Medef e confindustria ancona: nuove sfide per la competitività europea e le pmi

Medef e confindustria ancona: nuove sfide per la competitività europea e le pmi

L’evento “Linea diretta con l’Europa” a Portonovo ha evidenziato la necessità di rivedere le normative europee per le piccole e medie imprese, rafforzare infrastrutture e promuovere un dialogo operativo tra istituzioni e imprese.
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L'evento "Linea diretta con l'Europa" a Portonovo ha riunito imprese e istituzioni per discutere la necessità di semplificare le normative europee e rafforzare il ruolo dell’Europa nel supporto alle piccole e medie imprese, con particolare attenzione a infrastrutture, competitività e dialogo istituzionale. - Gaeta.it

L’evento “Linea diretta con l’Europa” ha riunito a Portonovo rappresentanti delle imprese e istituzioni per discutere le prospettive delle piccole e medie imprese nel contesto europeo. L’incontro, promosso da Confindustria Ancona, ha evidenziato la necessità di rivedere le normative comunitarie e rafforzare il ruolo dell’Europa nel sostenere il tessuto produttivo, soprattutto alla luce delle pressioni dei mercati globali.

Il ruolo di medef e business europe nel dialogo sulle pmi

Fabrice Le Saché, vice presidente di Medef e presidente del comitato pmi di Business Europe, ha sottolineato al convegno l’urgenza di un cambiamento nel modo in cui l’Europa affronta la competitività delle imprese. Parole che evidenziano come molte analisi sottolineate nei rapporti Draghi e Letta fossero state anticipate proprio dalla confederazione francese, senza però ricevere adeguata attenzione. Le Saché ha rimarcato come serva un approccio più operativo e meno attendista nella definizione delle politiche, con un dialogo costante tra i 27 stati membri e Bruxelles. Solo così si potrà fornire una risposta realistica alle esigenze del tessuto imprenditoriale europeo, dove circa l’80% delle leggi nazionali deriva proprio dal quadro normativo europeo.

Secondo il dirigente di Medef, non si può ignorare il fatto che la concorrenza globale – in particolare quella cinese – debba rispettare le stesse regole del mercato unico. Questo è un punto cruciale per mantenere equità e sostenere le aziende europee, in modo che non siano schiacciate da pratiche commerciali sleali o misure protezionistiche mascherate.

La sfida delle normative europee per le pmi, tra revisione e pragmatismo

Uno dei temi cardine affrontati durante il convegno riguarda la necessità di una revisione profonda delle normative che regolano le piccole e medie imprese in Europa. Le Saché ha chiesto un aggiornamento strutturale di queste norme, affinché siano meno burocratiche e più aderenti alle realtà delle imprese.

L’approccio proattivo dovrebbe tradursi in una cooperazione concreta tra istituzioni e stati membri, mirando a un’agenda meno teorica e più pratica. Le normative attuali appesantiscono il lavoro di molte imprese, rallentandone l’espansione e ostacolando investimenti nel digitale e nella sostenibilità ambientale. La sfida è semplificare senza però ridurre gli standard, così che le aziende possano partecipare ai cambiamenti in corso senza incontrare vincoli inutili.

Il dialogo ha inoltre ribadito che l’Europa deve tornare a essere il fulcro delle decisioni che riguardano le imprese, inserendo la dimensione produttiva e manifatturiera reale all’interno dei grandi circuiti decisionali sovranazionali.

Il modello manifatturiero delle marche e il rilancio europeo promosso da confindustria ancona

Il presidente di Confindustria Ancona, Diego Mingarelli, ha evidenziato quanto il modello produttivo marchigiano – basato su una manifattura diffusa – sia fonte di valore economico, coesione sociale e attenzione al territorio. Per tutelare questo sistema occorre aprirsi a nuove progettualità europee e partecipare attivamente ai percorsi decisionali a livello comunitario.

Durante l’assemblea privata dei soci e il convegno, Mingarelli ha ribadito che l’obiettivo è creare collegamenti solidi con l’Europa, considerata come la destinazione principale di questo dialogo. Le imprese delle Marche si presentano come interlocutori pronti a cooperare per costruire reti e opportunità a livello internazionale, in particolare per le pmi.

L’intervento dei giovani imprenditori e le opportunità per ancona e l’adriatico

Tra gli ospiti, Giulia Fanesi e Giorgio Moretti hanno espresso le aspettative dei giovani imprenditori e delle piccole industrie. Fanesi ha richiamato l’importanza che le nuove generazioni, con un passato europeo nel segno dell’Erasmus, rafforzino l’Europa come casa comune e piattaforma di sviluppo. Ha sottolineato la necessità che Bruxelles fornisca sostegno rapido e concreto, affinché i giovani rimangano e crescano sul territorio.

Moretti ha sottolineato la posizione strategica di Ancona, che può diventare un nodo chiave nei traffici verso i Balcani. Questa collocazione geografica offre un’opportunità concreta per trasformare la città in un hub per le imprese italiane ed europee. Per cogliere questa chance, però, serve investire nelle infrastrutture e creare sinergie efficaci con i paesi dell’Adriatico.

L’importanza delle infrastrutture per il collegamento tra balcani e adriatico

Irena Brajovic, direttrice di Confindustria Serbia e Confindustria Est Europa, ha sottolineato la necessità di potenziare le infrastrutture che uniscono l’area balcanica con l’Adriatico. Le associazioni di imprenditori a cui appartiene comprendono paesi come Albania, Bulgaria, Romania, e Serbia. Questo allargamento dei collegamenti potrebbe stimolare scambi economici e facilitare la crescita delle pmi.

Per Brajovic, la creazione di un sistema integrato migliorerà le possibilità di sviluppo locale e regionale, oltre a rafforzare il ruolo dell’Europa come interlocutore e partner commerciale. Le infrastrutture sono dunque un elemento cruciale per sostenere i mercati e dare risposte alle esigenze produttive e logistiche.

La voce di stefà pan sul rapporto tra pmi e unione europea

Stefà Pan, vicepresidente di Confindustria per l’Unione europea, ha ribadito il tema centrale di un rapporto diretto tra istituzioni europee e imprese, soprattutto per le piccole e medie imprese, che costituiscono il 99,9% del tessuto industriale del continente. Solo così, ha detto, l’Europa potrà liberare pienamente il potenziale di queste aziende, auspicando una unione più snella e concreta.

Pan ha richiamato l’attenzione sulla difficoltà delle imprese europee, spesso frenate da procedure burocratiche che le penalizzano nei confronti di Stati Uniti e Cina. Ha descritto le realtà produttive come “pronte a correre ma bloccate da molte restrizioni”, denunciando la necessità di agire senza indugi. Per il vicepresidente, semplificare non significa abbassare gli standard ma ridurre i vincoli inefficaci, così da agevolare la transizione verso la sostenibilità e il digitale.

Queste dichiarazioni riprendono il tema condiviso da molti partecipanti dell’evento: in un mondo sempre più competitivo e interconnesso, il futuro delle pmi europee dipende dalla capacità di unire regole chiare, infrastrutture efficaci e dialogo costante con le istituzioni.

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