Morte Del Pitbull ad Ancona durante controllo antidroga: la storia del compagno imputato e le reazioni

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Morte del pitbull ad Ancona durante controllo, il compagno sotto accusa e le reazioni. - Gaeta.it

Armando Proietti

18 Settembre 2025

La vicenda del cane ucciso da un agente della polizia durante un controllo antidroga ad Ancona continua a suscitare discussioni. Il proprietario del pitbull, già coinvolto in un processo per rapina con l’uso di un cane, era presente al momento dell’intervento. La dinamica dell’accaduto, le accuse precedenti e le risposte di associazioni e sindacati delineano un quadro complesso di un episodio che resta al centro dell’attenzione pubblica.

Il profilo del compagno della proprietaria e il processo per rapina

Il 22enne, compagno della donna di origini domenicane proprietaria del pitbull Narcos, era già noto alle forze dell’ordine. Due anni prima dell’episodio ad Ancona, era stato processato per aver usato un cane per aggredire un passeggero di un autobus con l’intento di rapinarlo. Nel procedimento tenutosi a febbraio 2025, il giovane, di origine romena, era accusato di rapina ai danni di un ragazzo di 21 anni di origine bengalese. Secondo le accuse, avrebbe incitato il cane contro la vittima, che è stata morsa a una caviglia, permettendo la sottrazione di portafoglio e cellulare. Il processo in rito abbreviato si è concluso con una condanna a tre anni di reclusione.

Al momento della morte di Narcos, il 22enne si trovava al parco con la compagna. Secondo la polizia, avrebbe tentato di disfarsi di tre dosi di hashish durante il controllo. Questi elementi si inseriscono nel contesto di un intervento che ha portato allo scontro tra il cane e gli agenti.

Dinamica del controllo e dell’uccisione del pitbull Narcos

La sera della tragedia, gli agenti erano intervenuti per un controllo nell’area pubblica dove si trovavano il giovane, la compagna e il cane. Narcos era un meticcio senza museruola né guinzaglio. La polizia sostiene che l’animale fosse libero, mentre la proprietaria afferma di averlo tenuto con una catena. Durante l’operazione, il cane si sarebbe mostrato aggressivo verso gli agenti, che hanno risposto sparando un colpo di pistola, causando la morte immediata dell’animale.

Questa versione ha scatenato un acceso dibattito sulle modalità di intervento, sulla gestione degli animali durante i controlli e sulla posizione del giovane presente. L’episodio ha riportato alla luce anche il passato giudiziario del compagno della proprietaria, complicando ulteriormente la vicenda.

Le reazioni dell’opinione pubblica e delle associazioni animaliste

La morte di Narcos ha diviso la comunità locale e l’opinione pubblica nazionale. Molti hanno espresso sdegno per la morte del cane, chiedendo responsabilità e una revisione dell’intervento. Per la domenica successiva è stata indetta una manifestazione per chiedere la sospensione del poliziotto che ha sparato.

L’attivista Enrico Rizzi ha chiesto la sospensione immediata dell’agente dal servizio operativo e il suo trasferimento a un incarico amministrativo. Queste richieste riflettono la pressione sull’amministrazione locale per un chiarimento e per eventuali provvedimenti disciplinari.

L’associazione Enpa ha avviato una verifica interna tramite il proprio ufficio legale per chiarire le circostanze della morte del cane, valutando possibili irregolarità nei comportamenti degli agenti. Questa iniziativa sottolinea l’attenzione alla tutela degli animali anche durante interventi di polizia.

Posizione e supporto del sindacato di polizia all’agente coinvolto

Il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia di Ancona ha espresso vicinanza all’agente coinvolto nel controllo. Alessandro Bufarini, segretario generale provinciale, ha sottolineato la professionalità degli operatori e il loro impegno quotidiano a tutela dei cittadini e, per quanto possibile, degli animali.

Il comunicato evidenzia che il lavoro degli agenti, spesso esposti a situazioni delicate e rischiose, è supportato da addestramenti specifici sull’uso delle armi e sulle tecniche operative. Il sindacato respinge dubbi sull’operato della polizia, definendo la morte del cane un incidente avvenuto durante un intervento complesso.

Questa solidarietà rappresenta il punto di vista delle forze dell’ordine, che devono prendere decisioni rapide in situazioni di tensione. La posizione del sindacato mira a tutelare gli agenti da eventuali attacchi pubblici, sottolineando responsabilità e preparazione.

La vicenda resta sotto esame da parte delle autorità competenti, mentre il dibattito pubblico si concentra sulla gestione della sicurezza e sul rispetto degli animali durante gli interventi.