Papa Francesco si presenta come un cristiano che ha attraversato profondamente la Pasqua, sperimentando emozioni intense legate alla fede. Questa definizione, espressa dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, offre uno spunto di riflessione durante la messa in suffragio celebrata nel Duomo. Le sue parole raccontano un’immagine concreta del Papa, legata non solo alla sua figura pubblica, ma soprattutto al suo impegno spirituale e al ruolo che ha svolto nella Chiesa e nel mondo.
la messa in suffragio per papa francesco a milano: parole di mons. delpini
Nel Duomo di Milano, in una cerimonia intensa, mons. Mario Delpini ha pronunciato un’omelia che ha centrato l’attenzione sulla dimensione umana e spirituale di Papa Francesco. Ha ricordato come il pontefice abbia vissuto “la Pasqua” in prima persona, ovvero il passaggio dalla morte alla vita nelle sue forme più profondi, attraversando momenti di timore e allo stesso tempo di gioia. E questo vissuto ha segnato il suo approccio alla fede, caratterizzato da una dedizione costante nel sostenere i credenti nel loro cammino.
Delpini ha evidenziato che Papa Francesco non si è limitato a un annuncio pacifico o neutro, ma ha spesso disturbato con le sue parole chi si era assuefatto a uno stile di vita comodo e indifferente. Il Papa è stato descritto come un “cristiano irritante”, capace di scuotere le coscienze attraverso un linguaggio diretto che richiama alla conversione e alla responsabilità verso i più poveri. Il riferimento alla Pasqua serve a sottolineare la forza e l’irruenza di un messaggio cristiano autentico che non teme di mettere in discussione le certezze consolidate.
fastidioso ma necessario: il papa e il suo stile di vita evangelico
Mons. Delpini ha segnato il carattere provocatorio di Papa Francesco come un segno di fedeltà al Vangelo. Il pontefice infatti ha adottato uno stile di vita che ha messo al centro le persone più fragili e ha promosso una conversione vera, non solo formale o rituale. Questo impegno ha creato disagi in molti ambienti, perché ha messo in discussione abitudini e poteri consolidati.
La sua capacità di essere scomodo nasce dalla volontà di essere fedele alla chiamata evangelica, come un cristiano che ha attraversato la Pasqua, cioè che ha sperimentato l’esperienza della resurrezione. La Pasqua, infatti, porta con sé gioia ma anche timore e impegno. Questi elementi fanno del Papa una figura che scombina i consueti equilibri per affermare un messaggio di speranza e di giustizia. Per questo, Delpini definisce i cristiani pasquali come quelli che “sono lieti, timorosi, zelanti e irritanti”.
il cristiano pasquale: un annuncio che sfida le autorità e le consuetudini
L’arcivescovo ha concluso sottolineando come il cristiano che ha fatto Pasqua non si limita a un messaggio tranquillo o mite. Al contrario, questa persona può risultare fastidiosa proprio perché coinvolge temi scomodi come la risurrezione e la trasformazione profonda della società e della persona. Il cristiano pasquale “mette a disagio” e “si rende antipatico” perché rompe la routine, assume una posizione anche senza l’autorizzazione delle strutture di potere esistenti.
Il richiamo finale del discorso è rivolto proprio al fatto che questo cristiano porta messaggi inaspettati e sconcertanti che mettono in discussione l’inerzia e le ingiustizie di chi governa. Tale attitudine è in linea con quella che ha sempre mostrato Papa Francesco, chiamato più volte a risvegliare le coscienze e a richiamare all’impegno verso i poveri e gli esclusi. La figura del papa, quindi, emerge dentro questa cornice di radicalità e coerenza evangelica, capace di essere “irritante” perché porta verità scomode.