Mosca pronta a lanciare fino a 2.000 droni kamikaze contro l'Ucraina in una nuova offensiva aerea

Mosca pronta a lanciare fino a 2.000 droni kamikaze contro l’Ucraina in una nuova offensiva aerea

La Russia prepara un massiccio attacco con 2.000 droni kamikaze contro l’Ucraina, mettendo sotto pressione le difese ucraine e causando uno squilibrio economico nelle contromisure militari.
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La Russia prepara un massiccio attacco con 2.000 droni kamikaze simultanei contro l'Ucraina, mettendo a dura prova le difese aeree ucraine e richiedendo nuove contromisure tecnologiche ed economiche. - Gaeta.it

Gli sviluppi recenti nel conflitto tra Russia e Ucraina mostrano un’escalation significativa nelle tattiche di attacco di Mosca. Secondo fonti del ministero della Difesa tedesco, la Russia sta preparando un massiccio lancio simultaneo di droni kamikaze, una strategia che mette sotto forte stress le difese ucraine e cambia i connotati della guerra tecnologica in corso.

Il piano russo di attaccare con migliaia di droni kamikaze

Il generale Christian Freuding, capo del centro situazionale per l’Ucraina presso il ministero della Difesa della Germania, ha dichiarato che Mosca intende scatenare fino a 2.000 droni kamikaze in un attacco simultaneo contro l’Ucraina. Questa notizia, diffusa dai media ucraini il 2025, descrive un’operazione su larga scala senza precedenti in termini di volumi di attacchi via drone.

Il generale ha sottolineato come questo tipo di attacchi sia particolarmente problematico per il sistema di difesa aerea ucraino, che deve fronteggiare una quantità enorme di bersagli molto mobili e di piccole dimensioni, difficili da intercettare con le tecnologie tradizionali. In passato, si erano già viste incursioni con droni, ma mai spinti a numeri così elevati e con un impiego così coordinato.

La strategia di Mosca punta a saturare e superare le capacità di respinta delle difese ucraine, cercando di causare danni diffusi e, allo stesso tempo, consumare le risorse militari e il materiale anti-aereo disponibile a Kiev. Il fatto che siano droni suicidi indica un cambio nella qualità dell’azione, che combina tecnologia e tattiche di attacco a basso costo per la Russia.

Difficoltà del sistema di difesa aerea ucraino

Secondo Freuding, difendere l’Ucraina da un attacco di queste dimensioni si rivela difficile. I sistemi attuali possono intercettare singoli droni, ma la moltiplicazione degli obiettivi in volo contemporaneo aumenta esponenzialmente la complessità della difesa. Le forze ucraine si trovano quindi a fronteggiare una pressione costante che potrebbe superare le scorte di munizioni o far collassare la copertura aerea in alcune aree.

Questi droni kamikaze sono progettati per compiere attacchi mirati e si muovono a bassa quota, riducendo la probabilità di essere rilevati presto. Inoltre, la loro piccola dimensione e la semplicità costruttiva li rendono meno costosi ma molto efficaci per colpire obiettivi vulnerabili come depositi militari o postazioni ancora esposte.

La combinazione di quantità elevata e costi contenuti altera il problema tradizionale del dover rispondere a ogni offensiva con armi sofisticate e costose, costringendo così le forze ucraine a cercare soluzioni diverse, che possano garantire un equilibrio tra efficacia e sostenibilità nel tempo.

La questione economica delle contromisure e il ruolo dei missili patriot

Freuding ha evidenziato come l’impiego dei missili Patriot contro questi droni risulti poco conveniente. Un missile Patriot supera i 5 milioni di euro, mentre i droni kamikaze russi hanno un costo stimato tra 30 e 50 mila euro l’uno. Per questo motivo, reagire usando costosi missili contro obiettivi a basso costo provoca uno squilibrio economico che favorisce chi lancia l’attacco.

Ci si aspetta quindi la necessità di sviluppare contromisure più intelligenti, capaci di neutralizzare i droni senza ricorrere a sistemi tanto costosi e pesanti. La ricerca si orienta verso armi elettroniche, sistemi di intercettazione a corto raggio, e metodi di guerra elettronica capaci di disturbare il controllo remoto o il segnale che guida i droni.

Questa disparità nei costi mette sotto pressione anche gli alleati occidentali, chiamati a supportare l’Ucraina non solo con sistemi di difesa sofisticati ma anche con soluzioni più pratiche ed economiche per rispondere all’elevata minaccia aerea che si profila all’orizzonte. La guerra tecnologica sembra dunque entrare in una nuova fase, dominata da queste sfide legate a droni e contromisure veloci.

Lo scenario militare dopo l’annuncio tedesco

Il quadro che emerge dall’intervento del generale Freuding suggerisce una tensione crescente lungo il fronte ucraino, con attacchi sempre più frequenti e complessi da bloccare. La quantità di droni a disposizione di Mosca crea difficoltà non solo tattiche ma anche logistiche per la difesa armena e la tenuta dell’intera linea.

Le autorità ucraine avranno bisogno di rivedere le strategie di difesa aerea, riorganizzando le priorità e forse puntando su sistemi più agili e multifunzionali. La preparazione a questa nuova ondata di attacchi si colloca contestualmente ai tentativi diplomatici e alle mosse geopolitiche internazionali che in questo 2025 cercano ancora una via d’uscita alla crisi.

Intanto la comunità internazionale segue con attenzione l’aggravarsi della situazione, consapevole che il passaggio a modalità di guerra più tecnologiche e meno classiche può fare la differenza nel conflitto che interessa tutta l’Europa orientale. Sul terreno la sfida è appena cominciata ma fa già capire come la guerra dei droni possa diventare uno degli elementi decisivi nei mesi a venire.

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