A Montorio al Vomano sono comparsi sui pannelli pubblicitari comunali manifesti con dati ufficiali sulle spese del Comune dal 2015 al 2019. L’iniziativa è stata motivata dal sindaco come un modo diretto e trasparente per informare i cittadini sull’uso delle risorse pubbliche chiesto in maniera esplicita: “125 milioni spesi tra il 2015 e il 2019. Per fare cosa? Il bancomat è chiuso”. La mossa ha sollevato interesse tra la popolazione e critiche dall’opposizione, dando il via a un confronto acceso sulla gestione economica degli anni passati.
Dati pubblici e trasparenza: l’iniziativa del sindaco altitonante
Il sindaco fabio altitonante ha spiegato che i manifesti sono stati pagati di tasca propria, senza gravare sulle casse comunali. L’esposizione presenta dati ufficiali estratti dai rendiconti comunali approvati in consiglio negli anni scorsi. Il messaggio si rivolge ai cittadini montoriesi, invitandoli a conoscere in modo chiaro come sono stati spesi i soldi pubblici.
La campagna intende portare una verità condivisa e facilmente consultabile a tutti, senza filtri né interpretazioni. Il fatto che l’amministrazione abbia scelto di utilizzare spazi pubblicitari per questo scopo ha generato un acceso dibattito in consiglio, soprattutto sulla gestione di tali spazi negli anni precedenti.
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Gestione degli spazi pubblicitari comunali e introiti mancati
Secondo altitonante, la concessione degli spazi pubblicitari era scaduta da circa 15 anni senza rinnovo e controllo da parte dell’ente locale. Solo dopo aver preso in carico direttamente questa attività, l’ufficio tributi comunale ha cominciato a generare introiti pari a circa 8.000 euro in appena un anno. Il rischio è che in passato il Comune abbia perso almeno 100.000 euro di entrate derivanti dalla concessione non regolata dei pannelli.
Questa situazione porta a un’ulteriore domanda rivolta agli amministratori e agli ex gestori: chi ha gestito quegli spazi per così tanti anni e come sono stati conteggiati i guadagni? La risposta attesa dai cittadini si concentra sull’efficacia della gestione patrimoniale locale.
Le spese pubbliche dal 2015 al 2019 e i risultati mancati
Nei cinque anni indicati, il Comune ha destinato circa 125 milioni di euro, una cifra che oggi risulterebbe ancora più elevata a causa dell’inflazione. Il sindaco ha sottolineato come questi fondi non abbiano prodotto opere visibili né servizi migliori. I conti evidenziano disavanzi, nuovi debiti e anomalie contabili su diverse voci, tra cui residui passivi e accantonamenti.
Il livello di cassa si è mantenuto segnalando uscite superiori alle entrate per un lungo periodo senza rilascio di opere concrete. La gestione attuale si è distinta per aver evitato nuovi debiti, trattato finanziamenti esterni e rinegoziato prestiti già accesi, concentrandosi sul pagamento dei debiti rimasti dagli anni precedenti.
Sprechi individuati su servizi pubblici e contratti energetici
L’amministrazione ha denunciato numerosi sprechi emersi da una revisione attenta degli enti e servizi comunali. Tra gli esempi citati ci sono le spese inconsuete per i cimiteri, la gestione delle società partecipate, la piscina comunale, gli espropri immobiliari e il costo dell’energia elettrica.
Un caso emblematico riguarda la bolletta di energia elettrica per un tratto di via gramsci: il Comune pagava un contratto forfettario che prevedeva un consumo mensile di 170 kW, una quantità simile a quella consumata da circa 60 appartamenti, ma alimentava in realtà solo quattro punti luce. La spesa mensile superava i 5.000 euro, calcolata su consumi stimati e mai verificati.
L’azione amministrativa ha bloccato questo spreco, intervenendo per azzerare gli oneri ingiustificati.
Il confronto con l’opposizione e la richiesta di chiarezza
Il sindaco altitonante ha lanciato un appello all’opposizione per lavorare insieme nella verifica delle responsabilità riguardanti la gestione debitoria e amministrativa del Comune. Ha invitato a evitare accuse gratuite e ostruzionismi, auspicando un contributo reale volto a chiarire i conti e tutelare gli interessi della comunità.
La chiusura dell’esposizione comunicativa con la frase “il bancomat è chiuso” indica che la disponibilità finanziaria della passata amministrazione non è più accessibile. Resta aperta la questione sulla ricostruzione della situazione economica tramite documenti ufficiali e sul futuro della gestione comunale.