Monsignor Francesco Savino invita a porre la dignità del malato al centro del dibattito sul fine vita in Italia

Monsignor Francesco Savino invita a porre la dignità del malato al centro del dibattito sul fine vita in Italia

Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana e vescovo di Cassano all’Ionio, invita a un dialogo aperto sul fine vita in Italia, promuovendo le cure palliative e una legge nazionale unitaria.
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Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei, si oppone a accanimento terapeutico ed eutanasia, promuovendo invece le cure palliative come via dignitosa per il fine vita, e invita a un dialogo politico aperto per una legge nazionale unitaria. - Gaeta.it

Il tema del fine vita continua a dividere il dibattito politico e sociale in Italia. Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana e vescovo di Cassano all’Ionio, ha recentemente espresso la sua posizione sui diversi approcci possibili: accanimento terapeutico, eutanasia e cure palliative. In un contesto segnato dalla recente richiesta della Corte Costituzionale per una legge nazionale, il monsignore sottolinea la necessità di confrontarsi in modo aperto e senza pregiudizi, puntando sulla dignità della persona e sul ruolo fondamentale delle cure palliative.

Il no all’accanimento terapeutico e all’eutanasia, e la scelta per le cure palliative

Monsignor Savino si è mostrato chiaramente contrario sia all’accanimento terapeutico sia all’eutanasia, due opzioni che ritiene non rispettose della dignità del malato. Secondo lui, esiste una “terza via”, rappresentata dalle cure palliative, che permette di garantire al paziente un’assistenza adeguata e umana negli ultimi momenti della vita. Questa scelta, spiega, non riguarda solo la dimensione sanitaria, ma apre anche a una riflessione civile e democratica profonda.

Le cure palliative si concentrano sul sollievo dal dolore e sul supporto psicologico, accompagnando il malato e la famiglia senza forzare prolungamenti artificiali della vita. Per il vescovo di Cassano all’Ionio questa strada “dà dignità al malato” e deve essere considerata “una questione di civiltà”. La richiesta di un approccio più umano, che eviti sofferenze inutili, emerge come una priorità nel discorso pubblico e legislativo.

La necessità di una legge nazionale unitaria e il problema delle risorse negli hospice

Il dibattito sulla legge sul fine vita ha ricevuto una spinta dalla Corte Costituzionale, che ha chiesto una normativa unica a livello nazionale. Monsignor Savino condivide questa esigenza, ricordando che la materia non può essere regolata da una frammentazione regionale. Questa unificazione delle regole è fondamentale per garantire coerenza, tutela e diritti in tutto il territorio italiano.

Un altro aspetto evidenziato dal vicepresidente della Cei riguarda la gestione delle strutture sanitarie che offrono cure palliative, come gli hospice. Savino sottolinea che i centri necessitano di una pianificazione economica più attenta, visto che la domanda cresce e il personale specializzato scarseggia. Questa carenza rischia di compromettere l’assistenza offerta proprio a chi si trova nelle condizioni più fragili e vulnerabili.

Alla luce di questo, emerge la necessità di investimenti mirati e di un’organizzazione solida per il personale medico e infermieristico, in modo da garantire a tutti i malati un servizio adeguato e umano. La complessità di questo sistema richiede attenzione non solo legislativa ma anche economica e gestionale.

Il dialogo politico senza pregiudizi e la corresponsabilità delle forze politiche

Monsignor Savino invita le forze politiche a intraprendere un confronto sereno e privo di pregiudizi sul tema del fine vita, che coinvolge la dimensione più intima dell’esistenza di ogni persona. Il vescovo ribadisce che, per affrontare questa questione così delicata, serve la “corresponsabilità di tutti”: è indispensabile che tutte le parti in campo operino con un obiettivo comune, mettendo al centro la dignità del malato.

L’auspicio è che la discussione sia guidata da rispetto reciproco e da attenzione alle esigenze delle persone e delle famiglie coinvolte. Il richiamo di Savino si concentra sul valore della vita e sulla sua tutela, evitando posizioni estremiste che rischiano di esasperare il confronto e di allontanare soluzioni condivise.

Questo invito al dialogo arriva proprio mentre il Parlamento si prepara a esaminare una proposta di legge nazionale sul fine vita, uno snodo fondamentale per stabilire norme comuni, garantendo diritti e protezioni alle persone in condizioni di malattia avanzata. La speranza è che si possa costruire un testo che tenga conto delle diverse sensibilità e, al tempo stesso, risponda ai bisogni concreti di chi vive queste situazioni.

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