Mons. gianfranco ravasi tra economia, tormenti globali e il senso dell’agire al festival di trento

Mons. gianfranco ravasi tra economia, tormenti globali e il senso dell’agire al festival di trento

mons. gianfranco ravasi al festival dell’economia di trento riflette su economia, valori umani e crisi sociale, invitando a interrogare, intelligere e interpretare per superare semplificazioni e ritrovare guida spirituale e culturale.
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Mons. Gianfranco Ravasi al Festival dell’Economia di Trento ha riflettuto sul rapporto tra economia, valori umani e crisi contemporanee, evidenziando l'importanza di un pensiero critico e simboli forti per guidare scelte consapevoli in tempi di conflitti e smarrimento sociale. - Gaeta.it

L’intervento di mons. gianfranco ravasi alla ventesima edizione del festival dell’economia di trento si è distinto per un intreccio di leggerezza e profondità. In un momento segnato da guerre e tensioni sociali, il presidente emerito del collegio pontificio della cultura ha esplorato il complicato rapporto tra economia, azione e valori umani. Le sue parole hanno oscillato tra riferimenti filosofici, critiche all’attualità e la ricerca di simboli in grado di guidare scelte più consapevoli. Ravasi ha offerto un quadro dell’odierna difficoltà di decidere e agire, invitando a riscoprire strumenti critici per superare semplificazioni e vuoti simbolici.

Il ritorno di ravasi a trento e il richiamo alla tentazione dello spirito

monsignor gianfranco ravasi ha aperto il suo intervento ricordando che, dopo anni di partecipazione come prolusionista al festival, aveva annunciato l’addio all’impegno. Tuttavia, come citato da oscar wilde, “non vi è altro modo di liberarsi da una tentazione che di soccombere ad essa”. La suggestione di trento, con il suo ambiente fatto di riflessioni sull’uomo e sull’economia, è stata troppo forte da rifiutare per un teologo come lui. Questo ritorno è stato quindi un atto di dedizione a un contesto dove si mescolano questioni spirituali, sociali e culturali, una cornice capace di suscitare spunti di riflessione a più livelli.

Il discorso ha preso le mosse da una dimensione lieve, per poi attraversare temi più complessi che rispecchiano le tensioni odierne. ravasi ha sfiorato con ironia e leggerezza opere come “le confessioni” di sant’agostino e i testi di julien green, ricordando che “inquieto è il nostro errare”, frase che invita a vedere nell’inquietudine una condizione umana che, nonostante la difficoltà, non deve essere temuta. Questa apertura ha fissato il tono dell’intervento: un dialogo che, partendo da spunti spirituali, si muove nello scenario della crisi sociale ed economica.

Le tre “i” per decifrare lo spirito del tempo e superare la banalità

Durante l’intervista con lina palmerini del sole 24 ore, ravasi ha sottolineato i problemi che affliggono la politica e anche la chiesa: semplificazioni, vuoto di contenuti, e sinonimo di decisioni dettate da interessi contingenti. Ha proposto di tornare a tre “i” fondamentali per affrontare la complessità del presente: interrogare, intelligere e interpretare. Questo insieme di azioni mentali permette di scavare sotto la superficie dei fatti e coglierne la profondità, allontanandosi da risposte automatiche o da luoghi comuni.

La riflessione parte dal bisogno di strumenti critici solidi, capaci di orientare l’agire politico e sociale. ravasi ha richiamato la necessità di portare avanti un giudizio meditato sui fatti, ma anche di leggere i segni del nostro tempo con la consapevolezza che salirà dalle elaborazioni profonde l’impegno concreto. Piuttosto che affidarsi a slogan o a formule ripetute, occorre mantenere aperto il pensiero e la curiosità, evitando che la semplificazione diventi la lente con cui guardare il mondo e la realtà.

Guerra, relazioni spezzate e il ruolo della religione nella società odierna

ravasi ha evidenziato la drammaticità del presente, soffermandosi sulle conseguenze delle guerre, in particolare con un riferimento diretto a gaza. La guerra viene descritta come “la fine della relazione”, una rottura definitiva del dialogo e della convivenza. La dimensione di scontro prevale sull’incontro e sul noi, facendo esplodere l’io in forme di sopraffazione. In questo contesto, la religione assume, secondo ravasi, il compito di ricucire legami e favorire la riconciliazione.

Il riferimento al trittico di eventi legati alla morte di papa francesco, il conclave e l’intronazione di leone xiv ha sottolineato il bisogno umano di simboli forti, capaci di offrire un punto d’appoggio in tempi instabili e confusi. ravasi insiste su decisioni “grandi”, cioè lontane dalle dispute quotidiane, capaci di produrre orientamenti chiari e condivisi. Questa visione mette in luce la difficoltà del presente senza rinunciare a evocare la possibilità che esista una parte della società disposta a mantenere saldi valori e resistere alla deriva.

La denuncia di un agire sociale senza guida e la sfida del presente

La metafora della nave affidata al “cuoco di bordo” che decide cosa si mangerà domani serve a ravasi per descrivere una situazione di assenza di guida e di timone. L’immagine costruisce un quadro in cui le decisioni importanti sembrano cadere nelle mani di chi non possiede strumenti o capacità adeguate per guidare la comunità. Ciò sottolinea tanto la fragilità dei sistemi politici quanto la difficoltà delle istituzioni religiose a offrire direzioni credibili.

Questa diagnosi si accompagna a un invito implicito a riconquistare spazi di responsabilità e di discernimento. Solo una minoranza che ancora crede in valori grandi e condivisi può essere spina nel fianco di derive egoistiche e conflittuali. ravasi parla anche della rottura dei rapporti sociali e della “fine delle relazioni” come segnali profondi di frattura, aggravati da conflitti armati, crisi civili e disorientamento culturale.

L’assemblea del teatro sociale di trento è stata chiamata ad ascoltare e a sentire questa tensione: un invito a non lasciare che lo smarrimento del presente divori ogni speranza. La riflessione di mons. gianfranco ravasi fa emergere con forza il bisogno di radici culturali e spirituali anche in un contesto fatto di economia e politica, evidenziando quanto sia urgente ridare centralità all’uomo e al senso delle sue scelte.

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