Morti di orsi marsicani e animali in invasi abruzzesi, associazioni segnalano pericoli e mancanze di sicurezza

Morti di orsi marsicani e animali in invasi abruzzesi, associazioni segnalano pericoli e mancanze di sicurezza

La morte di cuccioli di orso marsicano e altri animali in invasi privi di protezioni in Abruzzo evidenzia l’urgenza di interventi per mettere in sicurezza i bacini e tutelare la fauna locale.
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La morte di cuccioli di orso marsicano in invasi abbandonati in Abruzzo evidenzia gravi rischi per la fauna locale; le associazioni chiedono interventi urgenti per mettere in sicurezza questi bacini e prevenire nuove tragedie. - Gaeta.it

La morte di due cuccioli di orso marsicano nell’invaso artificiale di Scanno, in provincia dell’Aquila, ha acceso un faro sulle condizioni di numerosi bacini simili presenti in Abruzzo. Le associazioni Salviamo l’orso e Rewilding Apennines hanno denunciato l’esistenza di pericoli legati a invasi privi di adeguate protezioni, dove sono già stati trovati anche altri animali morti. La questione mette in evidenza la necessità di interventi urgenti per evitare altri incidenti in un territorio cruciale per la fauna locale.

Sopralluoghi e situazione degli invasi nelle zone montane e agricole dell’aquila

Personale e volontari di Salviamo l’orso e Rewilding Apennines hanno condotto controlli in diversi invasi sparsi per la provincia dell’Aquila, coprendo sia aree sciistiche come Ovindoli e Campo Felice, sia zone agricole in comuni come Pescina, Tornimparte e Rocca di Botte. Questi bacini, spesso realizzati per l’irrigazione o lo stoccaggio dell’acqua, presentano condizioni che mettono a rischio la fauna selvatica e domestica. Durante le ispezioni sono emerse criticità comuni: recinzioni inesistenti o danneggiate, scale o rampe di risalita non funzionanti. Gli animali cadono dentro senza possibilità di uscita, causando sofferenze e spesso la morte.

Rischi negli invasi di rivisondoli

Un esempio che fotografa queste criticità riguarda Rivisondoli, dove sono stati trovati senza vita due gatti domestici e un mustelide, un piccolo mammifero della famiglia dei mustelidi. Questi ritrovamenti non sono solo un caso isolato ma fanno parte di un quadro più ampio che sta preoccupando ambientalisti e comunità locali. Gli invasi, in buona parte costruiti decenni fa e abbandonati a se stessi, non sono più adeguati agli standard di sicurezza, soprattutto in un’area come l’Abruzzo dove la biodiversità è elevata e arrivano a vivere specie protette come l’orso marsicano.

Casi emblematici e mancanza di interventi nonostante le segnalazioni

Tra i luoghi visitati, il sito di Rocca di Botte si segnala per la presenza di quattro vasche estremamente pericolose. Il rischio era stato già segnalato nel 2020 ma nessun intervento di messa in sicurezza è stato attuato finora. Questo ritardo mette in evidenza un problema di responsabilità e di attenzione da parte delle autorità competenti. Le associazioni spiegano che in questi siti mancano del tutto le barriere protettive, le strutture per il soccorso degli animali intrappolati e ogni forma di prevenzione che possa evitare tragedie simili a quella che ha coinvolto gli orsi di Scanno.

Un documento per la sicurezza degli invasi

Questa situazione rischia di ripetersi se non verranno presi provvedimenti immediati. Le associazioni hanno anche documentato la questione con un report che contiene indicazioni tecniche precise per mettere in sicurezza i bacini. Il documento è già stato inviato ai Comuni interessati, ai Carabinieri Forestali e al Comitato Via della Regione Abruzzo. Il prossimo passaggio sarà la discussione nella riunione dell’Autorità di gestione del Patom, prevista al Ministero dell’Ambiente il 10 giugno.

Impegno delle associazioni e richieste alle istituzioni per evitare nuovi incidenti

Salviamo l’orso e Rewilding Apennines chiedono con forza una risposta rapida e concreta da gli enti responsabili. “Ricordano che i rischi sono stati analizzati e confermati da sopralluoghi e documentazioni fotografiche.” Al momento, in collaborazione con amministrazioni locali che hanno accolto la richiesta di intervento, sono già stati messi in sicurezza 27 invasi abbandonati, una cifra che dimostra la reale possibilità di agire.

Le associazioni ribadiscono che “non è più possibile ignorare questo problema.” Ogni nuovo incidente avrà ripercussioni morali e legali per gli enti che non prenderanno le giuste misure. Il territorio, riconosciuto per la presenza di specie come l’orso marsicano, necessita di un’attenzione particolare sulle infrastrutture artificiali come i bacini, che rappresentano trappole invisibili per animali selvatici e domestici. La collaborazione tra volontari, istituzioni locali e nazionali rimane fondamentale per evitare ulteriori perdite di vite e garantire la sicurezza ambientale in Abruzzo.

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