Moschiano, il sindaco vieta di dare cibo e acqua a cani, gatti e volatili selvatici: scatta la polemica

Moschiano, il sindaco vieta di dare cibo e acqua a cani, gatti e volatili selvatici: scatta la polemica

A Moschiano, il sindaco Angelo Mazzocca vieta di dare cibo e acqua a cani, gatti e volatili selvatici per motivi igienico-sanitari, scatenando critiche da minoranza consiliare e associazioni animaliste.
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A Moschiano (Avellino) il sindaco ha vietato di dare cibo e acqua a cani, gatti e volatili selvatici per contrastare il randagismo, scatenando critiche da minoranza e associazioni animaliste che chiedono soluzioni più efficaci e rispettose. - Gaeta.it

A Moschiano, piccolo comune di circa 1.500 abitanti in provincia di Avellino, è scoppiata una forte discussione dopo che il sindaco Angelo Mazzocca ha pubblicato un’ordinanza che vieta la somministrazione di cibo e acqua a cani, gatti e volatili selvatici. Il provvedimento prevede sanzioni da 25 a 500 euro per chi non rispetterà il divieto. L’iniziativa ha rapidamente generato critiche da parte della minoranza consiliare e di diverse associazioni animaliste.

Contenuti e motivo dell’ordinanza del comune

Il sindaco ha motivato l’ordinanza con la necessità di arginare la presenza di cani e gatti randagi che si concentrano in alcune aree del paese. Secondo quanto riferito, questa situazione comprometterebbe il decoro urbano e potrebbe comportare rischi igienico-sanitari per la comunità locale. Moschiano conta poco più di mille abitanti, dislocati in una zona conosciuta come il Vallo di Lauro. L’ordinanza riguarda in particolare il divieto di offrire cibo e acqua agli animali selvatici e randagi, con l’intenzione di scoraggiarne il comportamento nomade e limitare i possibili disagi legati alla loro presenza.

Le multe previste aumentano in base alla gravità della violazione, fissate tra un minimo di 25 euro e un massimo di 500. Il provvedimento intende creare un deterrente per chi alimenta questi animali per strada, evitando così l’accumulo spropositato di esemplari in determinate zone. La giunta comunale ha deciso di adottare questa misura dopo aver rilevato qualche problema legato a igiene e decoro pubblico. Non sono stati resi noti nel dettaglio i dati che hanno portato a valutare la questione in questi termini, ma la documentazione ufficiale punta sul rischio sanitario come fattore principale.

Reazioni della minoranza consiliare e associazioni animaliste

La decisione del primo cittadino ha suscitato duri attacchi da parte della minoranza consiliare di Moschiano. I consiglieri che si oppongono all’ordinanza sottolineano l’assenza di basi giuridiche solide nel documento, richiamando la legge quadro nazionale sul randagismo del 1991. Questa legge stabilisce che i comuni devono gestire il problema del randagismo con interventi attivi e non punitivi. Di conseguenza, secondo la minoranza, vietare di fornire cibo agli animali non risolve le cause alla radice del fenomeno ma aggrava la situazione.

Anche diverse associazioni a tutela degli animali si sono mobilitate contro l’ordinanza. In particolare, hanno evidenziato che il divieto potrebbe causare sofferenza agli animali senza incidere realmente sui problemi segnalati dal comune. Per questi gruppi è importante un approccio che tuteli lo stato di salute degli animali randagi e selvatici e che contempli politiche di sterilizzazione e recupero, non solo misure restrittive. Le associazioni chiedono infatti la revoca del provvedimento e l’apertura di un dialogo con l’amministrazione per studiare soluzioni concrete.

Implicazioni per la gestione del randagismo nei piccoli centri

Il caso di Moschiano si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà che molti piccoli comuni incontrano nel gestire animali randagi sul territorio. La presenza di cani e gatti senza proprietari crea problemi spesso legati alla sicurezza pubblica, al mantenimento del decoro urbano e all’igiene. La sfida per amministratori locali consiste nel contemperare il benessere degli animali con le esigenze della collettività.

Misure come i divieti sulla somministrazione di cibo sono spesso imposte con l’obiettivo di limitare assembramenti di animali. Tuttavia, esperienze di altri territori mostrano che queste regole possono portare a conseguenze negative se non accompagnate da interventi strutturali di controllo e prevenzione, come le campagne di sterilizzazione. In questo senso, il confronto fra amministrazioni, esperti veterinari e associazioni appare fondamentale per definire strategie sostenibili e rispettose del contesto locale.

Moschiano come esempio delle tensioni locali

Moschiano rappresenta un esempio chiaro delle tensioni che possono emergere quando un provvedimento coinvolge sensibilità diverse e questioni delicate come la gestione degli animali randagi e selvatici in centri abitati di piccole dimensioni. L’attenzione pubblica rimane alta, mentre si monitora l’evoluzione del dibattito politico e delle mosse dell’amministrazione comunale. “Il dialogo è fondamentale per trovare soluzioni condivise”, dichiarano alcune associazioni animaliste.

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