Milano, irruzione pacifica al cantiere del Pirellino durante la manifestazione contro lo sgombero del Leoncavallo

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Manifestanti pacifici al cantiere del Pirellino contro lo sgombero del Leoncavallo. - Gaeta.it

Laura Rossi

6 Settembre 2025

A Milano, la protesta contro lo sgombero del centro sociale Leoncavallo ha visto oggi un episodio simbolico: un gruppo di manifestanti è entrato nel cantiere del Pirellino, teatro di due inchieste legate a sospetti abusi edilizi. L’azione è stata accompagnata da slogan diretti contro il Comune e Manfredi Catella, manager coinvolto nelle indagini.

Irruzione simbolica nel cantiere del pirellino, cuore della protesta milanese

Nel pomeriggio di oggi, in via Melchiorre Gioia, il primo dei due cortei organizzati per contestare lo sgombero del Leoncavallo ha raggiunto il cantiere del Pirellino. I manifestanti, che si sono mossi pacificamente, hanno attraversato il cancello del cantiere con l’intento di portare visibilità alla loro protesta contro l’edilizia speculativa. La presenza delle forze dell’ordine è stata costante, con agenti schierati sia davanti che dietro al corteo, per evitare tensioni. La scelta del Pirellino non è casuale. Questo edificio è al centro di due inchieste, una urbanistica e una penale, che coinvolgono presunti abusi legati a modifiche edilizie non autorizzate. Manfredi Catella, il manager sotto indagine, è stato uno dei bersagli della contestazione con slogan espliciti indirizzati direttamente a lui e all’amministrazione comunale di Milano.

Gli attivisti scalano il cantiere e animano la protesta con fumogeni e petardi

Dopo aver varcato il perimetro del cantiere, i manifestanti si sono arrampicati sulle impalcature e prevalentemente sulle scale a lato dell’edificio, arrivando fino alla cima del Pirellino. L’azione è stata pacifica e senza incidenti, ma ha avuto un forte impatto visivo e simbolico. In cima, il gruppo ha acceso diversi fumogeni colorati e fatto esplodere petardi, richiamando l’attenzione dei passanti e della stampa presente. Ai piedi del cantiere, la protesta ha proseguito con canti e balli, mentre dagli altoparlanti montati sui furgoni scorrevano messaggi chiari: “spazi pubblici, non speculazione edilizia”. Questa atmosfera ha sottolineato la volontà dei manifestanti di mantenere un tono di protesta non violento, ma determinato e visibile. Il forte legame tra la protesta e le questioni urbanistiche resta centrale, con il Pirellino che incarna il nodo delle contestazioni relative alle trasformazioni territoriali contro cui si battono il Leoncavallo e altri gruppi sociali della città.

Contesto urbanistico e politico che alimenta le contestazioni milanesi

Il cantiere del Pirellino rappresenta un tema scottante nel dibattito pubblico milanese. Oltre all’indagine sui presunti abusi edilizi, il luogo è simbolo delle tensioni tra gruppi sociali e le decisioni dell’amministrazione cittadina sull’urbanistica. Il fatto che un’area così visibile, al centro della città, venga associata a pratiche di speculazione alimenta le proteste di attivisti che chiedono spazi pubblici e culturali liberi. Il caso del Leoncavallo si inserisce in questo scenario più ampio, dove il conflitto tra diritti sociali e interessi economici si manifesta spesso con manifestazioni e occupazioni. Il coinvolgimento della figura di Catella, noto manager del settore immobiliare, accende ulteriormente il dibattito attorno agli sviluppi edilizi approvati o consentiti dall’amministrazione locale.

Le tensioni rimangono alte, con altri cortei previsti nelle prossime ore in città. Milano si trova al centro di un confronto acceso che coinvolge cittadini, forze dell’ordine e rappresentanti politici su temi che riguardano la gestione dello spazio pubblico e le trasformazioni urbane.