Napoli, presidio per la pace contro i bombardamenti Usa in iran con proteste e striscioni in piazza sannazaro

Napoli, presidio per la pace contro i bombardamenti Usa in iran con proteste e striscioni in piazza sannazaro

A Napoli, un presidio contro i raid Usa in Iran riunisce Potere al Popolo, Usb e altre realtà per protestare in piazza Sannazaro e manifestare con un corteo verso il consolato Stati Uniti.
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A Napoli, un presidio e corteo contro la guerra ha riunito diverse realtà politiche in piazza Sannazaro, con proteste contro i raid Usa in Iran e il ruolo militare italiano, culminando in una manifestazione davanti al consolato americano. - Gaeta.it

Dopo i raid americani in iran, a Napoli si è formato un presidio con la partecipazione di diverse realtà politiche e sociali. L’iniziativa, svoltasi in piazza Sannazaro, ha richiamato manifestanti con bandiere e striscioni contro la guerra, puntando l’attenzione sul ruolo italiano e le alleanze internazionali. Il momento è stato segnato da un corteo verso il consolato degli Stati Uniti in piazza della Repubblica.

Le organizzazioni coinvolte e le bandiere esposte in piazza sannazaro

Il presidio ha visto la presenza di Potere al Popolo, Usb, il Collettivo Autorganizzato Universitario, l’Opg Je so pazzo e la Rete dei Comunisti, con le rispettive bandiere ben visibili. Accanto alle bandiere di queste realtà, era presente anche quella della Palestina, scelta simbolica in relazione alla questione mediorientale.

Il clima della manifestazione ha avuto un tono fermo e deciso, sostenuto da simboli di protesta che richiamavano al pacifismo e alla denuncia contro l’escalation militare. La presenza di tante sigle ha sottolineato un fronte unito nel denunciare la guerra come pericolo per l’intera comunità internazionale, con focus particolare sulle conseguenze che riguardano l’Italia.

Gli striscioni e la gigantografia contro le alleanze militari

Al centro della piazza è stata esposta una gigantografia con l’immagine di Giorgia Meloni e Donald Trump, entrambi con il pollice alzato, accompagnata dalla scritta “Bruciamo gli accordi della guerra”. Questo elemento ha colpito per la sua forza comunicativa, mettendo in risalto la critica verso le politiche di sostegno alle iniziative militari statunitensi.

Tra gli striscioni più visibili, quello dell’Usb con la scritta “Abbassare le armi, alzare i salari. Disarmiamoli” ha riassunto in poche parole il messaggio portante della manifestazione: la richiesta di dialogo al posto della violenza e un’attenzione maggiore alle esigenze sociali nel paese.

Questi simboli sono stati utilizzati per sottolineare l’incompatibilità delle scelte politiche italiane con una strada di pace, in un contesto che rischia di diventare sempre più teso per effetto delle tensioni internazionali.

Le dichiarazioni di potere al popolo sulla situazione militare italiana

Giuliano Granato, portavoce di Potere al Popolo, ha commentato la situazione con toni duri: ha definito i bombardamenti Usa del 20 aprile in iran come “bombardamenti illegali, fuori dal diritto internazionale”. Granato ha richiamato l’attenzione sulla richiesta di aumento delle spese militari avanzata dall’Onu, facendo notare il pericolo che deriva dalla presenza sul territorio italiano di basi utilizzate per operazioni militari.

Secondo il portavoce, l’Italia non può essere “la piattaforma logistica e militare” di interventi riconosciuti come “guerra criminale” da Usa e Israele. L’invito è di negare l’accesso a queste basi, in modo da non diventare complice di azioni di guerra che compromettono la sicurezza nazionale.

Questo messaggio ha raccolto l’attenzione dei partecipanti al presidio, evidenziando le preoccupazioni che serpeggiano nelle realtà politiche contrarie a un coinvolgimento attivo italiano in conflitti internazionali.

Il corteo verso il consolato americano in piazza della repubblica

Terminata la fase iniziale del presidio, i manifestanti hanno lasciato piazza Sannazaro per dirigersi verso la sede del consolato Usa in piazza della Repubblica. Questa scelta ha segnato un momento simbolico, esprimendo la propria protesta direttamente all’indirizzo degli Stati Uniti, presi come responsabili degli attacchi avvenuti in iran.

Il corteo ha mantenuto un ordine pacifico ma fermo, mentre allo stesso tempo restava chiaro il messaggio di opposizione a politiche militari giudicate illegittime. Il passaggio davanti a luoghi istituzionali ha dato un senso concreto alla mobilitazione, rafforzandone la visibilità cittadina.

Questa manifestazione rappresenta un episodio recente nel contesto delle tensioni internazionali che interessano il Mediterraneo e il Medio Oriente, con effetti diretti su città come Napoli e sul dibattito interno alle scelte di politica estera del nostro paese.

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