L’attenzione dei mercati resta alta sulla questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti verso diversi Paesi, con una fase di sospensione che sembra aver favorito una ripresa temporanea. A breve, però, nuove tensioni potrebbero emergere, visto che Donald Trump ha annunciato la pubblicazione di nuove percentuali sui dazi reciproci. Questo scenario tiene in allerta investitori e analisti, che ricordano gli impatti pesanti avuti in passato, come il crollo del 2 aprile 2025, quando i mercati americani persero miliardi in pochi giorni. Dallo scontro politico alle risposte delle grandi aziende, la situazione si sviluppa in più direzioni, dando forma a un clima economico ancora incerto.
La posizione di trump sulle tariffe e il business negli Stati Uniti
Il presidente Trump ha confermato che il segretario al Tesoro Scott Bessent e il segretario al Commercio Howard Lutnick invieranno lettere ufficiali alle imprese per comunicare i nuovi oneri daziari previsti per continuare l’attività negli Stati Uniti. Le comunicazioni spiegheranno alle aziende l’entità dei pagamenti richiesti, indicando che sarà possibile avviare negoziati per trovare accordi, anche se Trump ha ammesso la difficoltà di soddisfare tutte le aspettative. Ha sottolineato che l’alto numero di richieste limiterà la possibilità di trattare con tutti direttamente e che alcuni soggetti potrebbero non ricevere risposte positive.
Intese con la gran bretagna e visite nei paesi del golfo
La promessa di Trump di chiudere 90 accordi in 90 giorni, fatta il 9 aprile alla partenza della pausa sui dazi, si sta rivelando complicata da mantenere. Per ora, è stato ufficializzato solo un intesa con la Gran Bretagna, che prevede quote su alcuni prodotti industriali e alimentari, con lo scopo di abbassare i costi per le importazioni nei due paesi. Questo risultato rimane però isolato rispetto alle tante trattative ancora aperte o in stallo.
Leggi anche:
Durante una recente visita nei paesi del Golfo, il segretario Lutnick ha dichiarato che una tariffa base del 10% rimarrà in vigore, a cui si aggiungeranno le tariffe reciproche con gli altri stati. I negoziati sembrano concentrarsi principalmente su nazioni asiatiche come Giappone, India e Corea del Sud, dove le dinamiche commerciali hanno grande rilievo. L’Unione europea ha invece chiarito che potrebbe mantenere alcune tariffe di ritorsione, in particolare sulle importazioni di alluminio, acciaio e automobili. Al momento l’Europa applica dazi del 10% di base ma quantificati al 25% per questi settori.
Divisioni politiche sul budget e reazioni al piano economico di trump
Nel contesto politico interno, la commissione Bilancio della Camera ha respinto la proposta di risoluzione collegata al budget federale e all’agenda economica di Trump, che includeva tagli fiscali significativi. La spaccatura si manifesta anche nel partito repubblicano, con diversi suoi membri che si sono opposti all’iniziativa, tra cui Andrew Clyde, Chip Roy, Josh Brecheen, Ralph Norman e il vicepresidente della commissione Bilancio Lloyd Smucker, quest’ultimo cambiando il proprio voto all’ultimo minuto. Queste divergenze indicano un malessere tra alcune fazioni del partito, che non si allineano completamente alla linea del presidente.
L’impatto dei dazi sul mondo degli affari
Le difficoltà politiche coincidono con segnali di malumore nel mondo degli affari. Walmart, colosso della distribuzione, ha annunciato di non poter più assorbire l’aumento dei costi derivante dai dazi. La società ha comunicato che a partire da questo mese un aumento dei prezzi per i consumatori diventerà inevitabile, nonostante la pausa temporanea sulle tariffe. Questa presa di posizione evidenzia come le tensioni commerciali stiano pesando direttamente sulla catena di distribuzione e, quindi, sulle famiglie americane.
Indicatori economici e il calo del sentimento dei consumatori
Nonostante alcuni dati economici presentino valori positivi, gli indicatori più attenti mostrano segnali meno rassicuranti nel breve termine. Il sentimento dei consumatori negli Stati Uniti, misurato dalla University of Michigan, è sceso nei primi giorni di maggio a 50,8 punti, segnando un calo rispetto ai 52,2 di aprile e risultando inferiore alle attese degli analisti, fissate a 53,5. Questo dato indica un aumento delle preoccupazioni tra la popolazione riguardo all’evoluzione dell’economia.
Il calo del morale dei consumatori dura ormai da cinque mesi consecutivi. Già da dicembre 2024 il dato è diminuito del 30%, segno di uno stato di allarme diffuso nella popolazione. Nel corso degli ultimi sondaggi, circa tre quarti degli intervistati hanno indicato le tariffe doganali come una delle principali cause di incertezza. È stato registrato un aumento del 60% dei citati dazi rispetto al mese precedente, confermando come la questione dei costi legati al commercio internazionale impatti direttamente sulle scelte di acquisto e la fiducia nella ripresa economica.
Un clima di incertezza per le prossime mosse
Questo clima di preoccupazione fa da sfondo alle prossime decisioni sugli ulteriori dazi che Trump intende varare. Il mercato e gli operatori finanziari seguono con cautela ogni sviluppo, consci che la conferma di nuove tariffe potrebbe generare turbolenze simili a quelle del 2 aprile, epoca in cui la tensione sui dazi aveva provocato forti perdite e il timore di una recessione imminente. La situazione rimane quindi sotto stretta osservazione, con il settore economico pronto a reagire alle mosse politiche americane.