Napoli, l’ultimo giorno della maestra melchionna tra ricordi, insegnamenti e nuovi inizi a ponticelli

Napoli, l’ultimo giorno della maestra melchionna tra ricordi, insegnamenti e nuovi inizi a ponticelli

La maestra Maria Rosaria Melchionna saluta l’istituto comprensivo 49 toti-borsi giurleo di Napoli dopo oltre 40 anni, incontrando l’ex alunna Gabriella Riccio ora collega e simbolo di continuità educativa.
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L’istituto comprensivo 49 di Napoli celebra il pensionamento della maestra Maria Rosaria Melchionna, che dopo oltre 40 anni di insegnamento incontra una sua ex alunna diventata collega, simbolo della continuità e della memoria nella scuola. - Gaeta.it

La scuola dell’infanzia e primaria dell’istituto comprensivo 49 toti-borsi giurleo a Napoli ha vissuto un momento carico di emozione tra passato e presente. Maria Rosaria Melchionna, insegnante da oltre 40 anni, ha salutato i suoi alunni per l’ultimo giorno di lezione, mentre incontrava una sua ex alunna diventata a sua volta docente. Quel legame, nato negli anni ’70, ha dato vita a un episodio che parla di continuità, memoria e cicli che si chiudono.

La fine di un percorso per la maestra melchionna tra registri e ricordi

Maria Rosaria Melchionna si prepara a lasciare la cattedra dopo decenni di insegnamento nelle scuole elementari di Napoli, più precisamente nel quartiere Ponticelli. La sua carriera è stata lunga e intensa, un susseguirsi di volti, storie e storie di vita scolastica. L’ultimo giorno di scuola si presenta come un momento di bilanci: archiviare registri, sistemare materiale didattico, riordinare un ambiente che è stato casa per tanti anni.

Non è solo un addio alla professione, ma anche un’occasione per riflettere su tutto ciò che l’insegnamento le ha dato e ricevuto. In mezzo a questa routine, un incontro inaspettato interrompe la normale giornata. L’atmosfera carica di attesa lascia spazio a un’emozione genuina, come se in quell’aula e in quei corridoi il tempo si fermasse, restituendo alla memoria ciò che meritava di essere ricordato.

L’incontro con gabriella riccio, l’ex alunna diventata collega

Mentre attraversa i corridoi dell’istituto diretto dalla preside Chiara Lucia Schiavo, Maria Rosaria si imbatte in una nuova insegnante. Quel volto, quegli occhi, scatenano subito un ricordo vivido. Dopo un attimo di esitazione, arriva la conferma: Gabriella Riccio, una delle sue alunne più attente e curiose negli anni ’70, oggi lavora con lei come docente della scuola dell’infanzia.

Gabriella conserva ancora la stessa attenzione e timidezza di allora, ma ora insegna ai più piccoli, trasmettendo la stessa passione che anni fa ha ricevuto dalla sua maestra. Le parole tra le due sono cariche di gratitudine. Gabriella racconta di aver sempre sperato di rivedere la sua maestra, soprattutto dopo aver vinto il concorso e aver appreso che avrebbe insegnato proprio nello stesso istituto.

Questo momento restituisce valore all’importanza del rapporto tra docente e allievo, un legame che si misura nella capacità dell’insegnamento di attraversare le generazioni e di radicarsi nelle persone, lasciando tracce indelebili.

Una scuola che unisce le generazioni nella continuità dell’insegnamento

L’istituto comprensivo 49 toti-borsi giurleo non è solo un luogo di studio, ma anche il palcoscenico di storie che intrecciano destini e sogni. La preside, Chiara Lucia Schiavo, osserva tutto con occhi attenti e manifestando un sorriso che racconta quanto accade è prezioso. Maria Rosaria, dice, ha seminato un insegnamento che oggi Gabriella porta avanti ogni giorno.

L’evento di quel giorno diventa simbolo di una scuola che accoglie e attraversa il tempo, facendo della memoria un elemento vivo. Sono i gesti semplici – lo scambio di uno sguardo, la stretta di mano – a testimoniare quanto qui l’insegnamento non si fermi mai davvero, ma prosegua in un fluire che lega i partecipanti senza soluzione di continuità.

La campanella suona l’ultima ora, un passo importante per la maestra melchionna

Quando la campanella suona l’ultima ora, il passo avanti è delicato ma carico di significato: la maestra che conclude il suo percorso lascia un segno, certo, ma accanto a lei una nuova esperienza prende forma. Quel cerchio, nato tra banchi e quaderni negli anni ’70, si chiude lasciando aperta la porta a nuove storie e a nuove speranze. Non serve altro per raccontare la vera scuola di Ponticelli: una storia di educazione che va oltre i libri e affonda radici nel cuore di chi ha imparato a insegnare e nel sorriso di chi sta appena iniziando.

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