima e le nuove difficoltà per la frutticoltura emiliano romagnola

Negli ultimi anni l’emilia romagna ha sperimentato condizioni meteorologiche anomale, con periodi prolungati di caldo e siccità, intervallati da fenomeni intensi come forti piogge e grandinate. Questi eventi hanno modificato profondamente l’ambiente in cui crescono le coltivazioni frutticole. Alcune malattie e parassiti un tempo rari, ora si sono diffusi ampiamente o sono diventati più aggressivi. Afidi come l’eriòsoma lanigerum sul melo, la cecidomia che colpisce i frutti del pero e la cocciniglia sull’actinidia rappresentano emergenze crescenti.

Nuove sfide per gli agricoltori

Questi problemi si accompagnano alla riduzione delle molecole chimiche autorizzate dall’industria fitosanitaria europea. Questo ha reso più complessa la gestione delle colture, dove un tempo c’erano soluzioni chimiche più dirette. Ne deriva una maggiore pressione sugli agricoltori, chiamati a combattere questi attacchi senza poter contare su tutti i prodotti prima disponibili. Il tema non è solo produttivo. L’impatto ambientale dei trattamenti chimici è sotto crescente attenzione, per la contaminazione di aria, acqua e terreno che ne può derivare. La necessità di innovare le pratiche agricole diventa quindi urgente.

Gli obiettivi e le strategie del progetto riduci

Il progetto riduci, coordinato da astra innovazione e sviluppo, mira a sviluppare soluzioni concrete per affrontare con maggiore efficacia e meno chimica le nuove minacce fitosanitarie sulla frutticoltura regionale, in particolare melo, pero e actinidia. Riduci coinvolge numerosi operatori della filiera, da consorzi agricoli fino a cooperative e imprese di distribuzione.

Modelli previsionali e tecniche innovative

Tra gli obiettivi principali c’è la creazione di modelli previsionali per alcune infestazioni, come quella dell’afide eriòsoma lanigerum e della cocciniglia sull’actinidia. Questi modelli, basati sul monitoraggio dei dati climatici e biologici, servono per scegliere il momento più adatto per intervenire, riducendo trattamenti inutili o tardivi. Per la cecidomia dei frutti del pero si sta testando un sistema semplice con trappole a feromoni sessuali, per rilevare la presenza del fitofago e migliorare il controllo.

Il progetto prevede inoltre di sperimentare tecniche non chimiche come la cattura massale con feromoni e di trovare prodotti meno impattanti. Particolare attenzione è dedicata a una malattia fungina del melo, la glomerella leaf spot, per cui si stanno conducendo prove per stabilire i momenti migliori per agire con fungicidi. L’uso dei droni diventa strategico per interventi mirati in aree di difficile accesso o in situazioni climatiche avverse, come le alluvioni del 2023 e 2024 in regione.

Riduci punta anche all’aspetto formativo, proponendo iniziative rivolte a operatori e cittadini per sensibilizzare sul ruolo della sostenibilità nella frutticoltura.

I primi esperimenti e risultati sul campo

Il progetto è partito nel luglio 2024 con una fase di prove in campo su un meleto biologico a castel guelfo di bologna, che presenta infestazioni di afidi omogenee e intense. Qui sono stati testati vari insetticidi ammessi in agricoltura biologica per valutare la loro efficacia nel contenere l’afide eriòsoma lanigerum. Già alla prima osservazione del 15 maggio, alcuni trattamenti hanno ridotto la presenza di parassiti da valori oltre l’85% a circa il 54-55% di getti colpiti.

Valutazione dell’efficacia e biodiversità

Le verifiche hanno evidenziato un effetto visibile sulla salute delle piante, confermando l’efficacia iniziale delle soluzioni utilizzate. Ora si sta procedendo a valutare la durata di questo effetto nel tempo e il possibile impatto negativo sui parassitoidi utili, in particolare sull’aphelinus mali, antagonista naturale dell’afide e già presente nell’area. Questi dati servono a calibrare le tecniche, bilanciando il controllo dei parassiti con la tutela della fauna utile.

Le sperimentazioni condotte finora dimostrano come metodi più selettivi e mirati possono contribuire a contenere danni senza dover ricorrere a trattamenti pesanti e ripetuti, passo importante verso produzioni più rispettose dell’ambiente e delle colture frutticole.

Contributo europeo e risorse per l’innovazione agricola

Il progetto riduci rientra nell’ambito del programma copser 2023-2027 e si avvale del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale . È realizzato con il concorso di gruppi operativi impegnati nella ricerca applicata per ridurre l’uso di prodotti chimici nel settore agricolo regionale. Il sostegno finanziario e tecnico punta a favorire metodi pratici e replicabili per migliorare la gestione fitosanitaria della frutticoltura.

Un quadro più ampio di sostenibilità

Questa iniziativa si inserisce in un più ampio quadro di interventi finalizzati a garantire produzioni agricole stabili e sostenibili, con minori rischi per l’ambiente. Sul campo, vuol dire ridurre l’impiego di sostanze fitosanitarie, migliorare il controllo biologico e adottare tecnologie innovative come i droni per trattamenti precisi. Il coinvolgimento diretto di cooperative e imprese consente un trasferimento rapido delle conoscenze e degli strumenti sviluppati.

Le attività del progetto dureranno fino al giugno 2027, seguendo un programma che prevede fasi di sperimentazione, raccolta dati e formazione, necessarie per adattare le strategie alle diverse coltivazioni e condizioni climatiche della regione. Riduci rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione fra enti pubblici e privati possa affrontare le sfide poste dai cambiamenti in agricoltura.

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