la Nasa sta affrontando un taglio drastico nel personale e nelle attività scientifiche a causa delle politiche di bilancio approvate dall’amministrazione Trump. quasi 4.000 dipendenti hanno scelto di uscire volontariamente, riducendo la forza lavoro di oltre il 20%, mentre più di 40 missioni spaziali rischiano la cancellazione. le proteste del personale mettono in discussione queste scelte e denunciano il pericolo per il futuro dell’agenzia.
Riduzione della forza lavoro alla nasa con il programma di dimissioni differite
la scelta degli oltre 3.900 dipendenti della Nasa di lasciare l’agenzia rientra nel programma di “dimissioni differite” , ideato dall’amministrazione Trump per ridurre la spesa pubblica. con questo sistema, i lavoratori entrano in congedo amministrativo retribuito fino alla data stabilita per la cessazione definitiva del rapporto di lavoro. dall’insediamento di Trump, la Nasa ha già perso circa 500 persone, ma le dimissioni volontarie nel DRP hanno impatto ben più rilevante. il personale attivo, che a oggi è di circa 18.000 unità, si ridurrà a poco meno di 14.000 entro il 9 gennaio 2026, con l’uscita dell’ultima fase prevista nel piano DRP.
la diminuzione del personale non riguarda solo gli impiegati, ma coinvolge ingegneri, tecnici e scienziati, figure chiave per le attività di ricerca e sviluppo. questa crisi del personale arriva in un momento cruciale per la Nasa, che deve completare numerosi programmi spaziali e mantenere attivi vari progetti. la riduzione di oltre il 20% del personale rischia di rallentare significativamente studi e missioni in corso.
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Le proteste dei lavoratori nasa contro i tagli e i licenziamenti
il 20 luglio, ricorrenza del primo sbarco umano sulla luna, un gruppo di dipendenti della Nasa e loro famiglie si è riunito davanti allo Smithsonian National Air and Space Museum per protestare contro i licenziamenti e i tagli al budget imposti dall’amministrazione Trump. l’evento ha richiamato una partecipazione significativa, mettendo sotto i riflettori la delicatezza delle decisioni che potrebbero compromettere il futuro dell’agenzia.
tra le iniziative di protesta figura la cosiddetta “dichiarazione di voyager”, firmata da quasi 300 scienziati della Nasa. questo documento mette in guardia sui rischi che i tagli al bilancio comportano per la sicurezza degli astronauti e per la continuità delle ricerche scientifiche. i firmatari sottolineano che un indebolimento dell’agenzia può comportare problemi irreparabili nella gestione delle missioni spaziali e nell’innovazione tecnologica.
le manifestazioni non si limitano alle sole aree di lavoro, coinvolgendo anche realtà esterne, per richiamare l’attenzione del congresso e dell’opinione pubblica. l’intento è sollecitare interventi legislativi che possano arginare la riduzione delle risorse e salvaguardare i posti di lavoro, preservando il ruolo internazionale della Nasa.
I tagli al bilancio e le missioni spaziali a rischio di cancellazione
la proposta di bilancio per il 2026 presenta una riduzione di circa il 50% dei fondi destinati al programma scientifico della Nasa. questo significa che più di 40 missioni attive o in fase di progettazione potrebbero essere interrotte o cancellate. la portata della riduzione rende evidente la scelta politica di ridimensionare il ruolo della Nasa nel campo della ricerca e dell’esplorazione spaziale.
i dirigenti dell’agenzia hanno già iniziato a notificare i lavoratori e i partner esterni sulle probabilità di riduzione del personale. la pressione sulle risorse umane e finanziarie rende difficile mantenere i progetti nei tempi previsti. gli appaltatori, come molte delle strutture di ricerca collegate alla Nasa, potrebbero perdere commesse importanti, aggravando ulteriormente il tessuto lavorativo.
Attenzione sulle decisioni del congresso
non è chiaro se il congresso approverà integralmente questa versione della proposta di bilancio, ma le misure già adottate anticipano scenari di drastico ridimensionamento. la preoccupazione riguarda non solo l’aspetto quantitativo dei tagli, ma soprattutto l’effetto a lungo termine su innovazione scientifica e capacità operativa degli astronauti coinvolti nelle missioni future.