Morte Del Dodicenne di Castiglione Torinese: indagate due pediatre per omicidio colposo dopo tre dimissioni

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Dodicenne di Castiglione Torinese muore, due pediatre indagate per omicidio colposo. - Gaeta.it

Armando Proietti

6 Settembre 2025

La vicenda di Andrea Vincenzi, dodicenne morto dopo tre dimissioni in meno di due giorni dall’ospedale di Chivasso, ha riaperto un’inchiesta su presunti errori medici. I pm di Ivrea hanno iscritto nel registro degli indagati le due pediatre che lo avevano seguito, contestando l’omissione di una diagnosi tempestiva e l’assenza di un ricovero necessario. Questo caso ha acceso un dibattito sulla gestione delle emergenze pediatriche e sulle responsabilità sanitarie in situazioni critiche.

Il triplice accesso al pronto soccorso e le dimissioni di Andrea

Andrea Vincenzi, giovane portiere di calcio della società U.S.D. Gassino San Raffaele, era stato ricoverato e dimesso tre volte in poco meno di 48 ore nel febbraio 2024. Durante il terzo accesso al pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso, nonostante il peggioramento delle condizioni, i medici avevano deciso di confermare la terapia antibiotica senza ulteriori approfondimenti diagnostici. Non venne prescritta una radiografia del torace, esame che avrebbe potuto evidenziare la gravità dell’infezione in corso, né fu disposto un ricovero ospedaliero per un monitoraggio più stretto.

Questo approccio ha permesso ad Andrea di tornare a casa, ma la sua salute continuava a deteriorarsi in modo silenzioso. Solo in seguito venne trasportato con urgenza al Regina Margherita di Torino, dove arrivò in condizioni critiche. Dopo poco il ragazzo è deceduto per insufficienza respiratoria, legata a un versamento pleurico massivo causato da una pertosse che non aveva ricevuto una diagnosi corretta durante le precedenti visite.

Le accuse contro le due pediatre e l’incidente probatorio disposto dalla procura

La Procura di Ivrea ha formalizzato un atto d’accusa contro le due pediatre in servizio a Chivasso. Il capo d’imputazione è omicidio colposo in ambito sanitario, conseguente a una presunta negligenza nell’esercizio della professione. L’iscrizione delle professioniste nel registro degli indagati favorisce l’avvio dell’incidente probatorio, una procedura tecnica utile per bloccare le prove e stabilire con perizia quali errori siano stati commessi.

Il pubblico ministero Maria Baldari ha nominato due consulenti tecnici, i dottori Monica D’Amato e Vincenzo Tipo, incaricati di riesaminare i campioni biologici prelevati da Andrea e tutta la documentazione medica. Il loro compito è chiarire se la morte poteva essere evitata con una diagnosi tempestiva o se l’esito tragico fosse inevitabile.

Le consulenze riguardano anche la decisione di non modificare la terapia antibiotica nonostante il peggioramento clinico, e la scelta di non effettuare esami più approfonditi. Gli inquirenti sottolineano che, tra il secondo e il terzo accesso in pronto soccorso, erano emersi altri indicatori significativi: un’infezione da Mycoplasma e un ematoma al braccio destro del ragazzo. Questi segnali avrebbero dovuto far scattare ulteriori accertamenti.

Tensioni tra difesa medica e rilievi della procura sull’operato dei pediatri

Dopo la morte di Andrea, il direttore della Pediatria di Chivasso, Fabio Timeus, aveva sostenuto che le dimissioni fossero giustificate dalla stabilità delle condizioni cliniche del ragazzo e dal rispetto dei protocolli standard. La sua posizione rappresentava una difesa dell’operato dei colleghi, sottolineando che non vi fossero indicazioni immediate a prolungare il ricovero o a variare la terapia.

Questa versione si scontra però con le conclusioni preliminari dell’autopsia e con le consulenze tecniche ordinate dalla Procura. Il medico legale Alessandro Marchesi ha evidenziato come la causa della morte sia stata l’insufficienza respiratoria causata da un versamento pleurico massivo, risultato di una pertosse non diagnosticata. Le valutazioni dei periti incaricati dall’ufficio giudiziario hanno sollevato dubbi sull’adeguatezza della gestione clinica.

Le difese legali delle due pediatre, che si avvalgono degli avvocati Enrico Calabrese e Gian Maria Nicastro, insistono sul fatto che i protocolli medici siano stati applicati correttamente. Dall’altro lato, le indagini puntano a mostrare le mancanze che hanno impedito di riconoscere la gravità della situazione, con conseguenze tragiche.

La reazione della comunità di Castiglione Torinese e il ricordo di Andrea

La morte di Andrea Vincenzi ha profondamente scosso la piccola comunità di Castiglione Torinese. Nei giorni successivi al dramma, cittadini, amici, compagni di squadra e familiari si sono raccolti in una fiaccolata silenziosa nella piazza della scuola media Enrico Fermi, in segno di lutto e solidarietà.

I compagni di squadra lo hanno ricordato stringendo i guantoni da portiere, simbolo della sua passione per il calcio. L’Usd Gassino San Raffaele ha espresso il proprio cordoglio con parole semplici che raccontano un ragazzo sempre allegro, dedicato allo sport e legato alla sua squadra.

I genitori di Andrea, Roberto e Maria Valeria Bertana, hanno mantenuto viva la richiesta di verità, affinché la morte non resti un numero tra le statistiche ma diventi una causa per migliorare la sicurezza delle cure pediatriche. L’inchiesta rimane aperta e si concentra su quanti dettagli possano ricostruire le responsabilità mediche.

Il procedimento giudiziario indica un punto di confronto tra l’apparato sanitario e la realtà vissuta dalle famiglie, che spesso chiedono risposte dopo lutti impossibili da accettare. Andrea non è più tra noi, ma il suo caso solleva domande che il sistema sanitario italiano deve affrontare senza esitazioni.