Un oggetto metallico di forma cilindrica, lungo circa cinque metri e con un diametro di un metro e mezzo, è stato scoperto nel tardo pomeriggio di sabato tra le isole di Lampione e Lampedusa. L’origine e la natura del relitto restano ancora da chiarire. Le prime ipotesi puntano verso un possibile legame con un lancio satellitare, escludendo al momento un presunto origine militare israeliana, come dichiarato dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Le autorità hanno avviato verifiche approfondite affidandosi al nucleo Sdai della Marina militare.
Recupero e analisi iniziale del relitto cilindrico: progetto sdai in azione
Il relitto, ritrovato nelle acque dell’arcipelago delle Pelagie, ha attirato subito l’attenzione delle autorità marittime e militari. Nel pomeriggio di sabato, la Guardia Costiera ha effettuato i primi controlli sul manufatto metallico. Questi riscontri preliminari hanno escluso la presenza di materiali esplosivi o radioattivi, riducendo i rischi immediati per l’ambiente marino e la navigazione.
È previsto l’intervento del nucleo Sminamento Difesa Anti Mezzi Insidiosi della Marina Militare, specializzato in bonifica e sicurezza portuale. Questo team è incaricato di condurre esami tecnico-operativi più approfonditi per verificare le caratteristiche del relitto e garantire la sicurezza nella zona. Il Sdai, pur normalmente concentrato sulla tutela delle infrastrutture portuali da minacce subacquee e ordigni esplosivi, opera anche nelle acque nazionali per simili emergenze.
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Il coordinamento tra Guardia Costiera e Marina Militare mira a prevenire qualsiasi pericolo per residenti e imbarcazioni. L’ubicazione dell’oggetto, tra Lampione e Lampedusa, è strategica e molto frequentata: l’intervento dovrà essere rapido e preciso per evitare disagi alla navigazione locale.
Dichiarazioni del ministro della difesa crosetto sulla natura del relitto e ipotesi satellitari
In occasione della cerimonia per l’82esimo anniversario della Difesa di Roma, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha commentato il ritrovamento, chiarendo dubbi sulle origini militari del manufatto. Ha definito improbabile che si tratti di un reperto legato a Israele, indicandolo come verosimilmente collegato a un lancio satellitare.
Questa ipotesi rimanda alla possibilità che il cilindro metallico sia un componente di un razzo o di un veicolo spaziale rientrato nell’atmosfera e caduto in mare. La forma e le dimensioni del relitto corrispondono a elementi che si ritrovano comunemente nei detriti spaziali. Il ministro non ha fornito ulteriori dettagli, né conferme ufficiali, ma l’indicazione sposta l’attenzione su un fenomeno che, seppure raro, si verifica quando componenti di missioni spaziali ritornano sulla Terra.
Le autorità stanno pertanto collaborando con esperti del settore spaziale e militare per raccogliere dati e verificare tracce che possano confermare o smentire questa versione. In attesa dei risultati tecnici, la prudenza resta la linea guida nelle operazioni di recupero e analisi.
La valutazione sulle reali origini del cilindro rimane aperta, mentre i controlli proseguono con lo scopo di definire esattamente la natura del relitto e la sua eventuale pericolosità.