Medici di medicina generale a Latina rispondono alle accuse di Francesco Rocca sulle prescrizioni farmaceutiche

Medici di medicina generale a Latina rispondono alle accuse di Francesco Rocca sulle prescrizioni farmaceutiche

A Latina il dibattito si accende dopo le critiche di Francesco Rocca sulle prescrizioni dei medici di medicina generale del Lazio, con l’Ordine dei Medici e la Simg Lazio che chiedono rispetto e dialogo costruttivo.
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A Latina, il dibattito si accende dopo le critiche del presidente Rocca sulle prescrizioni dei medici di base nel Lazio, con l’Ordine dei Medici e la Simg che chiedono rispetto e dialogo per tutelare la professionalità e la motivazione dei medici. - Gaeta.it

A Latina si accende il dibattito dopo le dichiarazioni del presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, riguardo alla gestione delle prescrizioni farmaceutiche da parte dei medici di medicina generale. L’ordine dei medici e il segretario della Simg Lazio hanno preso posizione, manifestando preoccupazione per le ricadute di quel messaggio tra i professionisti, soprattutto i più giovani.

Ordine dei medici di latina chiede un dialogo rispettoso per superare la tensione

L’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Latina ha reagito con una nota ufficiale a seguito della diffusione delle parole di Rocca. Giovanni Cirilli, presidente dell’ordine locale, ha sottolineato il malessere che i medici iscritti, in particolare i giovani, provano da quei commenti. Molti medici avvertono un aumento dell’incertezza sul proprio ruolo e sul futuro professionale, aggravato da un linguaggio giudicato divisivo.

L’ordine invita a usare parole che evitino di esasperare le divisioni tra istituzioni e medici, puntando invece a un confronto basato sulla correttezza e il rispetto reciproco, anche in relazione alle funzioni istituzionali. Si allude così alla necessità di un dialogo più costruttivo, capace di affrontare i problemi senza alimentare tensioni inutili e preoccupazioni nei confronti della categoria medica.

Questo appello arriva in un momento delicato, mentre il sistema sanitario continua a subire pressioni e cambiamenti, e la figura del medico di medicina generale resta fondamentale per l’assistenza quotidiana. Le parole diffuse da Rocca hanno fatto emergere situazioni di disagio tra i camici bianchi che operano sul territorio del Lazio.

Le dichiarazioni di francesco rocca: critica alle prescrizioni definite inappropriate

Francesco Rocca aveva espresso un giudizio netto sul fenomeno delle prescrizioni farmaceutiche nei confronti dei medici di medicina generale della regione Lazio. Durante un’intervista, ha denunciato la presenza di milioni di euro che, a suo dire, vengono spesi in prescrizioni considerate inappropriate. Ha parlato di un controllo rigido, arrivando a usare espressioni forti come “prendere a pedate chi persegue sistemi poco chiari”.

Rocca ha precisato che non vuole imporre personalmente quali farmaci prescrivere. Ha ribadito che le indicazioni derivano dall’Aifa, l’agenzia che stabilisce linee guida scientifiche per la scelta dei farmaci. I medici, secondo lui, devono attenersi a queste direttive, usando i medicinali generici quando previsto e motivando solo situazioni eccezionali in cui si discostano.

Questa posizione mette in evidenza un problema di gestione della spesa pubblica e di controllo dell’appropriatezza terapeutica. Tuttavia, il tono usato e le parole scelte hanno generato reazioni forti da parte dei medici, che hanno percepito un attacco non solo alle pratiche professionali ma anche alla dignità della categoria.

La replica di gianmarco rea: si riconosce la necessità di rigore ma si difende la figura del medico

Gianmarco Rea, medico di medicina generale di Latina e segretario regionale della Simg Lazio, ha scritto una lettera aperta per rispondere alle affermazioni di Rocca. Rea concorda con l’importanza di ridurre la spesa pubblica e di garantire l’appropriatezza di prescrizioni e esami diagnostici. Un punto di partenza condiviso.

Però sottolinea con forza che questa esigenza non può trasformarsi in un’offesa al medico. Ricorda l’impegno, anche eroico, svolto durante la pandemia da Covid-19 e rigetta ogni accusa che metta in discussione la professionalità o che inciti a trattamenti aggressivi verso il personale sanitario. Rea evidenzia inoltre come certi atteggiamenti possano provocare anche reazioni negative da parte dei cittadini, magari esasperati dalle lunghe liste d’attesa e dalla difficoltà a ottenere cure tempestive.

Richiama l’importanza di una collaborazione tra tutte le figure coinvolte nella gestione sanitaria. Avverte che senza un clima di fiducia e di confronto aperto, i giovani medici potrebbero allontanarsi dalla professione o cercare altre strade, danneggiando la tenuta complessiva del sistema sanitario.

Questa riflessione punta a segnalare una frattura: un’eccessiva tensione rischia di compromettere l’impegno e la motivazione di chi lavora ogni giorno per garantire cure di base e continuità assistenziale ai cittadini del Lazio. Rea segnala anche come il ricorso a soluzioni temporanee, come il trattenimento in servizio oltre i limiti di età, non possa bastare a risolvere i problemi strutturali del sistema.

Il ruolo fondamentale dei medici di base nel contesto sanitario del lazio

Sul territorio della regione Lazio, i medici di medicina generale svolgono la funzione di filtro e primo punto di riferimento per la maggior parte dei cittadini. Si occupano di diagnosi, prescrizioni, monitoraggio delle patologie croniche, con un impatto diretto sulla salute pubblica e sugli eventuali costi sostenuti dal servizio sanitario.

La questione delle prescrizioni farmaceutiche è complessa. Deve conciliare la necessità di contenere sprechi con la tutela della libertà terapeutica del medico, che conosce il paziente e definisce la cura migliore. Le linee guida scientifiche indicano la via, ma non sempre permettono di comprendere situazioni individuali particolari.

L’atteggiamento verso i medici di base influisce su tutto il sistema, dal momento che un clima di sfiducia può alimentare errori, ritardi o abbandono della professione. In questo senso, ogni messaggio rivolto alla categoria ha conseguenze che vanno oltre il mero confronto istituzionale.

Gli episodi degli ultimi giorni a Latina testimoniano come la comunicazione pubblica, specie quando tocca temi sensibili come la spesa sanitaria, vada ponderata con attenzione. Costruire un dialogo rispettoso, evitando termini provocatori, facilita l’elaborazione di strategie condivise per migliorare l’offerta sanitaria e la gestione delle risorse.

La sfida resta aperta: garantire una sanità efficiente senza negare autonomia e dignità a chi la tiene in piedi ogni giorno lavorando con pazienti e famiglie.

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