Due operatori del servizio 118 a Taranto sono stati minacciati con un coltello lungo 25 centimetri durante un intervento di emergenza in un’abitazione del quartiere Paolo VI. L’episodio è avvenuto nel pomeriggio di ieri, mettendo in evidenza ancora una volta i rischi a cui sono esposti i soccorritori sul campo.
L’intervento di emergenza trasformato in una situazione pericolosa
La chiamata di soccorso era partita per assistere un uomo di 36 anni che accusava problemi respiratori. Quando i due soccorritori sono entrati in casa, hanno svolto una prima valutazione. Improvvisamente, l’uomo ha afferrato un coltello da cucina con lama liscia, di circa 25 centimetri, puntandolo contro i sanitari presenti. La situazione è degenerata in pochi istanti e i due soccorritori si sono ritrovati bloccati dentro l’abitazione.
Mantenere la calma durante la crisi
Durante la crisi, i soccorritori hanno mantenuto la calma nonostante la minaccia costante. Erano presenti anche la moglie e il fratello del paziente, che non sono intervenuti direttamente nella minaccia. Gli operatori hanno cercato di evitare un’escalation, assonando l’uomo per guadagnare tempo e trovare un modo per uscire da quella situazione.
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La fuga e il soccorso ai soccorritori
Dopo circa venti minuti di tensione crescente, i due hanno inventato una scusa per allontanarsi dal paziente e contattare la centrale operativa. Appena usciti dall’appartamento, hanno dato l’impressione di preparare l’ambulanza per un esame medico, ma in realtà si sono chiusi nella vettura e sono partiti per mettersi in salvo.
Nel frattempo, l’uomo che li aveva minacciati è uscito di casa per recarsi autonomamente al pronto soccorso dell’ospedale Moscati, dove le forze dell’ordine sono intervenute per gestire la situazione. La rapida segnalazione da parte dei soccorritori ha permesso di evitare guai peggiori.
Crescente allarme tra i soccorritori
L’episodio ha acceso un campanello d’allarme nei reparti del 118 di Taranto. Gli operatori raccontano dell’aumento di aggressioni e episodi di violenza, soprattutto in zone come Paolo VI, dove si registrano crescenti difficoltà durante gli interventi a domicilio. Questo clima di tensione mette a rischio non solo chi chiede aiuto ma anche chi lavora per offrirlo.
Il direttore del 118, Mario Balzanelli, si è recato sul posto per ascoltare di persona i racconti dei soccorritori e capire le condizioni in cui lavorano sul campo. La polizia ha aperto un’indagine per ricostruire con precisione le dinamiche di quanto accaduto e valutare eventuali responsabilità.
Rischi e richieste di maggiori tutele
Situazioni del genere evidenziano come il lavoro dei soccorritori sia spesso fatto in condizioni di vera emergenza non solo sanitaria, ma anche di ordine pubblico. Gli operatori chiedono maggiori tutele e misure di sicurezza per poter svolgere il proprio compito senza mettere a rischio la propria incolumità.