Meloni in tunisia e turchia per affrontare migranti e dossier libico con vertice trilaterale a istanbul

Meloni in tunisia e turchia per affrontare migranti e dossier libico con vertice trilaterale a istanbul

Giorgia Meloni visita Tunisia e Turchia per affrontare emergenze migratorie e stabilità in Libia, rafforzando cooperazione con Kais Saied, Recep Tayyip Erdogan e Abdulhamid Dabaiba su sicurezza e sviluppo regionale.
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Giorgia Meloni ha effettuato visite in Tunisia e Turchia per affrontare emergenze migratorie e promuovere la stabilità politica in Libia, rafforzando la cooperazione bilaterale e trilaterale su sicurezza, migrazione e sviluppo regionale. - Gaeta.it

La premier Giorgia Meloni ha organizzato due visite consecutive in Nord Africa e nel Mediterraneo orientale, dedicate alle emergenze migratorie e agli sviluppi politici in Libia. Il focus principale è stato il confronto con i presidenti di Tunisia e Turchia, in incontri non annunciati che anticipano il vertice trilaterale con il governo di unità nazionale libico. Questi appuntamenti si collocano in un contesto di crescente instabilità regionale, dove la gestione dei flussi migratori e la cooperazione economica diventano temi chiave.

Viaggio in tunisia e incontro con il presidente kais saied

Il 31 luglio Giorgia Meloni ha fatto tappa in Tunisia per discutere con il presidente Kais Saied su questioni urgenti legate ai flussi migratori in partenza dal paese nordafricano. La Tunisia resta un nodo cruciale per la rotta migratoria verso l’Italia, con una pressione crescente nei confronti delle autorità italiane. Meloni ha voluto rafforzare il dialogo diretto, puntando a misure concrete per contenere le partenze irregolari.

L’incontro si è concentrato anche sulle condizioni politiche interne tunisine, ormai da tempo soggette a tensioni che rischiano di incidere sulla sicurezza regionale. La premier ha sottolineato la necessità di sostenere la stabilità tunisina e la collaborazione per garantire un controllo più serrato delle frontiere. Il dialogo bilaterale punta a definire accordi più efficaci, con particolare attenzione alla gestione dei respingimenti e alle azioni anticrimine per neutralizzare le reti di trafficanti.

Le autorità tunisine, dal canto loro, hanno confermato la volontà di cooperare in un quadro che tuteli anche i diritti dei migranti, evidenziando la difficoltà oggettiva nel fronteggiare un fenomeno in crescita e con dinamiche complesse. I colloqui hanno sottolineato l’urgenza di un impegno comune tra Italia e Tunisia per evitare che il flusso migratorio alimenti insicurezza e tensioni sociali nei territori di transito.

A istanbul vertice con erdogan e dabbaiba sul futuro della libia

Il 1° agosto Meloni ha raggiunto la Turchia, dove si è svolto un incontro con il presidente Recep Tayyip Erdogan. L’appuntamento, fissato al Palazzo di Dolmabahce a ora di pranzo, si è inserito in un contesto strategico legato al dossier libico. La Turchia infatti svolge un ruolo rilevante nella regione, e il confronto diretto con Erdogan vuole consolidare una linea comune su stabilizzazione e collaborazione.

La visita di Meloni nella capitale turca ha previsto anche un vertice trilaterale con il primo ministro del Governo di unità nazionale libico, Abdulhamid Dabaiba. Il governo libico ha confermato tramite comunicato stampa la portata degli argomenti trattati: cooperazione economica, sviluppo regionale, partenariato nel settore energia e petrolio, nonché gestione della migrazione irregolare. Il dialogo appare orientato a creare un coordinamento strategico che garantisca stabilità e sicurezza nel bacino del Mediterraneo centrale.

Il vertice di Istanbul sta nel solco dell’iniziativa che da tempo Italia e Turchia portano avanti per sostenere un dialogo costante con la Libia. Gli obiettivi comprendono una soluzione condivisa alle problematiche legate alle milizie, al controllo delle frontiere libiche e alla lotta alle attività illecite. Meloni ha rimarcato l’importanza di approcci pragmatici che mettono al centro la vita delle popolazioni coinvolte e la necessità di evitare nuove ondate migratorie incontrollate, soprattutto dall’area libica.

Gli scambi con Erdogan hanno riguardato anche temi più ampi, come l’equilibrio geopolitico nella regione, dove la presenza turca continua a crescere e si interseca con interessi italiani, europei e internazionali. La cooperazione con Ankara appare fondamentale per costruire una rete di interlocutori affidabili, chiamati a giocare un ruolo in vista della stabilizzazione definitiva della Libia.

Aumento dei migranti dalla libia e operazioni contro il narcotraffico a ovest di tripoli

La Libia resta il principale punto di partenza dei migranti verso l’Italia. Nei primi mesi del 2025 si è registrato un aumento dell’80% degli arrivi rispetto allo scorso anno, con circa 21mila persone sbarcate sulle coste italiane. Il governo italiano punta a ridurre questa pressione con interventi multilaterali e misure di controllo alle frontiere esterne all’Europa.

Sul fronte libico, il Ministero della Difesa del Governo di unità nazionale ha lanciato una campagna di raid aerei mirati contro gruppi criminali nelle zone occidentali del paese, soprattutto nei pressi di Zuara e Sabrata, località spesso associate alle attività di contrabbando e narcotraffico. L’obiettivo è colpire le reti che gestiscono il traffico illecito di sostanze stupefacenti e armi, considerate responsabili anche della destabilizzazione sociale nella regione.

Queste operazioni rafforzano l’impegno interno libico a smantellare le infrastrutture del crimine organizzato e a ridurre le minacce alla sicurezza pubblica. Le autorità locali hanno chiesto alla popolazione di evitare i luoghi interessati dalle azioni militari, per ridurre il rischio di incidenti. Gli esperti osservano che solo un controllo più efficace sul territorio potrà contribuire a contrastare la fuga verso il Mediterraneo e, di riflesso, alleviare la pressione sulle coste italiane.

L’iniziativa militare si inserisce in un quadro di maggiore collaborazione con partner internazionali, inclusi Italia e Turchia, che seguono con attenzione gli sviluppi libici. La lotta alle organizzazioni criminali è vista come un tassello indispensabile per avviare processi di pacificazione e ricostruzione, indispensabili per mettere fine a guerre e migrazioni improvvise e disordinate.

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