Il Muse di Trento ha chiuso il 2024 consolidando la sua posizione tra i musei più frequentati d’Italia, con oltre 460 mila presenze registrate solo presso la sede principale. Questo dato segnala un lieve aumento rispetto al 2023, confermando la capacità dell’istituzione di attrarre visitatori in un contesto culturale sempre più competitivo. La rete museale provinciale, che comprende diverse location e siti di interesse, ha totalizzato più di 555 mila ingressi nell’anno appena passato.
La rete museale di trento e le sue diverse sedi
La rete museale coordinata dal Muse si articola in più punti di interesse distribuiti sul territorio provinciale di Trento. Oltre al museo principale, situato in città, fanno parte della rete il giardino botanico alpino, la terrazza delle stelle alle Viote del Monte Bondone e alcuni musei specializzati come il museo geologico delle Dolomiti di Predazzo e il museo delle palafitte del lago di Ledro. Anche il palazzo delle Albere si riconferma tra le sedi più visitate.
Nel complesso, l’intera rete ha ricevuto 555.896 presenze nel 2024, con una crescita del 2% rispetto all’anno precedente. Questo rafforza il ruolo della provincia come polo culturale capace di offrire attrazioni diversificate che spaziano dalla natura alle scienze, dalla storia ai beni architettonici. I numeri sono stati raccolti e confermati dal bilancio di missione 2024 del Muse, documento che fotografa l’andamento e il funzionamento di questa realtà.
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Il profilo dei visitatori e la provenienza
Un aspetto interessante che emerge dai dati è la provenienza del pubblico. Il 68% dei visitatori viene da fuori provincia. Tra le regioni maggiormente rappresentate spiccano Veneto con il 30%, Lombardia al 25% e Emilia Romagna al 17%. La composizione dimostra una forte attrazione verso il Muse da parte del nord Italia, suggerendo l’importanza del museo come meta turistica e culturale anche per i territori limitrofi.
È cresciuto leggermente anche il pubblico straniero, che nel 2024 ha raggiunto il 10% del totale. Questa presenza dimostra che il Muse mantiene un richiamo internazionale e che le iniziative di comunicazione e promozione riescono a intercettare anche visitatori esteri. A dicembre, il museo ha superato quota 5 milioni di visitatori da quando è stato inaugurato, un traguardo notevole che sottolinea la continuità dell’interesse verso questa realtà.
Le risorse umane e il contributo scientifico
Il bilancio di missione evidenzia anche l’importanza del capitale umano che supporta le attività del Muse e delle sedi collegate. Nel 2024 sono state 301 le persone che hanno lavorato nella rete museale. Il personale, con un’età media di 43 anni, si distingue per una significativa presenza femminile, pari al 59%. Questo dato segnala un ambiente lavorativo con una buona rappresentanza di genere.
Il presidente Stefano Bruno Galli ha sottolineato come il Muse abbia caratteristiche distintive legate alla sostenibilità economica, sociale e ambientale. Tra queste, la capacità di coprire oltre il 50% dei costi con risorse proprie è un elemento di rilievo. Il legame con la ricerca scientifica è un altro punto nodale: il museo ospita ricercatori e ricercatrici che garantiscono l’attività divulgativa a livello scientifico serio e rigoroso. Questo permette al Muse di rivolgersi a un pubblico ampio e variegato, dalla comunità locale a quella internazionale.
Il valore aggiunto della ricerca scientifica
L’investimento nell’aspetto scientifico rappresenta un valore aggiunto che contribuisce a mantenere alta la qualità delle esposizioni e delle attività educative, rendendo il museo un punto di riferimento nel panorama culturale e scientifico italiano. La varietà di competenze e la cura nella divulgazione aiutano a coinvolgere visitatori di tutte le età e background, confermando così il Muse come un luogo dinamico e aperto.