In Trentino, durante un’escursione in montagna, un turista tedesco è stato morso da una vipera ed è stato trasferito d’urgenza in ospedale con l’elisoccorso. Questi eventi mettono in evidenza l’importanza di sapere come intervenire subito e cosa evitare per ridurre i rischi legati a un morso di serpente velenoso. La gestione corretta delle prime fasi può fare la differenza nella salute delle persone colpite.
Cosa fare subito dopo il morso di vipera
Il primo passo è mantenere la calma. L’agitazione fa aumentare il battito cardiaco, agevolando la diffusione del veleno nel corpo. Questa immediata attenzione alla tranquillità fisica è cruciale per limitare i danni. È indispensabile allertare i soccorsi chiamando il 118 o il numero di emergenza locale indicando in modo chiaro la posizione e la situazione del ferito.
Consigli pratici per l’immobilizzazione e la pulizia
Nel frattempo, è consigliabile immobilizzare l’arto colpito, mantenendolo fermo e preferibilmente in posizione leggermente più bassa rispetto al cuore. Un sostegno stabile come una stecca o una fasciatura morbida serve a evitare movimenti che potrebbero aggravare la situazione. Pulire delicatamente la ferita con acqua e sapone aiuta a ridurre il rischio di infezioni. Se possibile, si può disinfettare con acqua ossigenata o permanganato di potassio, sempre valutando la reazione della pelle.
Leggi anche:
Rimuovere rapidamente anelli, bracciali, orologi o altri oggetti che potrebbero diventare pericolosi in caso di gonfiore è un passaggio fondamentale. Applicare una fasciatura elastica moderatamente compressiva aiuta a rallentare la diffusione del veleno nei tessuti linfatici, ma è importante non stringere troppo per non compromettere la circolazione.
Cosa evitare dopo il morso di vipera per non aggravare la situazione
Numerose pratiche che una volta erano considerate utili risultano oggi dannose o inutili. Non va incisa la ferita: questa azione non elimina il veleno ma può aumentare il rischio di infezioni o provocare danni ai tessuti circostanti. Suctionare il veleno con la bocca è inutile e può esporre chi soccorre a contaminazioni pericolose.
I lacci emostatici sono vietati. Bloccare completamente la circolazione può causare necrosi e lesioni gravi nel tessuto intorno al morso. Non si devono assumere alcolici, sedativi o analgesici senza controllo medico. Questi farmaci possono celare i sintomi e complicare la valutazione clinica durante l’intervento sanitario.
Il siero antivipera non è un rimedio da autoprescrivere né da somministrare in autonomia. Questa terapia richiede la supervisione ospedaliera e viene decisa dal personale sanitario a seconda della gravità dell’avvelenamento e delle condizioni del paziente. Non sempre la sua somministrazione è necessaria, ma va effettuata con precisione e attenzione medica.
Riconoscere l’urgenza e l’importanza di un intervento tempestivo
Raggiungere rapidamente un pronto soccorso è fondamentale. Solo in ambito ospedaliero si può valutare nel dettaglio il quadro clinico della persona colpita, somministrare le cure richieste e seguire il decorso con le terapie adatte. L’intervento immediato riduce il rischio di complicanze anche gravi come shock anafilattico o danni irreversibili ai tessuti.
Chi si ritrova in mezzo alla natura deve essere consapevole che la gestione di un morso di vipera non si limita al semplice trasporto in ospedale ma comprende un insieme di accorgimenti pratici da mettere in atto mentre si attendono i soccorsi. L’esperienza dimostra che errori comuni saltano fuori dal panico e dalla scarsa informazione sui comportamenti corretti.
Ruolo di nti e comunicazione del rischio
L’episodio trentino conferma la necessità di diffondere rapidamente le indicazioni ufficiali e aggiornate. L’associazione Nessuno tocchi Ippocrate , fondata dal medico del 118 Manuel Ruggiero, ha un ruolo attivo nella comunicazione di questi messaggi chiave, rendendo accessibili le istruzioni per affrontare senza rischi un incontro con questo tipo di emergenza.