Milano ha deciso di spostare al primo ottobre 2026 l’entrata in vigore del divieto di accesso e circolazione in Area B e Area C per alcune categorie di motocicli e motoveicoli. Il provvedimento riguarda i veicoli a due tempi euro 2 e 3, quelli a gasolio euro 2 e 3 e le moto a benzina a quattro tempi euro 0, 1 e 2. La delibera della giunta comunale prevede un anno in più per preparare l’applicazione delle limitazioni, un passo che incide su decine di migliaia di veicoli in città.
Il divieto sui motocicli euro 0, 1, 2, euro 2 e 3 slitta di un anno
L’amministrazione di Milano ha formalizzato il rinvio della restrizione sulla circolazione di alcuni modelli di moto e motoveicoli più inquinanti. La misura, inizialmente prevista per il primo ottobre 2025, sarà operativa a partire dal 2026. Il testo del provvedimento specifica che le moto a due tempi classificate euro 2 e 3 resteranno escluse dalle aree a traffico limitato di Area B e Area C fino all’autunno del 2026. Lo stesso vale per i mezzi a gasolio euro 2 e 3 e per quelli a benzina a quattro tempi euro 0, 1 e 2.
La scelta di posticipare l’introduzione del divieto deriva dal numero consistente di mezzi interessati e dalla necessità di attuare una transizione più graduale. Questo periodo aggiuntivo serve a far crescere la consapevolezza dei cittadini coinvolti e a migliorare l’adesione alle regole specifiche che verranno applicate sulle due ruote e sui veicoli leggeri.
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Quanti sono i motocicli interessati dal blocco secondo le stime di aci e telecamere di area b
I dati raccolti dall’ACI e le registrazioni dalle telecamere che monitorano l’Area B di Milano tracciano una fotografia precisa del parco moto coinvolto. In totale, le moto e i motocicli soggetti al divieto raggiungerebbero circa 90.530 unità. La maggioranza di questi veicoli appartiene alla categoria a benzina con motori a quattro tempi euro 0, 1 e 2. In concreto, il numero stimato di moto euro 0 è intorno a 42.800, mentre quelle euro 1 e euro 2 si attestano intorno a 19.200 e 19.400 rispettivamente.
Questi numeri evidenziano una presenza significativa di mezzi con livelli di emissioni che il Comune intende contrastare per migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento urbano. Il monitoraggio tramite telecamere ai varchi di Area B contribuisce a verificare l’effettiva circolazione di questi veicoli nelle zone soggette a limitazioni.
Le ragioni del rinvio e l’apertura al sistema move-in per i veicoli a due ruote
Nella comunicazione emessa da Palazzo Marino si spiega che prorogare di un anno il divieto permette di rafforzare la conoscenza della norma tra gli utenti e rende possibile un’applicazione più graduale della nuova disciplina. Questo tempo supplementare aiuta a diffondere meglio le informazioni e a far crescere la partecipazione al sistema chiamato MoVe-In, la piattaforma digitale che gestisce l’accesso ai varchi di Area B, recentemente estesa anche ai veicoli a due ruote.
L’estensione del sistema MoVe-In ai motocicli agevola l’identificazione dei mezzi autorizzati e la raccolta delle autocertificazioni necessarie per accedere alla zona a traffico limitato, riducendo così il rischio di multe e fraintendimenti. Questo approccio mira a rendere la gestione del traffico più precisa e favorevole all’ambiente, incontrando meno resistenze da parte degli utenti.
Il rinvio come strategia per una transizione più graduale
Il rinvio al 2026 riflette una strategia per garantire un’effettiva applicazione delle regole con meno impatti immediati, dando tempo a chi possiede moto più vecchie di adeguarsi o pianificare alternative. Restare al passo con la situazione locale e con le condizioni della mobilità urbana richiede periodi di transizione che possano accompagnare le modifiche senza provocare disagi eccessivi agli abitanti.