Un gruppo di personaggi famosi del mondo dello sport e dello spettacolo americani ha indirizzato una lettera aperta alla Casa Bianca, invitando il presidente Donald Trump a intervenire con decisione sulla legge che disciplina la cannabis negli Stati Uniti. Tra i firmatari figurano atleti di rilievo e musicisti, uniti nella richiesta di una revisione normativa che ponga fine a certe discriminazioni legali ed economiche legate a questa sostanza. Il documento, diffuso da Fox News, mette a fuoco i problemi irrisolti e rilancia l’attesa per un’azione concreta.
La coalizione di atleti e artisti per un cambio di legge sulla cannabis
La lettera firmata da numerose celebrità si presenta sotto il nome di “Coalizione di atleti e artisti a sostegno degli obiettivi politici del presidente Trump“. Tra i nomi spiccano quelli di Kevin Durant, star del basket NBA, la leggenda del pugilato Mike Tyson, Allen Iverson e Roy Jones Jr. La componente musicale annovera artisti come Lil Pump e Wyclef Jean. Questi sportivi e musicisti chiedono al presidente di intervenire per modificare le regole federali sulla marijuana, focalizzandosi su alcuni punti chiave. Sottolineano l’importanza di concedere clemenza a chi è incarcerato per reati minori legati alla cannabis e di rivedere la classificazione della sostanza, giudicata oggi troppo rigida.
Discriminazioni e difficoltà finanziarie
Attraverso il loro appello, puntano anche a far luce sulle discriminazioni nel settore finanziario contro le attività commerciali che ruotano intorno alla cannabis. Non si tratta solo di un tema legale, ma di accesso equo a servizi bancari e credito, fattori che influenzano il lavoro e le economie locali. Questa mobilitazione mette sotto pressione l’amministrazione in carica, chiedendo coerenza e azioni immediate.
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Le critiche rivolte all’ex presidente joe biden e l’esempio dell’indulto trump
Nel testo della lettera non manca una critica molto netta al comportamento dell’ex presidente Joe Biden. I firmatari denunciano che molte delle promesse fatte in campagna elettorale, specie quelle legate alla giustizia penale e alla cannabis, non sono state mantenute. Evidenziano come ci siano persone che continuano a scontare pene molto lunghe per comportamenti che ora sono legali in molti stati americani. Lo definiscono un sistema crudele e anacronistico.
Viene poi ricordato l’indulto concesso da Donald Trump nel 2020 al produttore musicale Weldon Angelos. Angelos era stato condannato a 55 anni di carcere per reati minori legati alla marijuana. Quell’atto viene usato come esempio di iniziativa concreta e come incentivo a spingere per una riforma più ampia e duratura. La lettera sottolinea che l’inerzia dell’amministrazione Biden rende urgente la presenza di una guida politica coraggiosa e determinata a cambiare il quadro normativo e giudiziario.
Richieste specifiche su riclassificazione della marijuana e disparità economiche
Il documento elenca alcune proposte precise per modificare la regolamentazione della cannabis. Tra queste, quella di abbassare la classificazione federale della sostanza da classe I a classe III. La definizione attuale è la più restrittiva e include droghe come l’eroina. La richiesta mira a riconoscere il valore terapeutico della marijuana e a eliminare gli ostacoli che oggi frenano la ricerca medica e lo sviluppo commerciale.
Difficoltà economiche e possibili soluzioni
Un altro tema centrale riguarda le difficoltà che le aziende legali del settore devono affrontare sul piano finanziario. Secondo la coalizione, queste imprese generano oltre 35 miliardi di dollari annuali e danno lavoro a più di 450mila persone, ma non hanno accesso ai servizi bancari abituali. Le banche spesso rifiutano di collaborare per via delle norme federali, costringendo molte attività a operare principalmente in contante e a sostenere tassazioni molto elevate, che in alcuni casi superano l’85%.
Questa situazione crea un divario netto rispetto alle altre imprese americane. La lettera chiama dunque a un intervento legislativo che assicuri alle aziende della marijuana gli stessi diritti economici e il medesimo accesso al credito di qualsiasi impresa presente sul territorio nazionale. Il sostegno espresso nei confronti di Donald Trump si basa proprio su questo punto, nella speranza di uno sviluppo più equo e trasparente.