Napoli si prepara a un nuovo appuntamento culturale che unisce passato e presente, fede e sport. Il 5 agosto alla fondazione Foqus sarà proiettata la docufiction “Maradona, San Gennaro e lo sciopero dei miracoli”, un’opera che riprende il successo della prima edizione e racconta il rapporto profondo tra due icone cittadine. La serata, parte della rassegna “Estate a Corte 2025”, promette di far rivivere le emozioni di una città che si specchia nelle sue leggende.
La docufiction che intreccia san gennaro e maradona nel cuore di napoli
Il film diretto da Giulio Gargia intreccia elementi di documentario, fiction e animazione creando un racconto visivo che supera i confini tradizionali. Protagonisti principali sono San Gennaro e Diego Armando Maradona, incarnati rispettivamente da Patrizio Rispo e Zap Mangusta, quest’ultimo erede artistico di Bruno Pesaola. La storia si svolge nel 1990, l’anno in cui il napoli conquistò il suo terzo scudetto, e dipinge un “derby” immaginario tra le due figure per il dominio simbolico sugli abitanti della città. La narrazione si muove tra sacro e profano, portando lo spettatore a riflettere sulle radici culturali di Napoli.
Ambientazione e simbologia
L’ambientazione è molto curata e raffigura la città alle soglie di un cambiamento storico, con una trasformazione sociale che avviene tra le strade di Forcella, gli spazi urbani decorati dai murales, fino ai cori del San Paolo. La commistione tra realtà e finzione amplifica il senso di appartenenza e la tensione emotiva verso due identità forti che rappresentano Napoli in tutto il mondo.
Leggi anche:
Il programma della serata e i volti noti della cultura napoletana
Prima della proiezione della docufiction, la serata ospiterà il documentario “De Sica attore” diretto da Antonio Mantova. Quest’opera rende omaggio a uno dei grandi maestri del cinema italiano, arricchendo l’iniziativa con un’introduzione culturale importante. A seguire, la narrazione di Gargia si arricchisce delle voci di diversi protagonisti del panorama napoletano e nazionale.
Tra gli interventi spiccano figure come Roberto Saviano, lo scrittore impegnato nel racconto della criminalità organizzata e della resilienza della città; Maurizio De Giovanni, autore di numerosi romanzi ispirati a Napoli; Luigi De Magistris, ex sindaco con una profonda conoscenza della città; Conchita Sannino, interprete e artista; Salvatore Iodice, street artist noto per le sue opere urbane; e Marino Niola, antropologo che studia le tradizioni popolari partenopee. Ciascuno di loro offre un punto di vista diverso su Napoli, intrecciando storie personali e riflessioni sulle trasformazioni sociali.
Riflessioni su napoli contemporanea
Questo mix di testimonianze dà vita a un quadro complesso e sfaccettato della Naples contemporanea, che non si limita a raccontare un mito ma ne mostra la materialità e le conquiste quotidiane. La serata è pensata come un evento capace di coinvolgere il pubblico in una riflessione su identità e memoria collettiva.
Napoli tra mito e realtà: il film come specchio della città che cambia
La docufiction non si limita a celebrare due figure simbolo. Mette in scena, piuttosto, un momento in cui Napoli cerca nuovi equilibri. Lo sciopero dei miracoli evocato nel titolo suggerisce una città che non vuole più basarsi solo sui prodigi tradizionali o sugli eroi individuali. Al contrario, il racconto parla di una Napoli capace di vincere con le proprie forze, costruendo una nuova identità.
Le vie di Forcella e i murales, luoghi simbolo della cultura urbana e della riqualificazione, diventano scenario di una rinascita che riguarda tutta la comunità. Anche i cori negli stadi, legati a San Gennaro e Maradona come simboli, rappresentano una forma di partecipazione popolare che mixa fede, passione sportiva e identità sociale.
Diffusione e valore culturale
La scelta di proiettare il film anche al di fuori di Napoli, come al Cinema Centrale di Imperia il 7 agosto, indica il valore di questa narrazione oltre i confini regionali. Napoli si presenta così come una città in movimento, che racconta se stessa attraverso i suoi miti ma analizza anche le trasformazioni concrete vissute dalla popolazione.
L’appuntamento della Fondazione Foqus conferma la vitalità culturale partenopea e il rapporto profondo con la propria storia, quella del calcio, della fede e della lotta quotidiana nelle strade. Un racconto che è anche un invito a guardare Napoli con occhi nuovi, riconoscendone le complessità e le energie che non smettono di animarla.