Miglioramenti e sfide nelle mense scolastiche: il report del 2023

Miglioramenti e sfide nelle mense scolastiche: il report del 2023

Il 9° Rating dei menu scolastici rivela un miglioramento del 44% nella qualità dei pasti, ma evidenzia anche un aumento degli sprechi e una crescente avversione dei bambini verso cibi nuovi.
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Miglioramenti e sfide nelle mense scolastiche: il report del 2023 - Gaeta.it

Il servizio mensa nelle scuole italiane ha subito cambiamenti significativi, evidenziati dal 9° Rating dei menu scolastici, realizzato da Foodinsider e presentato alla Camera. Questi dati mettono in luce un aumento del 44% nella qualità dei pasti consumati, ma anche un deterioramento dell’atteggiamento dei bambini nei confronti del cibo. Sorprendentemente, la metà dei pasti finisce nella spazzatura, sollevando interrogativi sulla gestione e sull’appetibilità del cibo proposto. Il report analizza l’evoluzione dei menu rispetto agli ultimi cinque anni, commentando l’impatto della legislazione sui Criteri Ambientali Minimi entrata in vigore nel 2020.

Le migliorie nei menu scolastici

L’analisi dei menu ha mostrato segni di miglioramento nell’85% delle mense scolastiche monitorate. Le innovazioni portate dai Cam hanno permesso una maggiore selezione di cibi freschi e locali, oltre a un incremento nel consumo di prodotti biologici e legumi. I menu sono ora caratterizzati da una maggiore varietà, favorendo alimenti più sani rispetto al passato. Località come Trento, Udine, Frosinone, Rieti e Siracusa, che hanno rinnovato le gare d’appalto per le mense, hanno registrato progressi notevoli.

Tuttavia, nonostante queste migliorie, è emerso un dato preoccupante: il 29,5% dei menu resta invariato e il 20% ha visto un abbassamento della qualità. Questo fa sorgere interrogativi sulla coesione e sull’efficacia delle politiche attuate. Nel contesto di questi cambiamenti, vi è una crescente paura da parte degli alunni di provare nuovi piatti, con la scelta di rifugiarsi in opzioni più familiari come pasta in bianco e pane. Questo fenomeno mette in evidenza una tensione tra le politiche nutrizionali e le preferenze reali dei bambini.

I problemi del cibo processato e degli sprechi

Nonostante i miglioramenti, il report ha evidenziato un aumento del consumo di cibo processato, con una significativa parte dei pasti serviti che non viene consumata. Questo comportamento alimentare, che sembra sottrarsi a un’educazione adeguata, appare in crescita e merita un’attenzione particolare. È stato osservato che le scuole che offrono programmi di educazione alimentare, dotate di cucine interne e che garantiscono tempi adeguati per il pranzo, tendono a promuovere scelte più sane tra gli alunni.

Un ambiente tranquillo e meno rumoroso durante i pasti, unito a pratiche come la somministrazione della frutta a metà mattina, contribuisce notevolmente ad aumentare il consumo effettivo dei pasti offerti. Questi approcci potrebbero rappresentare modelli di best practice, nei quali le condizioni e il contesto assumono un valore cruciale nel promuovere l’appetibilità e la gradibilità dei cibi.

Innovazioni nel servizio mensa e buone pratiche

Il report di Foodinsider ha dedicato particolare attenzione al tema del pane, un alimento fondamentale nelle mense scolastiche. Nonostante la persistenza di panini confezionati in modo industriale e preparati con farine raffinate, sono emerse realtà che propongono pane di vario tipo, compreso quello integrale e realizzato con farine di maggiore qualità. Alcuni stabilimenti scolastici hanno avviato filiere locali, collaborando con mulini e panifici della zona.

In aggiunta, varie iniziative sono state segnalate nel contesto di progetti europei, azioni delle agenzie regionali e l’impegno di associazioni locali, come il Consiglio del Cibo a Roma. Tra le proposte più innovative c’è l’introduzione di un pasto vegetale mensile, che mira a sensibilizzare giovani e famiglie sulla sostenibilità alimentare e a ridurre le emissioni di carbonio legate alla produzione di cibo. Queste azioni rappresentano un passo verso mense scolastiche non solo più sane, ma anche più responsabili dal punto di vista ambientale, aprendo nuove strade per l’alimentazione dei più giovani.

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