Maxi truffa edilizia: sequestri per oltre 10 milioni di euro tra abruzzo, campania e altre regioni

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Un’operazione condotta dalla Guardia di finanza di Chieti ha portato al sequestro di beni e somme superiori ai 10 milioni di euro, a carico di otto persone e due società accusate di aver orchestrato una truffa nel campo dell’edilizia. I reati contestati riguardano false dichiarazioni, truffa aggravata per finanziamenti pubblici e manipolazione dei crediti d’imposta legati al cosiddetto Bonus 110%.

Il contesto dell’operazione “bonus scam” e le zone coinvolte

L’indagine, coordinata dal procuratore della Repubblica di Vasto e condotta dai finanzieri della compagnia di Vasto, ha preso spunto da un esposto e da controlli in un cantiere situato a San Salvo, in provincia di Chieti. Le attività investigative hanno toccato diverse città italiane, con visite e perquisizioni effettuate tra Pescara, Tollo , Napoli, Milano, San Severo , Jesi e Lavello .

Gli otto indagati includono amministratori di società edili, professionisti tecnici, asseveratori e amministratori di condominio. I sequestri disposti dal giudice per le indagini preliminari, Fabrizio Pasquale, riguardano denaro, immobili, quote societarie e crediti, per bloccare il possibile utilizzo fraudolento degli illeciti ricavi.

Le modalità della frode e le irregolarità nei lavori edili

L’inchiesta ha fatto emergere un meccanismo basato sulla creazione fittizia di crediti d’imposta, nati dal Decreto rilancio e legati al bonus 110%, che dovrebbe favorire la ristrutturazione e l’efficientamento energetico degli immobili. Nel complesso sotto osservazione, composto da tre edifici con circa 160 appartamenti, i lavori hanno subito sospensioni ingiustificate o addirittura non sono mai iniziati, nonostante i crediti fossero stati richiesti e in parte utilizzati.

Il sistema illecito prevedeva la produzione di documentazione falsa per attestare lavori mai eseguiti o incompleti, in modo da ottenere crediti fiscali da cedere poi ad altri soggetti. Questi crediti venivano impiegati per compensare debiti tributari sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate, creando un danno alle casse pubbliche e vanificando l’obiettivo degli interventi.

Ruolo delle forze dell’ordine e finalità del contrasto alle frodi fiscali

Il colonnello Michele Iadarola, comandante provinciale della Guardia di finanza di Chieti, ha sottolineato il ruolo dei militari nel bloccare queste compensazioni indebite e tutelare lo stanziamento di fondi pubblici destinati a famiglie e imprese. “Contestare frodi di questa portata serve a prevenire il ricorso illegale ai bonus e a garantire che le risorse arrivino realmente a chi ne ha diritto per azioni di ristrutturazione.”

Il contributo congiunto di magistratura e forze dell’ordine

L’operazione rappresenta un esempio di come l’azione congiunta di magistratura e forze dell’ordine possa sgominare schemi fraudolenti in settori delicati come l’edilizia, soprattutto quando coinvolgono finanziamenti e agevolazioni pubbliche. Il monitoraggio e la repressione di questi fenomeni si concentrano su documentazioni false, crediti d’imposta generati senza svolgere i lavori e l’uso improprio di strumenti messi a disposizione dallo Stato per rilanciare l’economia.

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