Morto a Bergamo l’attore e ventriloquo Pietro Ghislandi, noto per il pupazzo Sergio e la carriera in tv e cinema

Morto a Bergamo l’attore e ventriloquo Pietro Ghislandi, noto per il pupazzo Sergio e la carriera in tv e cinema

Pietro Ghislandi, attore e ventriloquo bergamasco, si è spento nel 2025 lasciando un’eredità artistica unica grazie al pupazzo Sergio, la musica, il teatro e numerose apparizioni televisive e cinematografiche.
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Pietro Ghislandi, attore, musicista e ventriloquo italiano, celebre per il pupazzo Sergio, è scomparso a Bergamo nel 2025, lasciando un'importante eredità artistica nel teatro, cinema e televisione. - Gaeta.it

Pietro Ghislandi, attore 68enne, musicista e ventriloquo, si è spento nella notte tra il 22 e 23 aprile 2025 a Bergamo, dopo aver lottato contro una malattia prolungata. La sua figura è ricordata soprattutto per il personaggio di Sergio, il pupazzo che lo ha accompagnato dai primi anni Ottanta fino alla fine. Ghislandi ha lasciato un segno nel mondo dello spettacolo italiano, grazie a uno stile unico che ha mescolato comicità, teatro e impegno artistico.

L’inizio della carriera televisiva con fantastico e il pupazzo sergio

Il debutto televisivo di Ghislandi risale agli anni Ottanta, grazie alla partecipazione fissa a Fantastico, il varietà condotto da Pippo Baudo. Qui fece la sua comparsa il pupazzo Sergio, una figura che divenne parte integrante delle sue esibizioni. Il personaggio veniva animato dalla sua abilità da ventriloquo e otteneva ampia attenzione da parte del pubblico. La presenza costante in una trasmissione molto seguita contribuì a consolidare la sua popolarità.

Sergio non era solo un semplice accessorio: era, per Ghislandi, un co-protagonista che gli consentiva di dare voce a idee e battute con un tocco personale. La tecnica della ventriloquia, rara e apprezzata, lo pose in una posizione particolare all’interno di uno scenario televisivo ricco di personaggi comici e artistici.

Un artista poliedrico tra comicità, musica e impegno sociale

Nel corso della sua carriera Pietro Ghislandi si è dimostrato capace di affrontare diversi generi e ambiti. Non solo il cabaret e la televisione, ma anche la musica, il teatro e il cinema. Le sue performance spaziavano dalla comicità a momenti di riflessione, spesso inserendo un tocco di impegno sociale nelle sue battute e melodie.

L’arte per lui è stata uno strumento per comunicare con il pubblico in modi diversi. La sua capacità vocale e ritmica era al servizio di uno stile personale ed essenziale, che sapeva coniugare ironia e messaggi più profondi. Sul palco e davanti alle telecamere riusciva a passare con disinvoltura da una forma espressiva all’altra mantenendo sempre una forte personalità artistica.

Ghislandi ha segnato la scena con le sue scelte, lavorando anche in progetti teatrali o in performance musicali meno note rispetto all’apparato televisivo ma altrettanto significative.

Il cinema, le pubblicità e i ruoli dietro le quinte

Nella sua filmografia Ghislandi ha raccolto esperienze variegate. Tra i titoli più importanti c’è “Soldati – 365 all’alba” di Marco Risi, uno dei primi film in cui è apparso sul grande schermo. Con gli anni ha lavorato anche con registi e attori come Leonardo Pieraccioni, partecipando a film che hanno ottenuto successo commerciale e popolarità.

Oltre al cinema, Ghislandi ha lavorato molto nella pubblicità, comparendo in spot e campagne che aggiungevano visibilità al suo volto e al personaggio. Ha inoltre prestato la voce a doppiaggi, un’attività complementare alla sua dote vocale e di interprete.

Un particolare ruolo svolto in più occasioni è stato quello di controfigura per Renato Pozzetto, collaborazione che ha richiesto precisione e riservatezza. La sua presenza sulla scena teatrale italiana non si è mai fermata, con migliaia di spettacoli portati in giro per il paese in anni di attività intensa.

L’eredità di Pietro Ghislandi nella cultura dello spettacolo italiano

La scomparsa di Pietro Ghislandi rappresenta la fine di una carriera lunga e articolata, ricca di testimonianze di un modo di fare spettacolo capace di attraversare decenni. Il suo nome è legato a un’arte specifica, la ventriloquia, che ha mantenuto viva portandola sul piccolo e grande schermo.

Ha saputo unire la figura dell’artista con quella del narratore e del musicista, creando un personaggio riconoscibile e apprezzato. Bergamo ospita oggi il ricordo di un professionista che ha attraversato la cultura popolare con garbo e capacità.

Gli spettacoli, i film e le apparizioni televisive di Ghislandi restano una traccia concreta di un modo di comunicare fatto di ritmo, voce e ironia, portato avanti con dedizione per oltre quarant’anni.

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