La città di Astana ospita fino all’11 giugno una mostra che rappresenta un ponte culturale tra Italia e Kazakhstan. La rassegna, intitolata “Post-Future/Astana-Venice/Gen 1”, raccoglie lavori di artisti kazaki emersi da una residenza artistica tra Venezia e la capitale kazaka. L’iniziativa rientra nel progetto “La Biennale viaggia in Kazakhstan” e punta a intrecciare dialoghi interculturali e tecnologie innovative attraverso la creatività visiva.
Il progetto la biennale viaggia in kazakhstan e la jeruiq residence
Il progetto nasce da una sinergia tra pubblico e privato, voluta dal ministero della Cultura e dell’Informazione del Kazakhstan. Alla base c’è stata la prima residenza d’arte collettiva, denominata “Jeruiq Residence”, che si è sviluppata tra Venezia e Astana. Qui, sette giovani artisti e artiste kazaki si sono confrontati con colleghi italiani. Hanno lavorato insieme per tre mesi intensi, suddivisi in 14 workshop tenuti a Venezia e circa 40 svolti poi ad Astana.
Contaminazioni artistiche e interdisciplinarità
La residenza ha stimolato un approccio interdisciplinare che ha spaziato dalla video arte alle installazioni interattive e alla museologia innovativa. Ha promosso la creatività interculturale e l’uso di nuove tecnologie nella produzione artistica. Questo percorso ha consolidato un terreno fertile per lo scambio culturale e professionale, evidenziando la contaminazione tra tradizione e sperimentazione contemporanea.
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Il coinvolgimento diretto degli artisti kazaki in un contesto internazionale come Venezia ha dato loro l’opportunità di misurarsi con dinamiche artistiche diversificate. La Jeruiq Residence ha così costituito una piattaforma per approfondire tematiche globali a partire da un’esperienza locale, incentrata sulla valorizzazione di radici culturali al centro di riflessioni più ampie.
Le tematiche e gli ambiti artistici della mostra post-future
Il percorso espositivo della mostra “Post-Future” si apre alle riflessioni contemporanee. Pur partendo dalle suggestioni offerte dalla mitologia kazaka di Jeruiq – già raccontata nel padiglione kazako alla Biennale di Venezia 2024 – le opere presentate vanno oltre il mito. Emergono questioni come le migrazioni, la biodiversità, il rapporto con la decolonizzazione.
Una pluralità di linguaggi e visioni
Gli artisti coinvolti esplorano diverse forme espressive, anche sperimentando l’interattività mediale e il video. Rileggono l’eredità culturale attraverso strumenti tecnologici, dando vita a un dialogo tra passato e presente. Questa pluralità di linguaggi rende la mostra un luogo di osservazione sui cambiamenti sociali e politici, intrecciati a un immaginario collettivo in trasformazione.
Le opere esposte rappresentano una testimonianza visiva e concettuale delle tensioni e delle sfide del tempo presente. I sette artisti kazaki descrivono con modalità differenti il loro rapporto con un futuro incerto ma pieno di possibilità. La mostra riflette inoltre sull’identità culturale in un contesto globalizzato e sulle tracce di un passato che non si cancella, ma si reinventa.
Le parole dell’ambasciatore d’Italia antonello de riu sulla cooperazione culturale
Antonello De Riu, ambasciatore d’Italia in Kazakhstan, ha sottolineato l’importanza del progetto con queste parole. Ha definito la mostra come un sogno diventato realtà, un collegamento fra la Biennale di Venezia e la scena artistica kazaka. Ha ricordato che l’iniziativa è stata sostenuta da borse di studio offerte dal ministero degli Affari Esteri italiano e da partner privati.
Ha evidenziato come questi contributi abbiano permesso a giovani artisti kazaki di vivere esperienze creative a Venezia, città nota per l’intreccio fra tradizione e innovazione. Le opere poi tornano in patria, esponendo in due città diverse: Astana e Almaty. Questa formula di mostra diffusa valorizza la ricchezza geografica e culturale del Kazakhstan.
Arte, diplomazia e scambio culturale
Secondo De Riu, la collaborazione ha messo in rete curatori, istituzioni e sponsor, rafforzando il dialogo tra i due Paesi. Ha definito l’arte come un motore capace di promuovere la diplomazia e l’innovazione. Il progetto punta a mantenere vive le radici culturali kazake, affiancandole all’esperienza italiana nell’ambito dell’arte contemporanea.
Infine, l’ambasciatore ha ringraziato il direttore dell’Istituto italiano di cultura ad Almaty, Dr. Crisafulli, per il ruolo svolto nello sviluppo di questa relazione. L’obiettivo dichiarato è avvicinare le due nazioni attraverso iniziative che uniscono arte e cooperazione culturale. La mostra post-future si inserisce in questo disegno di apertura e scambio duraturo fra due realtà geograficamente distanti ma culturalmente vicine.